Null 乌贝塔利-罗莫洛
莫索-圣玛丽亚 (VC) 1871 - 1928
风景
31x40,纸上混合技法
作品左下方有签名
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乌贝塔利-罗莫洛 莫索-圣玛丽亚 (VC) 1871 - 1928 风景 31x40,纸上混合技法 作品左下方有签名

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乌贝塔利-罗莫洛 莫索-圣玛丽亚 (VC) 1871 - 1928 风景 31x40,纸上混合技法 作品左下方有签名

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Gianni Ambrogio (1928 - 2016) Gianni Ambrogio (1928 - 2016) Paesaggio con alberi e sole rosso, 1981 Olio, acrilico e acquarello su faesite 50 x 70 cm Firma: “Ambrogio” al recto Data: “81” al recto Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA Stato di conservazione. Supporto: 95% Stato di conservazione. Superficie: 95% Gianni Ambrogio, trevigiano, fu pittore, incisore, scultore, fumettista e promotore culturale. Esordisce nel 1947 con una personale presentata da Giovanni Comisso. Nel 1949 espone alla prima edizione del premio Taranto, risultandone l’artista più giovane: le sue opere sono collocate insieme a quelle dei più grandi maestri italiani come De Chirico, Carrà, De Pisis e Sironi. Ha vissuto a Parigi e in Bretagna. Espone per la prima volta a Milano alla galleria Monte Napoleone dove le sue opere vengono notate da Luciano Minguzzi, il quale lo presenta a De Micheli, Monteverdi e Lepore. Nel 1970 apre uno studio a Milano al fine di poter captare gli umori e fermenti culturali della metropoli, ove lavora fino al 1982. Espone in tutta Europa, in Canada e negli Stati Uniti. Partecipa a rassegne internazionali vincendo numerosi premi, come nel 1973 l’Europremio di Londra. Nel 1992 gli viene dedicata una mostra antologica al museo Palazzo Braschi di Roma. Viene scelto da Giorgio Di Genova nel concorso internazionale de “Il giornale dell’arte” dal titolo “I magnifici cinque” nel 1998. Nel 2009, in occasione del suo ottantesimo anno, il Comune di Treviso gli dedica una mostra antologica, nel complesso museale di Santa Caterina. Nel 2011 è invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi.

Virgilio Guidi (1891 - 1984) Virgilio Guidi (1891 - 1984) Paesaggio veneto, 1927 circa (recto); Paesaggio, 1928 circa (verso) Olio su tavola 59,5 x 70 cm Firma: “V Guidi” e “Virgilio Guidi” al recto Elementi distintivi: sul telaio, etichetta stampata con nome, titolo “Paesaggio veneto”, tecnica, misure e anno 1932; sul verso della cornice, etichetta con numero 28540 Provenienza: collezione A. Giovanardi, Milano; Rigato Arte, Conegliano; collezione privata, Veneto, (fino al 2011); Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: 300 Dipinti e disegni di Maestri contemporanei, Milano, 1962, ripr. n. 21; Giovanni Granzotto, Alessandro Rosa, De Chirico - Guidi. Due idee della metafisica, Sacile, Studio D'Arte G.R., 14 marzo - 18 aprile 1992, ripr. p. 55 n. 33; Franca Bizzotto, Dino Marangon, Toni Toniato, Virgilio Guidi. Catalogo generale dei dipinti. Volume primo, Milano, 1998, p. 83 n. 1918 4, p. 142 n. 1927 67 Esposizioni: 300 Dipinti e disegni di Maestri contemporanei, Milano, Galleria Brera, 19-30 maggio 1962; De Chirico - Guidi. Due idee della metafisica, Sacile, Studio d'arte G.R., 14 marzo - 18 aprile 1992 Stato di conservazione. Supporto: 95% (segni di chiodi lungo il bordo) Stato di conservazione. Superficie: 95% Il 25 aprile 1927 Virgilio Guidi si trasferisce da Roma a Venezia, dove viene chiamato per chiara fama a ricoprire la cattedra di pittura che era stata di Ettore Tito. Nella città lagunare, in cui non aveva mai dipinto fino a quel momento, l'artista approfondisce le sue ricerche sulla luce, centrali sin dai suoi esordi. Già nei paesaggi realizzati negli anni romani Guidi era stato mosso dall'esigenza di cogliere, nell'osservazione en plein air, una luce zenitale, unitaria e totalizzante, capace di dare unità a tutti gli elementi della composizione. Si trattava di una ricerca che, partita dalla riflessione sull'unità di forma-colore presente in maniere diverse in Cézanne e Matisse, si era andata poi nutrendo di stimoli quattrocenteschi e segnatamente pierfrancescani. L'opera appartiene al nutrito gruppo di paesaggi realizzati lungo la strada verso Stra datati nel catalogo generale al 1927 (Bizzotto, Marangon, Toniato, 1988, pp. 137-142, nn. 1927 53 – 1927 68). Proprio nella cittadina di Stra l'artista nel 1929 darà vita, in polemica con l'Accademia, con la quale i rapporti furono spesso critici, a una scuola del paesaggio occupando con i suoi allievi per un breve periodo la villa Pisani. Rispetto ai paesaggi romani, caratterizzati da una volumetria semplice e solida, i paesaggi veneti – sia quelli lagunari, sia quelli dell'entroterra – complice certamente il contatto con la luce locale, rarefatta e trasparente, sono caratterizzati da una pennellata più mossa che tende a sfaldare la consistenza formale per far emergere la vibrazione luminosa. Una luce che, come in quest'opera, appare tutta intrinseca alla materia pittorica, alleggerendo i semplici volumi delle case e conferendo una consistenza soffice al cielo e alle fronde degli alberi. Un'esperienza, quella della luce veneta, che condurrà Guidi negli anni verso una progressiva sintesi astrattiva in cui il paesaggio tenderà sempre più a divenire lirica apparizione. Sul verso il dipinto mostra un abbozzo di paesaggio con fiume e case e, sul telaio, un’etichetta stampata che reca il titolo “Paesaggio veneto” e la data 1932; si tratta in realtà di una pittura ascrivibile con molta probabilità al 1928, anno in cui Guidi realizza simili vedute lungo la riva del Brenta (Bizzotto, Marangon, Toniato, 1988, p. 161 n. 1928 29 – p. 166 n. 1928 41). Sabrina Spinazzè Ringraziamo Toni Toniato per il supporto dato alla catalogazione dell'opera.