Descrizione

PALMERIO, Antonio. Hippocratis Aphorismi poeticis salibus aspersi. Authore. Antonio Palmerio Soc. Jesu. Napoli, Felice Mosca, 1699 8vo piccolo; 140x80 mm. Legatura coeva in piena pergamena rigida, titolo manoscritto al dorso. Pagine [12, inclusi Antiporta e Frontespizio], 156. Antiporta incisa da Fabiano Miotte. Inziali, testatine e finalini xilografici. Tracce d’uso, sporadico foxing e qualche macchietta, esemplare genuino. Rara prima edizione. Sono qui raccolti in otto libri i celebri aforismi di Ippocrate, un prontuario dei sintomi e dei decorsi delle malattie allora classificate. Ogni aforisma è seguito da un commento poetico. Nella bella antiporta incisa da F. Miotte sono raffigurati Ippocrate, Galeno, Mesue, Avicenna e lo stesso ‘Poeta’ con il liuto.

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PALMERIO, Antonio. Hippocratis Aphorismi poeticis salibus as

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PAOLI, Paolo Antonio. Avanzi delle antichita esistenti a Pozzuoli Cuma e Baia Antiquitatum Puteolis Cumis Baiis existentium reliquiae. S.l. s.d. [Napoli o Firenze, 1768] Folio Imperiale. 490x365 mm. Legatura coeva mezza bazzana, piatti in cartonato rosso, dorso a nervi con fregi in oro e titolo in oro su tassello verde. Opera interamente incisa: LXVIII [i.e. LXIX] carte di tavola di cui una più volte ripiegata e 2 su doppia pagina, 38 carte di testo interamente inciso su due colonne in italiano e latino. Così composto: Occhietto, Frontespizio, Dedica, 66 tavole numerate IV-LXVIII (con aggiunta della tavola XLII bis), 36 carte incise con la spiegazione delle tavole, 2 carte di Indice, tutte con il verso bianco. Alla fine compare la data “Anno A:C: MDCCLXVIII”. Il nome dell'autore, Paolo Antonio Paoli, si ricava dalla dedica incisa nella carta di Tab. III. Tracce d’uso alla legatura, foxing sui margini, alcuni abili restauri; in complesso buona conservazione, esemplare con ampi margini. Rara prima edizione del capolavoro calcografico di Paoli. Testo e vedute in bellissime lastre incise in rame. La documentazione sistematica delle rovine classiche greche e romane, molte delle quali qui raffigurate per la prima volta, è considerata la più importante veduta settecentesca di Pozzuoli e dei suoi dintorni. Le incisioni di Giovanni Volpato, Antoine Cardon, Francesco La Marra e Johann Dominik Fiorillo si basano su disegni di artisti locali come Gianbattista Natali, Tommaso Rojola, Ricciarelli e Magri. Rimarchevoli le fantasiose incisioni del Volpato, particolarmente il Frontespizio e la Dedica; di grande effetto scenografico la grande Veduta della Costa di Pozzuoli, più volte ripiegata. Il Conte Felice Gazzola commissionò la presente opera e una volta pubblicata venne stampata in pochissime copie e venduta per 15 ducati napoletani. Paolo Antonio Paoli, presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica di Roma, 1775-98, fu uno studioso e storico pioniere delle antiche civiltà della regione Campania, nell'Italia meridionale. Questo esemplare è nella Variante B indicata da SBN: alla fine compare la citazione “Jamam qui terminet astris. Virg. l. Ae. 287” e non figura l'indicazione del prezzo. Brunet I, 314; Berlin Katalog 1895; Cicognara 2692, con erronea data 1778. Imperial Folio. 490x365 mm. Contemporary quater sheepskin binding, red cardboard covers, ribbed spine with gilt ornaments and gilt title on green label. Work entirely engraved: LXVIII [i.e. LXIX] plates, one of which is folded several times and 2 on double pages, 38 leaves of text entirely engraved on two columns in Italian and Latin. Composed as follows: Half-title, Title page, Dedication, 66 plates numbered IV-LXVIII (with the addition of plate XLII bis), 36 engraved leaves with the explanation of the plates, 2 index leaves, all with blank reverse. At the end the date “Anno A:C: MDCCLXVIII” appears. The name of the author, Paolo Antonio Paoli, is taken from the dedication engraved on the leaf of Tab. III. Traces of wear on the binding, foxing on the margins, some skilfull restorations; overall in good condition, specimen with wide margins. Rare first edition of Paoli's chalcographic masterpiece. Text and views in beautiful copper engraved plates. The systematic documentation of classical Greek and Roman ruins, many of which are depicted here for the first time, is considered the most important eighteenth-century view of Pozzuoli and its surroundings. The engravings by Giovanni Volpato, Antoine Cardon, Francesco La Marra and Johann Dominik Fiorillo are based on drawings by local artists such as Gianbattista Natali, Tommaso Rojola, Ricciarelli and Magri.Volpato's imaginative engravings are remarkable, particularly the Titlepage and the Dedication; of great scenographic effect is the large View of the Coast of Pozzuoli, folded several times. Count Felice Gazzola commissioned this work and once published it was printed in very few copies and sold for 15 Neapolitan ducats. Paolo Antonio Paoli, president of the Pontifical Ecclesiastical Academy of Rome, 1775-98, was a pioneer scholar and historian of the ancient civilizations of the Campania region of southern Italy.This specimen is in Variant B indicated by SBN: at the end the quote “Jamam qui terminat astris. Virg. L. Ae. 287” and there is no price indication.

SANNAZARO, Jacopo. Jacobi, sive Actii Synceri Sannazarii, ... Poemata ex antiquis editionibus accuratissime descripta. Accessit ejusdem vita, Jo. Antonio Vulpio auctore; item Gabrielis Altilii et Honorati Fascitelli carmina quae exstant. Editio altera, priore locupletior. Patavii: excudebat Josephus Cominus, 1731 4to; 260x190 mm. Legatura coeva in cartonato alla rustica. Pp. (10, incl Antip.), LII, 303; [1, con colophon e marca xil.]; Iniz. orn., Testatine e Finalini xil.; Ritratto in ovale dell'autore in antiporta, impresa tipografica al titolo, medaglia con ritratto in testa alla "Vita" scritta da J. A. Volpi, tutto inciso in rame. Perfetto stato di conservazione, ampi margini, esemplare intonso. Rara cominiana figurata. Stimatissima edizione, che comprende il «De partu Virginis», la seconda delle maggiori opere latine del Sannazzaro, le 5 Egloghe Piscatorie, il «Salices», i tre libri di Elegie che raccolgono le poesie giovanili, i tre libri di Epigrammi, composizioni polemiche contro il Poliziano, i Borgia e Leone X, ed alcuni Carmi di illustri poeti riguardanti il Sannazaro.Jacopo Sannazaro (Napoli, 1457 – 1530) fu allievo, nella seconda metà degli anni settanta del Quattrocento, di Giuniano Maio e Luca Grasso, a Napoli. Aderì all'Accademia Pontaniana, raccolta attorno all'umanista Giovanni Pontano, assumendo lo pseudonimo classicizzante di Actius Syncerus. Divenuto presto famoso come poeta fu accolto a corte, ottenendo in dono da Federico d'Aragona, come residenza di campagna, Villa Mergellina, nei pressi di Napoli,. Quando il suo patrono Federico fu costretto a rifugiarsi in Francia nel 1501 fu accompagnato da Sannazaro, che non ritornò in Italia prima della morte del re (1504). Volpi, p. 499: "anche questa edizione è rara". 4to; 260x190 mm. Contemporary sewing binding. Pp. (10, including frontispiece), LII, 303; [1, with colophon and woodcut printer's device]; Adorned initial letters, woodcut headpieces and endpieces; Oval portrait of the author on the frontispiece, printer's device on the titlepage, medal with portrait at the head of the "Life" written by J. A. Volpi, all copper-engraved. Perfect condition, wide margins, uncut copy. Rare illustrated Cominiana. Esteemed edition, which includes the "De partu Virginis", the second of Sannazzaro's major Latin works, the 5 Piscatory Eglogues, the "Salices", the three books of Elegies that collect the youthful poems, the three books of Epigrams, polemical compositions against Poliziano, the Borgias and Leone X, and some Carmi by illustrious poets concerning Sannazzaro.Jacopo Sannazaro (Naples, 1457 - 1530) was a pupil of Giuniano Maio and Luca Grasso in Naples in the second half of the 1470s. He joined the Accademia Pontaniana, gathered around the humanist Giovanni Pontano, taking the classicizing pseudonym of Actius Syncerus. He soon became famous as a poet and was received at court, receiving Villa Mergellina, near Naples, as a country residence from Frederick of Aragon. When his patron Frederick was forced to take refuge in France in 1501, he was accompanied by Sannazaro, who did not return to Italy before the king's death (1504). Volpi p. 499: 'this edition is also rare'.

BROCHERO, Julián José. Patente di nobiltà di Don Luis Bermudo Soriano e Dona Antonia Ortiz De Espinosa. Manoscritto membranaceo, Madrid, 5 Maggio 1774 Manoscritto membranaceo in 4to, mm. 300 x 200. Legatura in pieno marocchino rosso con ricchissime decorazioni in oro ai piatti e sul dorso a sei nervi, al centro dei piatti le armi del Re di Spagna Carlo III. Fogli di guardia in carta marmorizzata policroma. L'interno consta di 68 carte in pergamena con testo entro doppia cornice lineare rossa, agli angoli decorazione arabescati in azzurro. Testo in spagnolo, nitida scrittura cancelleresca, inchiostro bruno. In apertura due grandi fogli miniati: il primo con due grandi stemmi, il secondo, che funge da Frontespizio, con il sigillo-stemma dei re Carlo III sormontato da corona e il nome dell’Autore, entro composizione architettonica con le due colonne della Casa Reale e il motto “Plus Ultra”. Nel testo, grandi Iniziali miniate con paesaggi, Testate figurate con i titoli, Finalini con stemmi miniati con colori vivaci e oro. Interfoliato con sete coeve a protezione delle raffigurazioni. Fuori testo un grandissimo albero genealogico risalente a Don Ignacio Bermudo Soriano, ripiegato. Bellissimo esemplare perfettamente conservato. Manoscritto araldico spagnolo del XVIII secolo, magnificamente miniato. Il documento è ufficialmente redatto e attestato da Don Julian Joseph Brochero, primo re d'armi di Spagna. Sono descritte le origini nobili delle casate Bermudo Soriano, Medina Mejorada, La Cadena, Escovar e Ortiz de Espinosa. Nel capitolo dedicato ad ogni casato è raffigurato, in sgargianti e vividi colori, il rispettivo stemma, con ricche impressioni in oro. Il re d'armi, grado principale tra quelli degli ufficiali d'armi, era il capo degli araldi ed aveva il compito di custodire gli stemmi concessi, apportando le modificazioni o aggiunte che derivavano da nuove concessioni o da alleanze matrimoniali. A tal fine provvedeva anche a registrare e correggere gli alberi genealogici delle famiglie. Alla fine del volume, la Patente di Nobiltà è garantita e controfirmata da Felipe López de la Huerta, Oficial Real Contador del real Tribunal de Cuentas de Madrid en el Reyno de España.Un manoscritto simile di Brochero, “Certificación de nobleza y escudo de armas de Bernardo Ballerino”, con medesimo frontespizio, ma senza legatura alle Armi, presso l’Archivo Histórico Nacional, CODICES, L.1415; digitalizzato in: http://pares.mcu.es/ParesBusquedas20/catalogo/show/2610353. Parchment manuscript in 4to, mm. 300 x 200. Binding in full red morocco with rich gold decoration on the covers and on the ribbed back, in the middle of the plates the coat of arm of King Charles III of Spain. Endpapers in polychrome marbled paper. Interior consists of 68 vellum leaves with text within red double linear frame, at corners arabesque decoration in blue. Text in Spanish, crisp chancery script, brown ink. In the opening two large illuminated folios: the first with two large coats of arms, the second, The second, which serves as the Title-page, with the seal-stem of King Charles III surmounted by crown and the Author's name, within architectural composition with the two columns of the Royal House and the motto "Plus Ultra." In the text, large illuminated Initials with landscapes, illustrated headpieces with titles, Tailpieces with coats of arms illuminated in bright colors and gold. Interleaved with coeval silks protecting the illustrations. Outside text a very large family tree dating back to Don Ignacio Bermudo Soriano, folded. Beautiful specimen. Spanish heraldic manuscript from the 18th century, beautifully illuminated. The document is officially drawn up and attested by Don Julian Joseph Brochero, first king-at-arms of Spain. The noble origins of the Bermudo Soriano, Medina Mejorada, La Cadena, Escovar and Ortiz de Espinosa lineages are described. The chapter devoted to each house depicts, in garish and vivid colors, the respective coat of arms, with rich gold embossing. The king of arms, the principal rank among those of the officers of arms, was the chief of the heralds and had the task of guarding the coats of arms granted, making any changes or additions that resulted from new concessions or marriage alliances. Because of this he also saw to recording and correcting the family trees of families. At the end of the volume, the Patent of Nobility is guaranteed and countersigned by Felipe López de la Huerta, Oficial Real Contador del real Tribunal de Cuentas de Madrid en el Reyno de España.A similar manuscript by Brochero, "Certificación de nobleza y escudo de armas de Bernardo Ballerino," with the same titlepage, but without Armorial binding of the King, at the Archivo Histórico Nacional, CODICES, L.1415; digitized in: http://pares.mcu.es/ParesBusquedas20/catalogo/show/2610353.