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gio 09 mag

Stati Uniti d'America - Collezione di oltre 570 stereofotografie degli Stati e dei territori del Nord America, compresi solo alcuni duplicati. Scattate tra il 1860 e il 1905 circa, stampe probabilmente della seconda metà del XX secolo. Montate su cartone, etichette di stampa sul retro con dettagli precisi su luoghi, motivi e persone e date approssimative. Singole immagini: per lo più 8 x 7,5 cm. Cartoni: 10 x 20,5 cm, alcuni più grandi. In 3 vecchie scatole d'archivio (urtate). Un'ampia collezione d'archivio della grande era della stereofotografia americana; un'immagine mostra il fotografo pioniere William Henry Jackson con l'attrezzatura davanti alla sua tenda nell'Echo Canyon, nello Utah. Diverse fotografie mostrano popolazioni indigene (anche catturate o impiccate), temi ampiamente rappresentati sono la guerra civile (circa 120 foto) e la guerra Modoc 1872/73 (20), nonché la costruzione della Union and Central Pacific Railroad (30). Le unità geografiche più grandi sono: Alaska (ca. 30 foto), California (55), Colorado (40, tribù Ute), Dakota (oltre 40 foto; Sioux, Toro Seduto, Spedizione di Cusher sulla Collina Nera), Florida (quasi 50, compresi gli indiani catturati a Fort Maine), Kansas (11, compresi i prigionieri Cheyenne), Massachusetts (13, soprattutto Boston), Maine (30), Minnesota (9), Missouri (7), Montana (5, Buffalos), Nebraska (24), Nevada (5), New Mexico (6, compreso il linciaggio di Navayo Frank), Pennsylvania (8), South Carolina (7, piantagioni di cotone), Stato di New York (5), Utah (10), Vermont (5) e Wyoming (8). Arizona, Georgia, Idaho (Snake Chiefs), Indiana, Iowa, Kentucky, Louisiana, Mississippi, New Jersey, New Hampshire, North Carolina, Ohio, Texas, Washington e West Virginia hanno ciascuno meno di 5 immagini. - Molto ben conservato. IVA: #

Stima 2 000 - 3 000 EUR

lun 13 mag

WILFREDO LAM (Sagua La Grande, Cuba, 1902 - Parigi, 1982). Senza titolo, 1966. Inchiostro su carta. Allegato certificato rilasciato dalla Fondazione Wilfredo Lam. Firmato in alto a sinistra. Datato e localizzato (Parigi), in basso a destra. Misure: 29,5 x 40 cm; 48 x 59 cm (cornice). In quest'opera si può apprezzare il linguaggio artistico sviluppato da Wilfredo Lam, tradotto in una serie di personaggi ed elementi estetici che sono diventati la sua iconografia. Negli anni Quaranta Lam iniziò un'attività artistica basata sulle radici di un popolo che, secondo il pittore, doveva recuperare la propria dignità. In questo modo, i riferimenti autoctoni si fondono con il linguaggio formale appreso in Europa per produrre opere in cui compaiono già i personaggi del pantheon yoruba che popoleranno gran parte della sua produzione successiva. Wifredo Lam si è formato all'Avana, dove ha studiato presso la Scuola di Belle Arti. Il suo debutto individuale avviene all'inizio degli anni Venti, con una mostra al Salone dell'Associazione dei Pittori e Scultori della capitale cubana. Nel 1923 si trasferisce a Madrid, con una borsa di studio del Comune di Sagua La Grande, dove continua la sua formazione nell'atelier di Fernando Alvarez de Sotomayor, direttore del Museo del Prado e riconosciuto per essere stato il maestro di Salvador Dalì. Contemporaneamente frequenta l'Academia Libre del Pasaje de la Alhambra e visita il Prado, dove le sue preferenze si orientano verso le opere di Bosch, Brueghel e Goya. A poco a poco, la sua pittura assume un linguaggio moderno che combina una struttura geometrica con una certa vena surrealista. Nel 1938 si reca a Parigi, con una lettera di raccomandazione per Picasso scritta da Manolo Hugué. Lam, che aveva avuto l'opportunità di assistere alla mostra di Picasso tenutasi a Madrid nel 1936, definì questa esperienza "uno shock". Nel 1939 realizza la sua prima mostra personale a Parigi, con Pierre Loeb. Durante la Seconda guerra mondiale Lam rimane nei Caraibi, in contatto con esponenti dell'avanguardia come Masson e Breton, che, affascinato dall'opera pittorica del cubano, gli chiede di illustrare il suo poema "Fata Morgana" (1940). Tornato a Cuba, Lam inizia un'attività artistica basata sulle radici di un popolo che, secondo il pittore, deve recuperare la propria dignità. In questo modo, i riferimenti autoctoni si fondono con il linguaggio formale appreso in Europa per produrre opere in cui compaiono già i personaggi del pantheon yoruba che popoleranno gran parte della sua produzione successiva. Nella seconda metà degli anni Quaranta, Lam alterna la sua residenza tra Cuba, New York e Parigi, dove si stabilisce nel 1952. Il suo prestigio internazionale cresce progressivamente ed egli tiene mostre periodiche in gallerie come la Pierre Matisse Gallery di New York. Negli anni successivi viaggia intensamente e nel 1960 si stabilisce ad Albisola Mare, sulla costa italiana. Nel 1961 riceve il Premio Internazionale Guggenheim e tra il 1966 e il 1967 si tengono diverse retrospettive del suo lavoro alla Kunsthalle di Basilea, alla Kestner-Gessellschaft di Hannover, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Museum of Modern Art di Stoccolma e al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Wifredo Lam è rappresentato, tra gli altri, al Guggenheim e al MoMA di New York, al Museo Patio Herreriano di Valladolid, alla Tate Gallery di Londra e al Museo Thyssen-Bornemisza. In allegato il certificato rilasciato dalla Fondazione Wilfredo Lam.

Stima 7 000 - 8 000 EUR