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Descrizione

MANOLO VALDÉS (Valencia, 1942). "Eva III", 1993. Acquaforte e collage su carta. Copia 4/51. Firmata e giustificata a matita in basso. Misure: 165 x 65,5 cm, 183 x 84 cm. (cornice). In questa incisione, realizzata dall'artista, è rappresentata la figura di Eva, ispirata all'omonimo dipinto del 1507 di Durero, appartenente alla Collezione del Museo del Prado. Valdés recupera questa figura dall'Antico Testamento, portando il suo corpo alla contemporaneità, riducendolo a un linguaggio estetico di forme sintetiche e schematiche, che conservano l'espressione devozionale e iconografica della figura religiosa, che mantiene il suo nimbo di santità e la sua postura modesta. Valdés rinuncia all'icona della mela e introduce invece l'immagine di un fiore, che pone sopra il sesso della protagonista. Questo riferimento allude anche all'opera di Dürer, che realizzò numerosi disegni ispirati alla flora e alla fauna, ma l'immagine del fiore aggiunge anche una lettura concettuale e metaforica all'opera, che in modo velato trasmette l'idea della nascita. Manolo Valdés ha introdotto in Spagna una forma di espressione artistica che unisce l'impegno politico e sociale all'umorismo e all'ironia. La sua formazione inizia nel 1957, quando entra nella Scuola di Belle Arti San Carlos di Valencia. Tuttavia, due anni dopo abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1964 fonda il gruppo artistico Equipo Crónica, insieme a Juan Antonio Toledo e Rafael Solbes, nel quale rimane fino alla morte di quest'ultimo nel 1981, nonostante Toledo avesse lasciato il gruppo due anni dopo la sua fondazione. Da allora si è stabilito a New York, dove attualmente risiede e dove ha continuato a sperimentare nuove forme espressive, tra cui la scultura. Tra i numerosi riconoscimenti che Manolo Valdés ha ricevuto ci sono il Lissone e il Biella di Milano (1965), la medaglia d'argento della II Biennale Internazionale di Incisione di Tokyo (1979), il premio del Bridgestone Art Museum di Lisbona (1979), il Premio Nazionale di Arti Plastiche (1983), la medaglia del Festival Internazionale degli Artisti Plastici di Baghdad (1986), la Decorazione dell'Ordine di Andres Bello in Venezuela (1993), il premio del Consiglio Nazionale di Monaco (1997), la Medaglia d'Oro al Merito delle Belle Arti (1998), il Premio dell'Associazione Spagnola dei Critici d'Arte (2000) e il Premio al Miglior Artista della Stampa (2002), tra gli altri. Con Equipo Crónica, Valdés ha utilizzato la figurazione come veicolo espressivo per i suoi approcci, per le sue critiche all'arte, alla società e alla politica, ma privilegiando al di sopra di ogni altro contenuto l'atto pittorico puro. Dal punto di vista tematico, Valdés si ispira all'arte dei grandi maestri della pittura: Goya, Velázquez, El Greco, Ribera o Zurbarán, e non nasconde mai i suoi modelli, ma li enfatizza, anche nei titoli delle sue opere. Formalmente, crea un'opera di grande formato in cui luci e colori esprimono valori tattili, grazie al trattamento riservato ai materiali. Il suo lavoro costringe lo spettatore a scavare nella memoria e a cercare immagini significative della storia dell'arte. Valdés è presente in alcuni dei più importanti musei del mondo, come il Reina Sofía di Madrid, il Metropolitan, il MoMA e il Guggenheim di New York, il Centro Georges Pompidou e il Fons National d'Arts Plastiques di Parigi, la Kusnthalle di Amburgo, il Kunstmuseum di Berlino e il Museo de Bellas Artes di Bilbao, tra i tanti.

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MANOLO VALDÉS (Valencia, 1942). "Eva III", 1993. Acquaforte e collage su carta. Copia 4/51. Firmata e giustificata a matita in basso. Misure: 165 x 65,5 cm, 183 x 84 cm. (cornice). In questa incisione, realizzata dall'artista, è rappresentata la figura di Eva, ispirata all'omonimo dipinto del 1507 di Durero, appartenente alla Collezione del Museo del Prado. Valdés recupera questa figura dall'Antico Testamento, portando il suo corpo alla contemporaneità, riducendolo a un linguaggio estetico di forme sintetiche e schematiche, che conservano l'espressione devozionale e iconografica della figura religiosa, che mantiene il suo nimbo di santità e la sua postura modesta. Valdés rinuncia all'icona della mela e introduce invece l'immagine di un fiore, che pone sopra il sesso della protagonista. Questo riferimento allude anche all'opera di Dürer, che realizzò numerosi disegni ispirati alla flora e alla fauna, ma l'immagine del fiore aggiunge anche una lettura concettuale e metaforica all'opera, che in modo velato trasmette l'idea della nascita. Manolo Valdés ha introdotto in Spagna una forma di espressione artistica che unisce l'impegno politico e sociale all'umorismo e all'ironia. La sua formazione inizia nel 1957, quando entra nella Scuola di Belle Arti San Carlos di Valencia. Tuttavia, due anni dopo abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1964 fonda il gruppo artistico Equipo Crónica, insieme a Juan Antonio Toledo e Rafael Solbes, nel quale rimane fino alla morte di quest'ultimo nel 1981, nonostante Toledo avesse lasciato il gruppo due anni dopo la sua fondazione. Da allora si è stabilito a New York, dove attualmente risiede e dove ha continuato a sperimentare nuove forme espressive, tra cui la scultura. Tra i numerosi riconoscimenti che Manolo Valdés ha ricevuto ci sono il Lissone e il Biella di Milano (1965), la medaglia d'argento della II Biennale Internazionale di Incisione di Tokyo (1979), il premio del Bridgestone Art Museum di Lisbona (1979), il Premio Nazionale di Arti Plastiche (1983), la medaglia del Festival Internazionale degli Artisti Plastici di Baghdad (1986), la Decorazione dell'Ordine di Andres Bello in Venezuela (1993), il premio del Consiglio Nazionale di Monaco (1997), la Medaglia d'Oro al Merito delle Belle Arti (1998), il Premio dell'Associazione Spagnola dei Critici d'Arte (2000) e il Premio al Miglior Artista della Stampa (2002), tra gli altri. Con Equipo Crónica, Valdés ha utilizzato la figurazione come veicolo espressivo per i suoi approcci, per le sue critiche all'arte, alla società e alla politica, ma privilegiando al di sopra di ogni altro contenuto l'atto pittorico puro. Dal punto di vista tematico, Valdés si ispira all'arte dei grandi maestri della pittura: Goya, Velázquez, El Greco, Ribera o Zurbarán, e non nasconde mai i suoi modelli, ma li enfatizza, anche nei titoli delle sue opere. Formalmente, crea un'opera di grande formato in cui luci e colori esprimono valori tattili, grazie al trattamento riservato ai materiali. Il suo lavoro costringe lo spettatore a scavare nella memoria e a cercare immagini significative della storia dell'arte. Valdés è presente in alcuni dei più importanti musei del mondo, come il Reina Sofía di Madrid, il Metropolitan, il MoMA e il Guggenheim di New York, il Centro Georges Pompidou e il Fons National d'Arts Plastiques di Parigi, la Kusnthalle di Amburgo, il Kunstmuseum di Berlino e il Museo de Bellas Artes di Bilbao, tra i tanti.

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