1 / 7

Descrizione

JOSÉ MANUEL BROTO GIMENO (Saragozza, 1949). "Hierros", 2000. Acrilico su tela e legno. Firmato, datato e titolato sul retro. Dimensioni: 100 x 100 cm. Pittore aragonese inquadrato nella nuova astrazione degli anni Settanta, considerato una delle figure più significative della pittura spagnola contemporanea, José Manuel Broto articola il suo linguaggio plastico utilizzando il colore, modulandolo in sottili variazioni tonali che evocano sinfonie musicali. Le influenze artistiche ricevute nel corso della sua carriera lo hanno portato verso un'astrazione vicina ad artisti come Mark Rothko, Barnett Newman, Clyfford Still, Robert Motherwell e Sam Francis, basata sul lirismo e, in alcuni casi, sul sublime. Fondamentale per lui è stata la strada aperta da Antoni Tàpies, che ha rifuggito il concettuale per praticare un'arte materiale basata sull'essenzialità della pittura. Così, in quest'opera, Broto utilizza un linguaggio astratto, basato su una geometria irregolare, libera sia nella disposizione che nelle texture e nei colori. Le forme pittoriche sono frutto di una dualità, in quanto risolte attraverso una composizione meditata ma anche attraverso la sperimentazione. Il risultato è un'immagine che trascende, indicando allo spettatore che si tratta di forme, idee o suggestioni che vanno oltre i confini del puramente pittorico. José Manuel Broto studia alla Scuola di Arti e Mestieri di Saragozza ed espone per la prima volta nel 1968 (galleria Galdeano), mostrando uno stile in linea con il costruttivismo. Nel 1972 si trasferisce a Barcellona, dove fonda il gruppo Trama insieme a Javier Rubio, Xavier Grau e Gonzalo Tena. Con questo gruppo presenta il suo lavoro nel 1976 alla galleria Maeght di Barcellona, con il sostegno di Antonio Tàpies. Trama pubblica anche una rivista d'arte con lo stesso nome, di cui però escono solo due numeri (1976-1977). Tuttavia, dopo lo scioglimento del gruppo, Broto si orienta verso un linguaggio vicino all'espressionismo astratto, che incorpora nel suo lavoro un paesaggio naturale primitivo. Espone questi nuovi lavori nella sua prima mostra personale a Parigi, tenutasi nel 1984 presso la galleria Adrien Maeght. L'anno successivo lascia Barcellona e si stabilisce nella capitale francese, dove trascorre dieci anni e coincide con altri artisti spagnoli come Barceló, Campano e Sicilia. Durante il periodo parigino Broto sostituisce i temi romantici con forme più austere e astratte, e la sua opera si riempie di forme organiche legate alla tradizione ascetica e mistica. A metà degli anni Ottanta torna in Spagna, stabilendosi questa volta a Maiorca. Artista già maturo, pratica un neo-astrattismo direttamente collegato alla scuola catalana degli anni Settanta, influenzato nelle sue origini dai principi estetici e plastici del gruppo francese Soporte/Superficie, che nel 1966 chiedeva un ritorno alla pittura dopo il disordine prodotto dai movimenti concettuali. A partire dal 1998, la sua gamma di temi si è ampliata fino a includere figure spaziali, trasparenze, forme atmosferiche, ecc. Nel corso della sua carriera, Broto ha tenuto numerose mostre ed è stato insignito del Premio Nazionale di Arti Plastiche (1995), del Premio ARCO dell'Associazione dei Critici (1997) e del Premio Goya di Aragona per l'incisione (2003). Nel 1995 il Museo Reina Sofía di Madrid gli ha dedicato una mostra retrospettiva. Attualmente è rappresentato al Museo de Arte Abstracto Español di Cuenca, al FRAC (Midi-Pyrénées, Francia), alla Chase Manhattan Bank Collection di New York, alla Juan March Foundation, al Reina Sofía, al Metropolitan Museum di New York, al Fond National d'Art Contemporain di Parigi, la Kampo Collection di Tokyo, la Tàpies Foundation di Barcellona, la DOVE Collection di Zurigo, l'Ateneum di Helsinki, la Peter Stuyvesant Foundation di Amsterdam, la Maeght in Francia, la La Caixa Collection di Barcellona, la Preussag di Hannover e l'IVAM di Valencia.

Tradotto automaticamente con DeepL.
Per visualizzare la versione originale, clicca qui.

99 
Vai al lotto
<
>

JOSÉ MANUEL BROTO GIMENO (Saragozza, 1949). "Hierros", 2000. Acrilico su tela e legno. Firmato, datato e titolato sul retro. Dimensioni: 100 x 100 cm. Pittore aragonese inquadrato nella nuova astrazione degli anni Settanta, considerato una delle figure più significative della pittura spagnola contemporanea, José Manuel Broto articola il suo linguaggio plastico utilizzando il colore, modulandolo in sottili variazioni tonali che evocano sinfonie musicali. Le influenze artistiche ricevute nel corso della sua carriera lo hanno portato verso un'astrazione vicina ad artisti come Mark Rothko, Barnett Newman, Clyfford Still, Robert Motherwell e Sam Francis, basata sul lirismo e, in alcuni casi, sul sublime. Fondamentale per lui è stata la strada aperta da Antoni Tàpies, che ha rifuggito il concettuale per praticare un'arte materiale basata sull'essenzialità della pittura. Così, in quest'opera, Broto utilizza un linguaggio astratto, basato su una geometria irregolare, libera sia nella disposizione che nelle texture e nei colori. Le forme pittoriche sono frutto di una dualità, in quanto risolte attraverso una composizione meditata ma anche attraverso la sperimentazione. Il risultato è un'immagine che trascende, indicando allo spettatore che si tratta di forme, idee o suggestioni che vanno oltre i confini del puramente pittorico. José Manuel Broto studia alla Scuola di Arti e Mestieri di Saragozza ed espone per la prima volta nel 1968 (galleria Galdeano), mostrando uno stile in linea con il costruttivismo. Nel 1972 si trasferisce a Barcellona, dove fonda il gruppo Trama insieme a Javier Rubio, Xavier Grau e Gonzalo Tena. Con questo gruppo presenta il suo lavoro nel 1976 alla galleria Maeght di Barcellona, con il sostegno di Antonio Tàpies. Trama pubblica anche una rivista d'arte con lo stesso nome, di cui però escono solo due numeri (1976-1977). Tuttavia, dopo lo scioglimento del gruppo, Broto si orienta verso un linguaggio vicino all'espressionismo astratto, che incorpora nel suo lavoro un paesaggio naturale primitivo. Espone questi nuovi lavori nella sua prima mostra personale a Parigi, tenutasi nel 1984 presso la galleria Adrien Maeght. L'anno successivo lascia Barcellona e si stabilisce nella capitale francese, dove trascorre dieci anni e coincide con altri artisti spagnoli come Barceló, Campano e Sicilia. Durante il periodo parigino Broto sostituisce i temi romantici con forme più austere e astratte, e la sua opera si riempie di forme organiche legate alla tradizione ascetica e mistica. A metà degli anni Ottanta torna in Spagna, stabilendosi questa volta a Maiorca. Artista già maturo, pratica un neo-astrattismo direttamente collegato alla scuola catalana degli anni Settanta, influenzato nelle sue origini dai principi estetici e plastici del gruppo francese Soporte/Superficie, che nel 1966 chiedeva un ritorno alla pittura dopo il disordine prodotto dai movimenti concettuali. A partire dal 1998, la sua gamma di temi si è ampliata fino a includere figure spaziali, trasparenze, forme atmosferiche, ecc. Nel corso della sua carriera, Broto ha tenuto numerose mostre ed è stato insignito del Premio Nazionale di Arti Plastiche (1995), del Premio ARCO dell'Associazione dei Critici (1997) e del Premio Goya di Aragona per l'incisione (2003). Nel 1995 il Museo Reina Sofía di Madrid gli ha dedicato una mostra retrospettiva. Attualmente è rappresentato al Museo de Arte Abstracto Español di Cuenca, al FRAC (Midi-Pyrénées, Francia), alla Chase Manhattan Bank Collection di New York, alla Juan March Foundation, al Reina Sofía, al Metropolitan Museum di New York, al Fond National d'Art Contemporain di Parigi, la Kampo Collection di Tokyo, la Tàpies Foundation di Barcellona, la DOVE Collection di Zurigo, l'Ateneum di Helsinki, la Peter Stuyvesant Foundation di Amsterdam, la Maeght in Francia, la La Caixa Collection di Barcellona, la Preussag di Hannover e l'IVAM di Valencia.

Stima 7 000 - 8 000 EUR
Base d'asta 4 600 EUR

Escluse le commissioni di vendita.
Consulta le condizioni di vendita per calcolare l’importo delle spese.

Spese di vendita: 24 %
Fai un'offerta
Iscriversi all’asta

In vendita il martedì 10 set : 13:15 (CEST)
, pays.null
Setdart.com
+34932463241
Visualizza il catalogo Consulta le CGV Informazioni sull’asta

Consegna a
Modifica dell'indirizzo
Questa soluzione di spedizione è facoltativa..
Potete utilizzare un corriere di vostra scelta.
Il prezzo indicato non include il prezzo del lotto o le commissioni della casa d'aste.

Forse ti piacerebbe anche

MIGUEL ÁNGEL CAMPANO (Madrid, 1948 - 2018). Senza titolo.1993. Olio e acrilico su lino. Firmato e datato sul retro. Opera riprodotta in: -Santiago Olmo, "Miguel Ángel Campano. Dipinti 1993", Ed. Galleria Juana de Aizpuru, Madrid 1993, p. 12 -Santiago Olmo, "Campano", Ed. Associazione Fortant de France, Setè 1994, p. 45. -Santiago Olmo, "Miguel Ángel Campano", Ed. Sa Nostra, Opera sociale e culturale, Palma di Maiorca 1997, p. 19". Misure: 266 x 195 cm. Siamo di fronte a una composizione di grande formato che coniuga l'effetto visivo che deriva dal contrasto cromatico e concettuale tra due colori opposti, il bianco e il nero, al tempo stesso che esplora l'imperfezione delle forme minime ingannevolmente geometriche: l'ovale deformato, il punto che si espande a macchia. Queste forme scavate sono caratteristiche delle opere realizzate da Campano nei primi anni Novanta, che aveva già iniziato a esplorare quando aveva abbandonato la figurazione. L'artista afferma di essere stato influenzato dai suoi viaggi nei Paesi asiatici. Negli anni Novanta utilizza solo olio nero. Campano si reinventa continuamente. A partire dagli anni Novanta, l'opera di Campano subisce diversi processi di scarnificazione: da un lato, vengono tagliati i riferimenti alla tradizione e, dall'altro, il colore viene escluso dalla sua pittura, lavorando solo in nero su tela nuda. La riflessione sulla geometria, invece, diventa un aspetto fondamentale della sua produzione. Miguel Ángel Campano è uno dei referenti del cosiddetto rinnovamento della pittura spagnola, avvenuto negli anni Ottanta e al quale parteciparono anche Ferrán García Sevilla, José Manuel Broto, José María Sicilia e Miquel Barceló. Negli anni '70 si trasferisce a Parigi grazie a una borsa di studio; l'anno previsto diventa un soggiorno di più di dieci, dove vive e sviluppa la sua brillante carriera pittorica. In seguito va a vivere a Maiorca. Nel 1980 partecipa alla mostra Madrid DF, nel Museo Municipale di Madrid, insieme a diversi artisti tra cui gli stessi che oggi - tranne García Sevilla - lo accompagnano nel Palacio de Velázquez. Cinque anni dopo viene selezionato, insieme ad altri artisti della sua generazione, allora tutti giovani pittori, come Miquel Barceló, già figura di spicco, e José María Sicilia, per una mostra collettiva a New York. Nel 1996 gli viene conferito il Premio Nazionale per le Arti Plastiche. Aveva appena subito un grave ictus e si era sottoposto a un intervento chirurgico a Madrid. Questo lo costringe a passare diversi mesi senza dipingere. Poi dipinge "solo in nero", un colore molto simbolico secondo le sue stesse parole. Tre anni dopo, il Museo Reina Sofia organizzò in questo stesso Palacio de Velazquez una mostra dedicata alla sua opera più recente, quella degli anni '90. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei, come il British Museum di Londra, il Centro Pompidou di Parigi e il Centro de Arte Contemporáneo Reina Sofía di Madrid.