GOMEZ MOLINA, JUAN JOSE (1943)
Acrilico su tela. Firmato in basso a sinistra. Et…
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GOMEZ MOLINA, JUAN JOSE (1943) Acrilico su tela. Firmato in basso a sinistra. Etichetta della Galleria Dau al Set, Barcellona. 114 x 146 cm

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GOMEZ MOLINA, JUAN JOSE (1943) Acrilico su tela. Firmato in basso a sinistra. Etichetta della Galleria Dau al Set, Barcellona. 114 x 146 cm

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ALCEU RIBEIRO (Artigas, Uruguay, 1919 - Palma di Maiorca, 2013). "Figura", 1992. Assemblaggio in legno dipinto. Firmato, intitolato e datato sul retro. Misure: 46,5 x 23,5 cm. Pittore, scultore e muralista, Alceu Ribeiro si forma con Joaquín Torres-García a partire dal 1939, grazie a una borsa di studio che gli permette di stabilirsi a Montevideo con il fratello, anch'egli artista. Studiò con il maestro per dieci anni, fino alla sua morte nel 1949, e già durante gli anni di studio il suo lavoro fu riconosciuto con diversi premi al Salone Nazionale di Montevideo, nel 1940, 1941, 1942, 1943 e 1945. L'anno successivo, nel 1946, si fece conoscere a Parigi grazie alla Muestra de Pintura Moderna Uruguaya. Nel 1949 fonda il laboratorio El Molino, che trasforma nel centro dell'intellighenzia di Montevideo, e nello stesso anno esegue la sua prima commissione di pittura murale per il Palacio de la Luz della capitale uruguaiana. Poco dopo, nel 1953, tiene la sua prima mostra personale presso la Facoltà di Architettura della stessa città. Continua a partecipare a mostre ufficiali con grande successo e realizza importanti progetti murali, sia pittorici che scultorei. Nel 1962 diventa professore all'Universidad del Trabajo di Montevideo e l'anno successivo compie un lungo viaggio di lavoro in Europa, da dove riparte dopo aver realizzato diverse mostre in tournée in Sud America, tra cui quella al Museo Zea di Medellin (Colombia). Nel 1964 torna a Montevideo e tre anni dopo tiene la sua prima mostra personale negli Stati Uniti, alla Mayfair Gallery di Washington D.C. Da quel momento in poi Ribeiro espone le sue opere in musei e gallerie in Sud America, negli Stati Uniti e in Europa, stabilendosi infine nel 1979 a Palma di Maiorca. Attualmente è presente nel Museo Nazionale di Belle Arti e nel Museo Juan Manuel Blanes di Montevideo, nel Museo d'Arte Contemporanea di Madrid, nel Museo Nazionale di San Paolo e in altre collezioni pubbliche e private in Europa e in America.

Attribuito a JOSE DE ARELLANO (Madrid, doc. 1665 - 1710). "Floreros". Olio su tela. Rilegato nel XIX secolo. Presentano restauri nella superficie pittorica e danni alla cornice causati da xilofagi. Misure: 53 x 96 cm (x2); 71 x 87 cm (cornici, x2). Coppia di nature morte di fiori perfettamente inquadrate nel pieno barocco spagnolo, con un magnifico trattamento delle qualità, dei colori e, soprattutto, dell'efficace illuminazione tenebrista, che conferisce ai fiori una presenza e una tridimensionalità che raggiunge un livello illusionistico, quasi un trompe l'oeil. I fiori, lavorati in entrambi i dipinti nei toni del rosso, dell'ocra e del bianco, emergono dalle ombre dell'ambiente circostante. In entrambi i casi il vaso è posto su un piedistallo dai profili irregolari, dall'aspetto pietroso, lavorato negli stessi toni neutri dello sfondo, indeterminato, non si sa se interno o esterno. Il parapetto spicca sullo sfondo perché è un po' più illuminato, rafforzando la costruzione spaziale in modo naturalistico. Esteticamente l'opera si avvicina ai precetti di José de Arellano, pittore specializzato nel tema della natura morta di fiori, discepolo del padre Juan de Arellano, uno dei maggiori specialisti di pittura floreale del Barocco spagnolo. Era anche fratello dei pittori Manuel e Julián de Arellano. Seguì fedelmente lo stile del padre, tanto che molte delle sue opere sono state attribuite a lui. Tuttavia, il suo linguaggio si differenzia da quello di Juan de Arellano per le pennellate più secche e la tavolozza più tenue. Della sua biografia si sa poco, anche se si conosce la data del suo battesimo, avvenuto nella parrocchia di San Ginés a Madrid nel 1653, con padrino il pittore Juan Fernández de Laredo. Attualmente è rappresentato al Museo del Prado (opere in deposito presso il Municipio e la Casa de Colon di Las Palmas de Gran Canaria e l'Ambasciata di Spagna presso l'ONU a New York). Mentre nella prima metà del secolo la natura morta è ordinata e chiara, con un'estetica classicista, le opere della seconda metà del secolo presentano caratteristiche molto diverse, frutto dell'evoluzione stilistica verso il pieno barocco, abbandonando il classicismo dominante dell'inizio del secolo. In opere come la coppia di vasi qui presentata, si mantiene il gusto per un naturalismo estremo, che porta l'autore a descrivere meticolosamente non solo i dettagli dei fiori e dei vasi, ma anche a trasmettere le loro diverse qualità tattili. Presentano restauri nella superficie pittorica e danni alla cornice causati da xilofagi.