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lun 17 giu

René-Pélagie de Montreuil, marchesa di SADE (1741-1810). Manoscritto di mano dell'avvocato Gaspard Gaufridy (1729-1818), [1774]; 5 pagine e un quarto di fol. Importante memoriale, ispirato a Sade, in cui la marchesa espone gli eventi successivi all'affare di Marsiglia, difende il marito e denuncia le manovre della madre. "Dame Renée Pélagie Cordier de Montreuil, moglie di Messire Louis. Donatien Adolphe Aldonce marchese di Sade, cavaliere, signore di La Coste, Mazan, Saumanes e altri luoghi, in proprio e come amministratrice dei suoi figli, spiegherà che si trova nella crudele necessità di ricorrere alla protezione delle leggi per respingere definitivamente la più palese vessazione che sia mai avvenuta. Vittima innocente del più sacro attaccamento, rivendica i diritti dell'umanità che sono stati violati per troppo tempo. Si trovava con il marito, il marchese de Sade, nelle sue terre a La Coste, in Provenza; era stata raggiunta dalla sorella, la delle de Launay, con il pretesto di fargli compagnia e di respirare aria più salubre. Divisa tra l'attaccamento al marito e la tenerezza per i figli, godette a lungo di questa pace che nulla avrebbe dovuto turbare, e l'impazienza del marito non le permise di sospettare che una passione fatale sarebbe presto diventata il fulcro di una serie di disgrazie e di sventure"... L'autrice racconta la partenza del marito con un servo nel giugno 1772 per Marsiglia, il procedimento penale intentato contro di lui e i suoi sforzi in suo favore: "Sebbene fosse convinta che la pura galanteria fosse l'unica ragione del procedimento, si rendeva conto che il pregiudizio più oltraggioso si era impadronito della mente di tutti, [...] il caso era stato precipitato da qualche genio malvagio che temeva il ritorno della calma e della riflessione"... Denunciò una sentenza sprezzante emessa da un magistrato cieco, ispirato da un pregiudizio fatale... Tentò invano di appellarsi a sua madre Mme de Montreuil: "ma la tenerezza non parlava più a suo favore. Implorare l'aiuto di suo marito significa essere complice delle sue deviazioni, delle sue deviazioni! [...] suo marito è più infelice che colpevole [...] una vittima che deve essere sacrificata alla pace e alla felicità della famiglia che lo ha adottato"... Il marchese era partito per la Savoia e aveva scritto a Mme de Montreuil, sperando che lei potesse aiutarlo contro l'ingiustizia che lo perseguiva. Quando la presidentessa venne a sapere della ritirata del genero, usò le sue manovre per farlo arrestare e imprigionare nel forte di Miolans, un "luogo terribile in cui soggiornare"... "Ma ciò che sorprenderà ogni animo sensibile è che la signora di Montreuil, che si era eretta a despota assoluto del marchese de Sade a scapito del diritto delle nazioni e della fede pubblica", interviene nella lettera.Il marchese riuscì infine a fuggire, il che fece raddoppiare l'ardore delle persecuzioni del Presidente; riuscì a tornare in Francia e a ritirarsi nella sua terra di La Coste. Tuttavia, Mme de Montreuil "osservava con timore ogni tentativo di giustificare il genero e di assicurargli la libertà". La notte del 6 gennaio 1774, fece inviare a La Coste un agente di polizia esonerato e scortato dalla Maréchaussée per sequestrare il marchese e i suoi documenti: "le mura del castello furono scalate, entrarono con pistole e spade in mano", tutta la casa fu violentemente perquisita: "Lo studio del marchese de Sade fu teatro dell'ultima scena: I quadri di famiglia sono stati strappati e fatti a pezzi, e l'ufficiale di polizia si è particolarmente distinto per aver scassinato le scrivanie e gli armadi di questo studio, impadronendosi di tutte le carte e le lettere che vi ha trovato; alcune, per il capriccio di questo ufficiale, sono cadute in preda alle fiamme, e altre le ha separate e portate via"... La marchesa denunciò questo "rapimento che viola il diritto delle nazioni e il diritto dell'umanità, che sacrifica l'onore del marchese de Sade e della sua famiglia a opinioni che riguardano unicamente la signora di Montreuil"... Ecc. Il libro di memorie rimase incompiuto. Corrispondenza inedita (P. Bourdin), p. 9-12.

Stima 1 000 - 1 200 EUR