Null Burundarena Maitena Haja viento dijo. 1988. Tusche und Pinsel auf F4-Karte.…
Beschreibung

Burundarena Maitena Haja viento dijo. 1988. Tusche und Pinsel auf F4-Karte. Cm 33x26. Karte des berühmten argentinischen Illustrators und Karikaturisten des Barrio Chino und der Mujeres Alteradas. Wahrscheinlich für die Zeitschrift Fierro hergestellt.

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Burundarena Maitena Haja viento dijo. 1988. Tusche und Pinsel auf F4-Karte. Cm 33x26. Karte des berühmten argentinischen Illustrators und Karikaturisten des Barrio Chino und der Mujeres Alteradas. Wahrscheinlich für die Zeitschrift Fierro hergestellt.

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RENÉ BURRI (Zürich, 1933 - 2014). "Che Guevara". Havanna, Kuba, 1963. Gelatinesilber. Späterer Druck. Signiert, betitelt und datiert in Tinte (am Rand). Provenienz: Privatsammlung Cortez, New York. Maße: 22,5 x 32,5 cm (Bild); 30,5 x 40 cm (Rahmen). René Burri wusste nicht, dass er eine der Figuren fotografierte, die zu einer der ikonischsten Märtyrer des 20. Jahrhunderts werden sollten. Das Bild zeigt Che Guevara beim Rauchen einer Havanna-Zigarre, in einer Haltung, die eine starke Persönlichkeit erkennen lässt. Der Schweizer Fotograf würde über diesen Moment sagen: "Das stolze Gesicht von Che ist in Wirklichkeit ein Gesicht des Zorns. Ich war in seinem Büro in Kuba, geschickt von 'Magnum', und er stritt mit einem amerikanischen Journalisten, der mit mir gereist war. Er sah aus wie ein eingesperrter Tiger und hat mich nicht einmal bemerkt, so dass ich so viele Fotos machen konnte, wie ich wollte". Das Bild, das zu einem der bekanntesten von Che werden sollte, wurde im Büro des damaligen kubanischen Industrieministers aufgenommen. René Burri war ein Schweizer Fotograf und Filmemacher. Er studierte an der "Kunstgewerbeschule Zürich" (1950-1953), wo er lernte, mit Licht zu komponieren und Licht und Schatten in Beziehung zu setzen. Der "Burri-Touch" entstand aus diesem Unterricht, der seinen Blick prägte: die raffinierte Eleganz einer Komposition, das subtile, offene und bedeutungsvolle Spiel der festen Linien eines Bildes. Er schreibt sich der "humanistischen Fotografie" zu, die in den fünfziger Jahren in Paris vorherrschte, und fotografiert dort besondere und zarte Momente im Stil von Izis und Doisneau. Nach dem Vorbild von Cartier-Bresson beginnt Burri jedoch, nach dokumentarischen Fotografien zu suchen, die dichter sind als die Wiedergabe einfacher Anekdoten. Als Kameraassistent von Ernest Hininger beginnt er auch, kleine Dokumentarfilme zu drehen. 1955 trat er der Agentur Magnum bei und begann, die Welt zu bereisen, um Porträts, Landschaften, politische und soziale Reportagen, Architektur- und Industriefotografie usw. zu fotografieren. 1982 eröffnete er zusammen mit Bruno Barbey die Galerie Magnum in Paris. Seit 1988 ist er künstlerischer Leiter der Zeitschrift Schweizer Illustrierten. Zu seinen bekanntesten Fotografien gehören ein Foto der Stadt São Paulo (Brasilien) und ein Foto von Che Guevara.

Antonio Fomez (1937 circa) Antonio Fomez (1937 circa) Natura morta Inchiostro a penna e a lavis, tempera e acrilico su carta 45,5 x 33 cm (luce) Firma: al recto, “A Fomez” Elementi distintivi: etichetta anonima con dati dell'opera; etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA Stato di conservazione. Supporto: 95% Stato di conservazione. Superficie: 95% Antonio Fomez si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1961. Già nel 1957 scrive e disegna “La parabola dei ciechi” di Brueghel e nel 1961 completa un lungo saggio sul “Ritratto di giovane” del Rosso, corredato da disegni acquarellati. Nello stesso periodo studia e disegna la pittura futurista e successivamente elabora i primi quadri informali e la pittura nucleare con gli sgocciolamenti. Ottiene il primo riconoscimento nazionale a Roma nel 1960, quando vince il primo premio in una mostra riservata agli studenti italiani e stranieri delle Accademie di Belle Arti e delle Università italiane. Espone i suoi lavori per invito o per accettazione ad importanti mostre nazionali, come il Premio Spoleto, il Premio Michetti, il Premio Termoli, il Premio Marche, la “Biennale di Pontedera” e altre, vincendo alcuni premi. La prima mostra personale di Fomez risale al 1961 presso la Galleria S. Carlo di Napoli. Nel 1963 si trasferisce a Milano. Tra il 1963/64 passa a un nuovo tipo di figurazione ed è tra i primissimi in Italia a utilizzare il linguaggio della pop art. Dalla sua intensa attività – rappresentata da diversi cicli pittorici e scultorei – nel 1967 appaiono le prime scalette e le opere monocrome bianche, che esporrà a Milano e a Parigi. Nel clima della contestazione studentesca del 1968, espone alcune vasche contenenti pesci e acqua, che presenta in una collettiva alla Galleria Artecentro di Milano, alla Galleria Toselli di Milano (allora Galleria Nieubourg) e subito dopo in una personale alla Galleria Zunini a Parigi, alla Galleria Carabaga di Genova, dove espone un canotto con acqua e pesci. Nel 1985, in occasione della Fiera d’Arte di Bologna, pubblica “La Pagella dei critici” col Giudizio Finale, sulla quale gli artisti (Baj, A. Pomodoro, Cavaliere, Del Pezzo, Dorazio e altri) assegnano i voti ai critici. Nel 1988, in occasione del Carnevale Ambrosiano di Milano, esegue una scenografia in Piazza della Scala, mascherando il monumento a Leonardo con un telo piramidale e apponendo sul capo del Maestro di Vinci una grande cesta con frutta colorata. Seguono altri cicli tematici, tra cui particolari rivisitazioni, nature morte e tavole imbandite, e lavori ispirati a celebri opere di Courbet e Velazquez.