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mer 12 giu

MARCHESI POMPEO (1783 - 1858) - MARCHESI POMPEO (1783 - 1858) Busto di Cristo Fanciullo (Il Nazareno). Marmo. Cm 54x40x22. Firmato e datato 1854.Provenienza: Collezione privata, BresciaBibliografia di riferimento: I. Fumagalli in "Biblioteca italiana", 1833, t. 212, p. 270;G. Barbieri, "A Pompeo Marchesi, per lo dono fatto all'autore d'un piccolo Nazzareno portante la divina epigrafe 'Diliges' in "La Moda", 16 dicembre 1841, p. 398;M. Mondini e C. Zani (a cura di), "Paolo Tosio. Un collezionista bresciano dell'Ottocento", Brescia 1981, p.40, fig. II.20;A. Sassi, "Pompeo Marchesi", Saltrio 1983, p. 36 e p. 63, fig. 38;O. Cucciniello, "Neoclassico/Romantico. Pompeo Marchesi scultore collezionista", GAM Milano 2023, p. 20 (fig. 7) e pp. 194 e 195, n° V.8.La scultura qui presentata è una riduzione a busto del celebre e fortunato modello a figura intera del "Cristo fanciullo docente nel Tempio" (noto anche come "Gesù fanciullo tra i dottori"/"Il Nazareno"/"Redentore") realizzato per la prima volta da Pompeo Marchesi nel 1833 su commissione del conte Paolo Tosio per la cappella del suo palazzo a Brescia ed esposto a Brera nel medesimo anno, dove incontrò un entusiasmo unanime ("[....] il fanciullo divino in attitudine di muoversi favellando addita il cuor colla manca per esprimere che tutta la legge è amore, e levata un poco la destra con aperte due dita significa i due capi di questo precetto [...] il volto spira un'aura di mansuetudine e di dolcezza che innamora, e forse innanzi tempo ne richiama un poco quella fisionomia di convenzione che si suol dare al Redentore" - I. Fumagalli in "Biblioteca italiana", 1833, p. 270).La bellezza idealizzata unita al delicato sentimentalismo espresso magistralmente dalla dolcezza dei tratti crearono le condizioni per la sua fortuna collezionistica e per la produzione di altre versioni da parte di Marchesi: repliche a figura intera furono realizzate, tra le altre, per il futuro zar di Russia Alessandro II nel 1841 e per l'imprenditore di origine tedesca Enrico Mylius nel 1842, versione tutt'oggi conservata nel cimitero di Villa Vigoni a Laveno di Menaggio. Oltre alle 'figure intere', Pompeo Marchesi realizzò anche delle versioni a busto (come quella presente), forse come dono per amici e mecenati, come testimonierebbe la poesia celebrativa composta dal poeta Giuseppe Barbieri "A Pompeo Marchesi, per lo dono fatto all'autore d'un piccolo Nazzareno portante la divina epigrafe 'Diliges'", pubblicata su "La Moda" del 16 dicembre 1841.Per alcuni dettagli delle pieghe del manto, il nostro busto sembra derivare direttamente dalla versione 'Mylius' più che dalla scultura originale per il conte Tosio, e risulta idealmente accostabile alla tipologia del busto 'Barbieri' anche per la presenza della medesima scritta incisa alla base.

Stima 12 000 - 18 000 EUR

mer 12 giu

SCULTORE DEGLI INIZI DEL XX SECOLO - SCULTORE DEGLI INIZI DEL XX SECOLO Maschera di Ludwig van Beethoven. Marmo. Cm 29x22x12. Il volto ritratto nella presente maschera è identificabile con quello del celebre compositore Ludwig van Beethoven (1770-1827), vero e proprio esempio di artista romantico e incarnazione del 'genio' assoluto il cui mito ebbe un importante seguito e influsso sull'arte del secondo '800 e degli inizi del XX secolo. L'apice di questa 'venerazione' fu raggiunto nel 1902 (75° anniversario della sua morte) con l'esposizione della Secessione di Vienna, che fu dedicata proprio al grande compositore di Bonn, occasione nella quale, tra gli altri, Gustav Klimt dipinse il celebre "Fregio di Beethoven".Il presente ritratto rappresenta una variante sul modello della maschera tratta 'in vita' da Franz Klein, nel 1812, dal volto del compositore: i tratti somatici, l'inclinazione delle labbra, la fossetta del mento riprendono fedelmente questa versione, a cui vengono qui aggiunti i capelli e il dettaglio delle orbite vuote. Ad eccezione di quest'ultimo elemento, è possibile accostare la nostra maschera al rilievo in gesso patinato, raffigurante il medesimo soggetto, ad opera di Franz Von Stuck (1900 circa), una cui versione è conservata al Musée d'Orsay a Parigi (inv. n°68183), con cui la presente scultura condivide molti dettagli e l'impianto generale del volto. L'elemento delle orbite vuote, che rimanda invece all'esperienza di Adolfo Wildt, rafforza ancora di più l'idea della 'maschera' in senso quasi teatrale, accentuando contestualmente gli elementi più strettamente simbolisti ed enigmatici emanati dal leggendario volto di Ludwig van Beethoven, che assurge così al ruolo di 'idolo' moderno, al di sopra del tempo e della Storia.

Stima 2 000 - 3 000 EUR

mer 12 giu

KOEN VANMECHELEN (Sint-Truiden, Belgio, 1965). "Face off", 2013. Scultura in marmo. Pezzo unico. Allegato certificato firmato da Guy Pieters. Misure: 120 x 45 x 45 cm. In "Face off", l'artista belga Koen Vanmechelen ci offre un'immagine allegorica dei tempi moderni ricorrendo all'arte classica. Una gorgone di marmo (la dea greca Medusa) con la testa irta di serpenti e teschi di polli mutanti si replica guardando in uno specchio. È il "faccia a faccia" del mostro che pietrifica con lo sguardo. Come il veleno di Medusa e dei suoi serpenti che, nella mitologia, aveva il potere di resuscitare i morti. Medusa è quindi una metafora della capacità di uccidere e dare vita. Koen Vanmechelen è un artista concettuale di origine belga. Ha iniziato la sua carriera nei primi anni Novanta. Il suo lavoro si concentra sulla diversità bioculturale. Intorno a questo tema, Vanmechelen ha anche collaborato con scienziati di diverse discipline. Questi progetti transfrontalieri gli sono valsi un dottorato honoris causa dell'Università di Hasselt nel 2010 e il Golden Nica Hybrid Art Prix Ars Electronica nel 2013.Koen Vanmechelen è noto soprattutto per il Cosmopolitan Chicken Project o (CCP), un progetto artistico unico nel suo genere che ha lanciato alla fine degli anni Novanta. Questo progetto si concentra sul pollo e, più specificamente, sull'incrocio di razze di pollo nazionali per trasformarle in "polli cosmopoliti". Nel 2018, al Serlachius Museum in Finlandia, è nata la ventiduesima generazione di questo progetto globale: il Danish Malinois, un incrocio tra una razza finlandese e il Danish Malinois (CCP21) nato alla Biennale danese dell'anno precedente. Nel frattempo, i vari polli cosmopoliti portano geni provenienti da Belgio, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi, Messico, Thailandia, Brasile, Turchia, Cuba, Italia, Russia, Cina, Egitto, Senegal, Slovenia, Austria, Indonesia e Danimarca. La diversità bioculturale e la conseguente interazione tra arte e scienza sono il tema principale del suo lavoro. Vanmechelen collabora spesso con scienziati ed esperti di varie discipline, come Jean-Jacques Cassiman, Willem Ombelet, Maarten Larmuseau, Rik Pinxten e Marleen Temmerman. Utilizza tecnologie innovative come la scansione 3D, la morfometria, la stampa 3D e tecniche di visualizzazione interattiva. Il suo lavoro è multimediale e spazia da dipinti e disegni espressivi a fotografia, video, installazioni, opere in vetro e sculture in legno. Il filo conduttore che ricorre spesso è l'uovo e la gallina. Nel corso degli anni, questi oggetti sono diventati simboli che collegano questioni scientifiche, politiche, filosofiche ed etiche. Nel corso della sua prolifica carriera ha realizzato mostre personali e collettive alla National Gallery (Londra), al Victoria and Albert Museum (Londra), al Museum Kunstpalast (Düsseldorf), al Muziekgebouw aan 't IJ (Amsterdam), al Macro (Roma), al MAD Museum (NY), allo Slot Belvedere (Vienna), allo ZKM (Karlsruhe) e al Pushkin Museum (Mosca), tra gli altri. Oltre che alla Biennale di Venezia, il suo lavoro è stato esposto alle Biennali di Mosca, Dakar, L'Avana e Poznan, all'Esposizione Universale di Shanghai 2010, alla Triennale di Guangzhou, a Manifesta 9 e a dOCUMENTA (13).

Stima 70 000 - 80 000 EUR