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Albarello. Faenza Albarello in maiolica dipinta con stemma. Faenza. Inizi XVII secolo. Lievissimi difetti. Alt. 21,5 cm ca.

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Albarello. Faenza Albarello in maiolica dipinta con stemma. Faenza. Inizi XVII secolo. Lievissimi difetti. Alt. 21,5 cm ca.

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Albarello. Italia meridionale, 1560-1570 ca. Ceramica smaltata. In buono stato di conservazione. Misure: 36,5 x 27 x 27 cm. Importante albarelo in ceramica smaltata di epoca rinascimentale. Il Rinascimento fu l'epoca d'oro degli albarelli o vasi da farmacia, soprattutto in Italia e in Spagna. Città italiane come Faenza, Urbino e Palermo divennero centri di produzione di albarelli. L'eccellente pezzo qui presentato, in cui spiccano i toni del blu e del giallo, riflette i progressi dell'epoca in termini di complessità rappresentativa. Se inizialmente prevalevano i disegni schematici di origine orientale e la riduzione cromatica, qui la policromia e l'iconografia si sono arricchite, presentando un'estetica più elaborata: la decorazione vegetale basata su bordure convive con le rappresentazioni figurative (un personaggio inscritto in un cartiglio e una coppia di putti, caratteristica del Cinquecento italiano). Anche l'inserimento di un'etichetta dipinta contenente il nome del prodotto ("morfina", come si legge) è tipico del periodo. Così, per tutto il XVI secolo, compaiono animali, ritratti, scene storiche, allegorie e altri temi. L'albarello ha una lunga storia, che risale alle ceramiche persiane. L'albarello giunse in Europa nelle zone di influenza musulmana di al-Andalus e della Sicilia, attraverso la Siria e l'Egitto. L'etimologia della parola suggerisce che la sua origine derivi da "al-barani" o, in altre parole, da un recipiente per la droga. Queste ceramiche erano molto popolari tra gli speziali, ma avevano determinati requisiti funzionali, tra cui una forma dentellata, una bocca larga e una base piatta, e soprattutto l'uso di smalti.