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Descrizione

Linguadoca - ASTRUC (Jean). Memorie per l'istiutra naturale della provincia di Languedoc. Parigi, Cavelier, 1737. In-4, vitello grana, dorso scanalato e decorato, roulette dorata ai bordi. Prima edizione di questa raccolta di memorie dedicate alla provincia di Languedoc, di grande erudizione. È illustrata con 4 mappe e 6 tavole ripiegate. L'opera è divisa in tre parti, dedicate rispettivamente alla Geografia, alla Fisica e alla Letteratura. Astruc traccia un confronto tra la geografia antica della Linguadoca e quella del suo tempo e prosegue con lo studio delle strade romane, che lo porta a stabilire la lunghezza delle antiche miglia, dei passi e dei piedi. Le memorie di fisica trattano principalmente di fontane, ma anche delle terme di Balaruc, di una miniera di piombo nella diocesi di Alais, di come si innalzano e si modellano le forchette di legno e dei venti. L'ultima parte contiene memorie letterarie che descrivono la natura della costa, la disposizione dei porti, il genio e il carattere degli abitanti di questa provincia. Nella terza parte, tra le pagine 422 e 500, si trovano sei interessanti tavole che forniscono definizioni alfabetiche o etimologie di termini linguadociani: "Des noms celtiques de quelques lieux de la Gaule Narbonnoise première", "Des mots actuellement en usage dans le Languedoc, qui sont d'origine Celtique", "De quelques mots Languedociens, qui paroissent venir de la Langue Germanique ou Gothique", ecc. Copia molto bella.

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Linguadoca - ASTRUC (Jean). Memorie per l'istiutra naturale della provincia di Languedoc. Parigi, Cavelier, 1737. In-4, vitello grana, dorso scanalato e decorato, roulette dorata ai bordi. Prima edizione di questa raccolta di memorie dedicate alla provincia di Languedoc, di grande erudizione. È illustrata con 4 mappe e 6 tavole ripiegate. L'opera è divisa in tre parti, dedicate rispettivamente alla Geografia, alla Fisica e alla Letteratura. Astruc traccia un confronto tra la geografia antica della Linguadoca e quella del suo tempo e prosegue con lo studio delle strade romane, che lo porta a stabilire la lunghezza delle antiche miglia, dei passi e dei piedi. Le memorie di fisica trattano principalmente di fontane, ma anche delle terme di Balaruc, di una miniera di piombo nella diocesi di Alais, di come si innalzano e si modellano le forchette di legno e dei venti. L'ultima parte contiene memorie letterarie che descrivono la natura della costa, la disposizione dei porti, il genio e il carattere degli abitanti di questa provincia. Nella terza parte, tra le pagine 422 e 500, si trovano sei interessanti tavole che forniscono definizioni alfabetiche o etimologie di termini linguadociani: "Des noms celtiques de quelques lieux de la Gaule Narbonnoise première", "Des mots actuellement en usage dans le Languedoc, qui sont d'origine Celtique", "De quelques mots Languedociens, qui paroissent venir de la Langue Germanique ou Gothique", ecc. Copia molto bella.

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