PAOLO DE MATTEIS
(Piano del Cilento, 1662 - Napoli, 1728) 
Bozzetto raffigurante…
Descrizione

PAOLO DE MATTEIS (Piano del Cilento, 1662 - Napoli, 1728) Bozzetto raffigurante la Madonna con il Bambino e le anime purganti, 1710 circa Olio su tela, cm 54,5X36,5 Provenienza: Roma, collezione privata Paolo de Matteis fu uno degli artisti napoletani più celebrati, rivelandosi tra gli interpreti più raffinati e brillanti della pittura tra Arcadia e Rococò. Allievo di Luca Giordano, il pittore lavorò per le maggiori committenze europee. Visse a Parigi durante il primo decennio del Settecento e si staccò dalla formazione iniziale elaborando uno stile ricco di suggestioni. Questo rinnovamento il nostro riuscì a imporlo affrancandosi dal giordanismo di maniera e anticipando Francesco Solimena già a partire dall'ultimo decennio del Seicento, concependo un rinnovato lessico estetico-formale. In questo momento si può riferire la tela in esame, la cui conduzione suggerisce di trovarci al cospetto di un modello destinato al compimento di una composizione di maggior dimensioni. A confronto viene in aiuto la pala firmata e datata 'Paulus De Matteis p. 1698' conservata a Nardò (fig. 1) e la pala firmata e datata 1710 custodita nella chiesa dello Spirito Santo a Ischia, in cui possiamo notare i medesimi colori trascoloranti senza il minimo accenno di ombre. Si può quindi affermare come l'autore, in questo caso, avvii quel processo evolutivo modulando l'enfasi barocca, schiarendo le stesure giordanesche cercando di giungere a quell'ideale estetico di maggior razionalità e, parafrasando Orazio Ferrari, ottenere un tratto sia pur acerbo di una visione illuministica dell'arte (cfr. O. Ferrari, Le arti figurative, in Storia di Napoli, Napoli 1970, VI. 2, p. 1326). Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal Barocco al Rococò, Napoli 1986, I, pp. 31-35, 129-138 C. Gelao, Confraternite arte e devozione in Puglia, dal Quattrocento al Settecento, Napoli 1994, p. 268 Paolo de Matteis un cilentano in Europa, catalogo della mostra a cura di G. Citro, Napoli 2013, ad vocem

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PAOLO DE MATTEIS (Piano del Cilento, 1662 - Napoli, 1728) Bozzetto raffigurante la Madonna con il Bambino e le anime purganti, 1710 circa Olio su tela, cm 54,5X36,5 Provenienza: Roma, collezione privata Paolo de Matteis fu uno degli artisti napoletani più celebrati, rivelandosi tra gli interpreti più raffinati e brillanti della pittura tra Arcadia e Rococò. Allievo di Luca Giordano, il pittore lavorò per le maggiori committenze europee. Visse a Parigi durante il primo decennio del Settecento e si staccò dalla formazione iniziale elaborando uno stile ricco di suggestioni. Questo rinnovamento il nostro riuscì a imporlo affrancandosi dal giordanismo di maniera e anticipando Francesco Solimena già a partire dall'ultimo decennio del Seicento, concependo un rinnovato lessico estetico-formale. In questo momento si può riferire la tela in esame, la cui conduzione suggerisce di trovarci al cospetto di un modello destinato al compimento di una composizione di maggior dimensioni. A confronto viene in aiuto la pala firmata e datata 'Paulus De Matteis p. 1698' conservata a Nardò (fig. 1) e la pala firmata e datata 1710 custodita nella chiesa dello Spirito Santo a Ischia, in cui possiamo notare i medesimi colori trascoloranti senza il minimo accenno di ombre. Si può quindi affermare come l'autore, in questo caso, avvii quel processo evolutivo modulando l'enfasi barocca, schiarendo le stesure giordanesche cercando di giungere a quell'ideale estetico di maggior razionalità e, parafrasando Orazio Ferrari, ottenere un tratto sia pur acerbo di una visione illuministica dell'arte (cfr. O. Ferrari, Le arti figurative, in Storia di Napoli, Napoli 1970, VI. 2, p. 1326). Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal Barocco al Rococò, Napoli 1986, I, pp. 31-35, 129-138 C. Gelao, Confraternite arte e devozione in Puglia, dal Quattrocento al Settecento, Napoli 1994, p. 268 Paolo de Matteis un cilentano in Europa, catalogo della mostra a cura di G. Citro, Napoli 2013, ad vocem

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Attribuito a PAOLO DE MATTEIS (Salerno, Napoli, 1662 - 1728). "La raccolta di Herminia. Olio su tela. Conserva la tela originale. Presenta restauri. Misure: 182 x 142 cm. La disposizione dei personaggi che compongono questa scena indica che l'opera è forse un frammento di una composizione più ampia di cui si trova la replica. Nel dipinto originale, di dimensioni maggiori, c'è una giovane donna osservata dalle altre figure. In termini di soggetto, queste rappresenterebbero dei pastori e la figura perduta di Erminia, o erminia, una principessa saracena che fugge dalla battaglia e si rifugia infine in una capanna di pastori. La storia in particolare è ispirata a uno dei passaggi del poema epico "La Gerusalemme liberata", scritto da Torcuato Tasso nel 1581. Esteticamente, l'opera è erede del tenebrismo in quanto gioca con i contrasti di luce, creando un'illuminazione irreale e diretta. Inoltre, il modo in cui sono ritratti i pastori, uno di età avanzata e tre giovani la cui rappresentazione ricorda quella dei putti, è realistico e nel caso del vecchio crudo, come si può notare soprattutto nel trattamento pittorico del busto. La scena è completata dalla presenza di alcune pecore e di un cane da pastore, che aggiunge grande dinamismo alla scena. Per il tipo di composizione e soprattutto per la gamma cromatica utilizzata, questo pezzo appartiene alla produzione dell'artista italiano Paolo de Matteis. Egli si formò accademicamente con il maestro Francesco di Maria a Napoli e successivamente con Luca Giordano. Dal 1702 al 1705 de' Matteis lavorò a Parigi, in Calabria e a Genova. Tra il 1723 e il 1725, de 'Matteis visse a Roma, dove fu incaricato da Papa Innocenzo XIII. In questo periodo ebbe come allievi varie personalità come Ignazio de Oliveira, Bernardes Peresi e membri della famiglia Sarnelli, Giuseppe Mastroleo, Giovanni Pandozzi e Nicolas de Filippis. Oggi le sue opere si trovano in importanti collezioni private e in numerose importanti istituzioni, tra cui il Museo di Capodimonte (Italia), il Getty Museum in California (USA) e la Galleria Nazionale di Urbino (Italia).