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Descrizione

XAVIER MEDINA CAMPENY (Barcellona, 1943). Senza titolo. Scultura in bronzo, copia 4/5. Firmata e giustificata sulla base. Con sigillo della Fundición Artística Vila. Misure: 51 x 65 x 37 cm. Dall'inizio degli anni Settanta risale una serie di pezzi di Medina Campeny il cui tema è la testa umana, messa a fuoco da più punti di vista, sottoponendola a modifiche. Xavier Medina Campeny, nipote dello scultore Josep Campeny e pronipote di Damià Campeny, è uno scultore di formazione autodidatta, che ha evoluto il suo mood artistico verso uno stile molto personale. Inizia a studiare architettura a Barcellona, ma abbandona gli studi per avvicinarsi al mondo della scultura. È in questo periodo che si dedica a quest'arte, con una formazione da autodidatta. La sua lunga carriera artistica come scultore lo ha portato a lavorare con diverse tecniche e materiali. La sua prima mostra risale al 1964. Dopo dieci anni si è trasferito a New York, dove ha realizzato la maggior parte della sua produzione artistica. Dopo qualche anno è tornato a vivere in Spagna. Il suo stile è strettamente legato all'avanguardia, più precisamente al dadaismo. La sua padronanza del disegno lo ha aiutato a mettere in relazione elementi organici e forme geometriche. Negli anni dal 1975 al 1989, ha sviluppato un linguaggio plastico del corpo umano, una miscela di anatomia e geometria, che lui stesso ha chiamato "frammentazioni". Al momento di realizzare questi corpi, Medina sbriciola, divide e geometrizza le parti del corpo umano per poi ricongiungerle, al fine di evidenziare alcune parti che lascia vuote. L'opera Conversación (1979) riflette e racconta il contrasto tra l'assente e il presente. L'opera Lo specchio nell'Oceano Atlantico, invece, equilibra la forma con lo sfondo e lavora il corpo senza frammentarlo. Il lavoro di Medina può essere messo in relazione con le proposte surrealiste. Ad esempio, nel gruppo Mimetismo animal (mimetismo animale), gli atteggiamenti umani con espressioni ironiche sono visibili negli animali. Dal 2003 c'è stato un cambiamento nello stile dell'artista rispetto al corpo umano, in cui semplifica le forme e le trasforma in cilindri allungati che per lui sono "pezzi" con un significato simbolico. Le opere di Medina e Campeny sono state esposte sia in Europa che in America, dove l'artista possiede diverse opere in musei e importanti istituzioni, come il Museo Nacional de Arte Reina Sofia di Madrid, il MACBA di Barcellona, la Fondazione Pagani di Legnano, Italia, l'Everson Museum di Syracuse (USA), la Jimmy Carter Library & Museum di Atlanta, Georgia (USA), la Bears Foundation di New York (USA), il North Carolina Museum of Art (USA), tra gli altri.

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XAVIER MEDINA CAMPENY (Barcellona, 1943). Senza titolo. Scultura in bronzo, copia 4/5. Firmata e giustificata sulla base. Con sigillo della Fundición Artística Vila. Misure: 51 x 65 x 37 cm. Dall'inizio degli anni Settanta risale una serie di pezzi di Medina Campeny il cui tema è la testa umana, messa a fuoco da più punti di vista, sottoponendola a modifiche. Xavier Medina Campeny, nipote dello scultore Josep Campeny e pronipote di Damià Campeny, è uno scultore di formazione autodidatta, che ha evoluto il suo mood artistico verso uno stile molto personale. Inizia a studiare architettura a Barcellona, ma abbandona gli studi per avvicinarsi al mondo della scultura. È in questo periodo che si dedica a quest'arte, con una formazione da autodidatta. La sua lunga carriera artistica come scultore lo ha portato a lavorare con diverse tecniche e materiali. La sua prima mostra risale al 1964. Dopo dieci anni si è trasferito a New York, dove ha realizzato la maggior parte della sua produzione artistica. Dopo qualche anno è tornato a vivere in Spagna. Il suo stile è strettamente legato all'avanguardia, più precisamente al dadaismo. La sua padronanza del disegno lo ha aiutato a mettere in relazione elementi organici e forme geometriche. Negli anni dal 1975 al 1989, ha sviluppato un linguaggio plastico del corpo umano, una miscela di anatomia e geometria, che lui stesso ha chiamato "frammentazioni". Al momento di realizzare questi corpi, Medina sbriciola, divide e geometrizza le parti del corpo umano per poi ricongiungerle, al fine di evidenziare alcune parti che lascia vuote. L'opera Conversación (1979) riflette e racconta il contrasto tra l'assente e il presente. L'opera Lo specchio nell'Oceano Atlantico, invece, equilibra la forma con lo sfondo e lavora il corpo senza frammentarlo. Il lavoro di Medina può essere messo in relazione con le proposte surrealiste. Ad esempio, nel gruppo Mimetismo animal (mimetismo animale), gli atteggiamenti umani con espressioni ironiche sono visibili negli animali. Dal 2003 c'è stato un cambiamento nello stile dell'artista rispetto al corpo umano, in cui semplifica le forme e le trasforma in cilindri allungati che per lui sono "pezzi" con un significato simbolico. Le opere di Medina e Campeny sono state esposte sia in Europa che in America, dove l'artista possiede diverse opere in musei e importanti istituzioni, come il Museo Nacional de Arte Reina Sofia di Madrid, il MACBA di Barcellona, la Fondazione Pagani di Legnano, Italia, l'Everson Museum di Syracuse (USA), la Jimmy Carter Library & Museum di Atlanta, Georgia (USA), la Bears Foundation di New York (USA), il North Carolina Museum of Art (USA), tra gli altri.

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