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Descrizione

BEAU CORAN HARARI SIGNÉ ET DATÉ

ETIOPIA, COPIATO DA MUHAMMAD AL-BASHIR AL-NADHIR KABIR 'ABD AS-SALAM IBN SIM JARAD ABU BAKR. DATATO: MARTEDÌ 4 DI RABI' AL-AWWAL 1193 H./ 22 MARZO 1779 Manoscritto arabo su carta vergata occidentale filigranata (tre lune). 299 fogli + 2 carte finali. Il testo è copiato in una variante dello stile Bihari, a 13 righe per pagina, in inchiostro nero (inchiostro di carbone). Una prefazione di 4 fogli, copiata dalla stessa mano in inchiostro rosso, precede il testo coranico. Segue un indice della postfazione di una pagina, anch'esso copiato in rosso, che indica il numero totale dei versetti secondo le diverse scuole regionali. La doppia pagina iniziale è inserita in un rettangolo miniato in inchiostro rosso e nero, con due bande laterali a intreccio bianco su fondo rosso. I segni diacritici e le vocali sono in nero. I segni ortoepici e i separatori dei versi sono in rosso. Tra ogni sura c'è una formula in rosso che indica il titolo della sura successiva, il luogo della rivelazione e il numero dei versetti. Ai margini, il copista ha indicato in rosso le divisioni del testo (in hizb, quarti e mezzi hizb, e juz') e in blu le glosse relative all'ortografia dello scheletro consonantico. Legatura originale, restaurata nel XX secolo. Area del testo : 15,5 x 10,5 cm ; Pagina : 22,5 x 16 cm Questo manoscritto, copiato nel 1193 AH / 1779, presenta caratteristiche formali - decorazione, calligrafia, formato - tipiche della tradizione manoscritta dell'Africa orientale, e più in particolare della produzione della città di Harar, nell'Etiopia orientale. Questa produzione sembra essersi formalizzata intorno al XVIII secolo; i primi testimoni datati precedono di pochi decenni l'esemplare qui presentato (si veda il manoscritto della collezione Khalili QUR706, datato 1162 AH/1749). I Corani di Harar si distinguono innanzitutto per la loro capacità di prendere in prestito e reinterpretare elementi visivi da tradizioni manoscritte talvolta lontane, come quella dei sultanati indiani (si veda il lavoro di S. Mirza). L'altra caratteristica notevole di questa produzione coranica è l'inserimento di una lunga prefazione - ispirata al trattato in rima della Shatibiyya, composto da al-Shatibi (morto nel 590/1194) - che funge da guida alla lettura e che fornisce una prova unica dell'uso del mushaf all'interno della comunità musulmana di queste regioni.

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BEAU CORAN HARARI SIGNÉ ET DATÉ

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