1 / 9

Descrizione

GRUPPO DI INCISIONI E STAMPE INCORNICIATE, TRA CUI ALCUNE DI GEORGE CRUIKSHANK (22), incorniciate e smaltate. Cornice più grande 45 cm x 35 cm

Tradotto automaticamente con DeepL.
Per visualizzare la versione originale, clicca qui.

186 
Vai al lotto
<
>

GRUPPO DI INCISIONI E STAMPE INCORNICIATE, TRA CUI ALCUNE DI GEORGE CRUIKSHANK (22), incorniciate e smaltate. Cornice più grande 45 cm x 35 cm

Stima 20 - 40 GBP

Escluse le commissioni di vendita.
Consulta le condizioni di vendita per calcolare l’importo delle spese.

Spese di vendita: 31.8 %
Fai un'offerta
Iscriversi all’asta

In vendita il lunedì 24 giu : 10:30 (BST)
london, Regno Unito
Wimbledon Auctions
+442089472385
Visualizza il catalogo Consulta le CGV Informazioni sull’asta

Consegna a
Modifica dell'indirizzo
Questa soluzione di spedizione è facoltativa..
Potete utilizzare un corriere di vostra scelta.
Il prezzo indicato non include il prezzo del lotto o le commissioni della casa d'aste.

Forse ti piacerebbe anche

BLUM (Maxime) - CHIMOT (Édouard). Pilar d'Algésiras. [Paris: chez l'artiste, 1934]. - In-4, 280 x 216 : frontespizio, (2 ff.), 189 pp., (1 f.), 11 tavole, copertina a stampa. In marocchino verde con decorazione continua sulle copertine e sul dorso di grandi fiori a mosaico in giallo, verde chiaro, verde scuro, marrone, rosso, rosa antico, granato, grigio e avana, titolo dorato che corre lungo il bordo della prima tavola, dorso liscio, prima fodera ornata con intarsi originali in rame, incorniciata da un'ampia fascia di marocchino blu scuro, decorata da un filetto dorato al centro e bordata da due strisce di marocchino avana, seconda fodera composta da un'ampia porzione di marocchino blu in un'ampia cornice di marocchino verde decorata da un filetto dorato al centro e bordata da due strisce di marocchino avana, carte finali in seta moiré blu, doppie carte finali, bordi dorati sui testimoni, copertina e dorso conservati, cofanetto bordato (Esther Founès). Edizione deluxe stampata in 103 esemplari, illustrata con 21 acqueforti a colori di Édouard CHIMOT (1880-1959), di cui una sul titolo, 8 nel testo e 12 fuori testo. Uno dei 60 esemplari su vecchio Japon, questo (n. 20) uno dei primi 20 riservati a un gruppo di bibliofili, destinato a Madame Louise Pierre Boucard, contenente, oltre alla firma dell'artista sulla giustificazione e a una suite in nero con osservazioni delle incisioni, IL FILE COMPLETO DI UNA DELLE ILLUSTRAZIONI. Quella del presente esemplare riguarda la lastra che si trova tra le pagine 134-135. Si tratta della lastra originale in rame, intarsiata nella prima fodera della rilegatura, di 8 disegni originali firmati, di cui uno su carta da lucido, e di 9 prove (primo, secondo, terzo, quarto, quinto stato, prova firmata, prova a colori con osservazioni, prova a colori firmata e una "prova migliorata del disegno per il fondo" anch'essa firmata). Esemplare molto bello in una legatura d'epoca a mosaico realizzata per Louise Pierre Boucard da Esther Founès, che esercitò a Parigi dal 1920 al 1939. È arricchito da 3 lettere autografe firmate da Édouard Chimot. La prima, datata 30 luglio 1934, è stata rilegata in testa. Scritta su una pagina in-4, accompagnava la copia: "Questa è Pilar d'Algésiras, che vorreste accogliere nella vostra biblioteca [...] Questa piccola ragazza andalusa mi ha causato un grande tormento. Ho voluto provare a rinnovare la mia incisione a colori, per cercare di togliere il più possibile il nero, per modellare con la tinta locale. E mi dispiace, quando sfoglio il libro, di non essere arrivato al punto in cui avrei voluto. Le altre due lettere, rimaste sciolte, sono indirizzate ai suoi "Cari amici" e sono state scritte a Barcellona il 12 dicembre 1947 (2 pagine in-8) e il 21 aprile 1949 (1 pagina a un quarto in-8). Copia molto ben conservata, nonostante il dorso leggermente sbiadito e l'occasionale presenza di foxing sui bordi e sui margini di alcuni fogli. Provenienza : Louise Pierre Boucard.

JAUME PLENSA (Barcellona, 1955). "Le visage volé", 2021 Acquaforte, copia 24/50. Firmata e giustificata a mano. Misure: 21 x 15 cm (stampa); 41 x 32 cm (cornice). Jaume Plensa ha studiato alla Scuola di La Llotja e alla Scuola Superiore di Belle Arti di Sant Jordi, entrambe a Barcellona. Si è distinto per la scultura, il disegno e l'incisione. Il suo lavoro si concentra sulla relazione tra l'uomo e il suo ambiente, spesso mettendo in discussione il ruolo dell'arte nella società e la posizione dell'artista. Attualmente vive a Parigi e di recente gli è stata conferita una laurea honoris causa dalla School of the Art Institute di Chicago. Plensa ha iniziato la sua carriera lavorando con ferro battuto mescolato con poliestere. Tra il 1983 e il 1984 ha iniziato a modellare il ferro con la tecnica della fusione e ha sviluppato un concetto scultoreo basato su elementi zoomorfi. Il suo lavoro si è evoluto gradualmente e oggi è considerato un precursore del neo-espressionismo spagnolo. Negli anni Novanta introduce modifiche nel suo lavoro, sia dal punto di vista materiale che formale, e inizia a utilizzare materiali diversi come rottami metallici, poliestere e resine. In questi anni elabora serie di muri, porte e costruzioni architettoniche, cercando di dare allo spazio un protagonismo assoluto. Tra il 1999 e il 2003 Plensa diventa uno dei pilastri della scenografia mondiale, reinterpretando con "La Fura dels Baus" quattro opere classiche di Falla, Debussy, Berlioz e Mozart, e da solo una produzione teatrale contemporanea, "La pareti della solitudine", di Ben Jelloun. Ha tenuto mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra cui una retrospettiva al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía nel 2000. Nel giugno 2008 ha inaugurato a Londra, presso la sede della BBC, la sua opera "Breathing", un monumento dedicato ai giornalisti uccisi nell'esercizio della loro professione. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerose onorificenze, come la Medaglia dei Cavalieri delle Arti e delle Lettere nel 1993, conferita dal Ministero della Cultura francese, o il Premio Nazionale per le Arti Plastiche nel 1997, conferito dalla Generalitat della Catalogna. Considerato uno dei maggiori rappresentanti della nuova arte spagnola di tendenza espressionista, le sue opere sono presenti nelle migliori gallerie e fiere d'arte nazionali e internazionali, oltre che nei principali musei d'Europa e degli Stati Uniti, come il MOMA di New York, il Kemper di Kansas, il Museo Patio Herreriano di Valladolid, il Palazzo Forti di Verona, il MACBA o il Museo Reina Sofía di Madrid.

MANOLO VALDÉS (Valencia, 1942). "Eva III", 1993. Acquaforte e collage su carta. Copia 4/51. Firmata e giustificata a matita in basso. Misure: 165 x 65,5 cm, 183 x 84 cm. (cornice). In questa incisione, realizzata dall'artista, è rappresentata la figura di Eva, ispirata all'omonimo dipinto del 1507 di Durero, appartenente alla Collezione del Museo del Prado. Valdés recupera questa figura dall'Antico Testamento, portando il suo corpo alla contemporaneità, riducendolo a un linguaggio estetico di forme sintetiche e schematiche, che conservano l'espressione devozionale e iconografica della figura religiosa, che mantiene il suo nimbo di santità e la sua postura modesta. Valdés rinuncia all'icona della mela e introduce invece l'immagine di un fiore, che pone sopra il sesso della protagonista. Questo riferimento allude anche all'opera di Dürer, che realizzò numerosi disegni ispirati alla flora e alla fauna, ma l'immagine del fiore aggiunge anche una lettura concettuale e metaforica all'opera, che in modo velato trasmette l'idea della nascita. Manolo Valdés ha introdotto in Spagna una forma di espressione artistica che unisce l'impegno politico e sociale all'umorismo e all'ironia. La sua formazione inizia nel 1957, quando entra nella Scuola di Belle Arti San Carlos di Valencia. Tuttavia, due anni dopo abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1964 fonda il gruppo artistico Equipo Crónica, insieme a Juan Antonio Toledo e Rafael Solbes, nel quale rimane fino alla morte di quest'ultimo nel 1981, nonostante Toledo avesse lasciato il gruppo due anni dopo la sua fondazione. Da allora si è stabilito a New York, dove attualmente risiede e dove ha continuato a sperimentare nuove forme espressive, tra cui la scultura. Tra i numerosi riconoscimenti che Manolo Valdés ha ricevuto ci sono il Lissone e il Biella di Milano (1965), la medaglia d'argento della II Biennale Internazionale di Incisione di Tokyo (1979), il premio del Bridgestone Art Museum di Lisbona (1979), il Premio Nazionale di Arti Plastiche (1983), la medaglia del Festival Internazionale degli Artisti Plastici di Baghdad (1986), la Decorazione dell'Ordine di Andres Bello in Venezuela (1993), il premio del Consiglio Nazionale di Monaco (1997), la Medaglia d'Oro al Merito delle Belle Arti (1998), il Premio dell'Associazione Spagnola dei Critici d'Arte (2000) e il Premio al Miglior Artista della Stampa (2002), tra gli altri. Con Equipo Crónica, Valdés ha utilizzato la figurazione come veicolo espressivo per i suoi approcci, per le sue critiche all'arte, alla società e alla politica, ma privilegiando al di sopra di ogni altro contenuto l'atto pittorico puro. Dal punto di vista tematico, Valdés si ispira all'arte dei grandi maestri della pittura: Goya, Velázquez, El Greco, Ribera o Zurbarán, e non nasconde mai i suoi modelli, ma li enfatizza, anche nei titoli delle sue opere. Formalmente, crea un'opera di grande formato in cui luci e colori esprimono valori tattili, grazie al trattamento riservato ai materiali. Il suo lavoro costringe lo spettatore a scavare nella memoria e a cercare immagini significative della storia dell'arte. Valdés è presente in alcuni dei più importanti musei del mondo, come il Reina Sofía di Madrid, il Metropolitan, il MoMA e il Guggenheim di New York, il Centro Georges Pompidou e il Fons National d'Arts Plastiques di Parigi, la Kusnthalle di Amburgo, il Kunstmuseum di Berlino e il Museo de Bellas Artes di Bilbao, tra i tanti.