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Descrizione

Rara scatola ottagonale, a pisside, con anima in legno di conifera tinto, impiallacciata in ebano, osso, pasta rossa e bronzo. Ogni lato è decorato da una placca traforata con otto stelle a otto punte su due colonne in una cornice con resti di pasta rossa; il corpo è sottolineato da filetti in alto e in basso; il coperchio è decorato geometricamente con un fregio di trecce intrecciate che formano una stella a otto punte; rifiniture in bronzo costituite da cerniere, falsi angoli e piedini con estremità lanceolate, una cerniera con piastra di chiusura con angoli a trifoglio comprendente tre inneschi per un perno e un anello di sospensione superiore mobile. Spagna, periodo nazarí, Granada, XIV/XV secolo Altezza complessiva 13 cm - Larghezza complessiva 11,7 cm Solo la scatola, H. 10,9 cm - L. 10,1 cm (leggera deformazione del coperchio) Questa pisside, giunta fino a noi in ottimo stato di conservazione, appartiene a un gruppo piuttosto ristretto di scatole realizzate ad al-Andalus con placche in avorio o in osso decorate con motivi di stelle a otto punte. Finora ne sono state identificate cinque di dimensioni molto simili: Collezione privata, León (fig.a), Instituto Valencia de Don Juan, Madrid, inv. 4867 (fg.b), vendita di Londra Sotheby's, 10 giugno 2020, lotto 87 (fig.c), Museo delle Arti Decorative, Madrid, acquisto 2023, inv. CE 30485 (fig.d), David Collection, Copenhagen, inv. 1/2017 (fig.e). Provengono da botteghe della penisola iberica durante il periodo dell'occupazione musulmana e mutuano la tecnica e la decorazione dall'arte araba del Maghreb. Diversi studiosi hanno studiato questa produzione e concordano sul fatto che risalga al regno di Granada, sotto la dinastia dei Nasridi (1238-1492). L'originalità della scatola qui esposta risiede nella semplicità della sua decorazione, che non utilizza la raffinata tecnica di intarsio geometrico, nota in spagnolo come taracea, presente negli altri cinque esemplari citati. L'uso di queste scatole non è ancora stato determinato: alcuni storici dell'arte ritengono che fossero calamai, mentre altri credono che fossero pissidi, dato che alcune erano vendute dai monasteri. Quest'ultima ipotesi sembra plausibile, dato il layout geometrico utilizzato dagli artigiani andalusi sotto la dominazione musulmana, che raffigura sia stelle che croci. Opere consultate: - Á. Galán y Galindo, "Evolución de las técnicas de talla en marfil" in Boletin del Museo Arqueologico Nacional, 29-30-31/2011-12-13, I, p. 5-64 - N. Silva Santa-Cruz, "Entre la ebanisterai y la eboraria: Un probabile tintero (Dawät) nazarí y otras taraceas medievales" in Codex Aquilarensis, 31/2015, p. 233-258

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Rara scatola ottagonale, a pisside, con anima in legno di conifera tinto, impiallacciata in ebano, osso, pasta rossa e bronzo. Ogni lato è decorato da una placca traforata con otto stelle a otto punte su due colonne in una cornice con resti di pasta rossa; il corpo è sottolineato da filetti in alto e in basso; il coperchio è decorato geometricamente con un fregio di trecce intrecciate che formano una stella a otto punte; rifiniture in bronzo costituite da cerniere, falsi angoli e piedini con estremità lanceolate, una cerniera con piastra di chiusura con angoli a trifoglio comprendente tre inneschi per un perno e un anello di sospensione superiore mobile. Spagna, periodo nazarí, Granada, XIV/XV secolo Altezza complessiva 13 cm - Larghezza complessiva 11,7 cm Solo la scatola, H. 10,9 cm - L. 10,1 cm (leggera deformazione del coperchio) Questa pisside, giunta fino a noi in ottimo stato di conservazione, appartiene a un gruppo piuttosto ristretto di scatole realizzate ad al-Andalus con placche in avorio o in osso decorate con motivi di stelle a otto punte. Finora ne sono state identificate cinque di dimensioni molto simili: Collezione privata, León (fig.a), Instituto Valencia de Don Juan, Madrid, inv. 4867 (fg.b), vendita di Londra Sotheby's, 10 giugno 2020, lotto 87 (fig.c), Museo delle Arti Decorative, Madrid, acquisto 2023, inv. CE 30485 (fig.d), David Collection, Copenhagen, inv. 1/2017 (fig.e). Provengono da botteghe della penisola iberica durante il periodo dell'occupazione musulmana e mutuano la tecnica e la decorazione dall'arte araba del Maghreb. Diversi studiosi hanno studiato questa produzione e concordano sul fatto che risalga al regno di Granada, sotto la dinastia dei Nasridi (1238-1492). L'originalità della scatola qui esposta risiede nella semplicità della sua decorazione, che non utilizza la raffinata tecnica di intarsio geometrico, nota in spagnolo come taracea, presente negli altri cinque esemplari citati. L'uso di queste scatole non è ancora stato determinato: alcuni storici dell'arte ritengono che fossero calamai, mentre altri credono che fossero pissidi, dato che alcune erano vendute dai monasteri. Quest'ultima ipotesi sembra plausibile, dato il layout geometrico utilizzato dagli artigiani andalusi sotto la dominazione musulmana, che raffigura sia stelle che croci. Opere consultate: - Á. Galán y Galindo, "Evolución de las técnicas de talla en marfil" in Boletin del Museo Arqueologico Nacional, 29-30-31/2011-12-13, I, p. 5-64 - N. Silva Santa-Cruz, "Entre la ebanisterai y la eboraria: Un probabile tintero (Dawät) nazarí y otras taraceas medievales" in Codex Aquilarensis, 31/2015, p. 233-258

Stima 12 000 - 15 000 EUR

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In vendita il mercoledì 26 giu : 14:30 (CEST)
paris, Francia
Giquello
+33147427801

Exposition des lots
mardi 25 juin - 11:00/18:00, Salle 9 - Hôtel Drouot
mercredi 26 juin - 11:00/12:00, Salle 9 - Hôtel Drouot
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