EUGENIO LUCAS VILLAAMIL Madrid (1858) / (1918) "Bozzetti per i soffitti della sa…
Descrizione

EUGENIO LUCAS VILLAAMIL Madrid (1858) / (1918) "Bozzetti per i soffitti della sala della musica e della sala della commedia del palazzo Parque Florido, di Don Jose Lazaro Galdiano". Coppia di dipinti a olio su tela. Firmati in basso a sinistra. Don Jose Lazaro Galdiano, uomo d'affari, intellettuale e grande collezionista d'arte, fu un pioniere nel recupero del "Lucas". Studiando la figura di Eugenio Lucas Velazquez, pittore romantico di chiara matrice goyesca, entrò in contatto con il figlio, Eugenio Lucas Villaamil, che all'epoca viveva in povertà. Rimase affascinato dalla sua opera e acquistò un buon numero di suoi dipinti, commissionando anche diversi affreschi del palazzo Parque Florido, sua antica residenza, che oggi ospita il museo statale che porta il suo nome. Esempi del lavoro decorativo svolto dal pittore in questo spazio sono questa coppia di tele a tema allegorico che si distinguono per la pennellata sciolta e abbozzata e per il cromatismo ricco e vivace. La prima corrisponde a quella che decora la sala della musica, con alcuni dei compositori preferiti dalla famiglia come Verdi, Chopin, Rossini, Beethoven, Mozart o Liszt. Il secondo, eseguito per il gabinetto delle commedie, comprende poeti, romanzieri e drammaturghi di diverse epoche, con in testa Lope de Vega. Misure: 56 x 47 cm. ciascuno

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EUGENIO LUCAS VILLAAMIL Madrid (1858) / (1918) "Bozzetti per i soffitti della sala della musica e della sala della commedia del palazzo Parque Florido, di Don Jose Lazaro Galdiano". Coppia di dipinti a olio su tela. Firmati in basso a sinistra. Don Jose Lazaro Galdiano, uomo d'affari, intellettuale e grande collezionista d'arte, fu un pioniere nel recupero del "Lucas". Studiando la figura di Eugenio Lucas Velazquez, pittore romantico di chiara matrice goyesca, entrò in contatto con il figlio, Eugenio Lucas Villaamil, che all'epoca viveva in povertà. Rimase affascinato dalla sua opera e acquistò un buon numero di suoi dipinti, commissionando anche diversi affreschi del palazzo Parque Florido, sua antica residenza, che oggi ospita il museo statale che porta il suo nome. Esempi del lavoro decorativo svolto dal pittore in questo spazio sono questa coppia di tele a tema allegorico che si distinguono per la pennellata sciolta e abbozzata e per il cromatismo ricco e vivace. La prima corrisponde a quella che decora la sala della musica, con alcuni dei compositori preferiti dalla famiglia come Verdi, Chopin, Rossini, Beethoven, Mozart o Liszt. Il secondo, eseguito per il gabinetto delle commedie, comprende poeti, romanzieri e drammaturghi di diverse epoche, con in testa Lope de Vega. Misure: 56 x 47 cm. ciascuno

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Attribuito a EUGENIO LUCAS VELÁZQUEZ, (Madrid, 1817 - 1870). "La fucina di Vulcano. Olio su tavola. Misure: 28 x 37 cm. Citato fin dal XIX secolo come Eugenio Lucas Padilla, o Eugenio Lucas il Vecchio, fu l'artista romantico spagnolo che meglio comprese l'arte di Goya. Formatosi nel neoclassicismo dell'Accademia di San Fernando, ben presto ribaltò la sua formazione e si dedicò allo studio di Velázquez e, soprattutto, di Goya, di cui ammirò e copiò le opere al Museo del Prado. Nella pittura di Goya, Lucas Velázquez trovò il punto di partenza per sviluppare una pittura personale e fantasiosa, fatta di visioni fantastiche e passioni scatenate, nel più puro stile romantico. La sua opera rappresenta, infatti, il miglior costumbrismo della scuola madrilena del romanticismo spagnolo. Riprende anche i soggetti di Goya e dipinge scene dell'Inquisizione, congreghe, pellegrinaggi e tori. Le sue tele, come "Condannato dall'Inquisizione" o "Il cacciatore" (entrambe al Museo del Prado), attirarono persino lo stesso Manet durante il suo viaggio in Spagna. Lucas Velázquez dipinse anche, nel 1850, il soffitto ormai scomparso del Teatro Real di Madrid e l'anno successivo fu nominato pittore onorario della camera come paesaggista. Nel 1853 fu nominato Cavaliere dell'Ordine di Carlos III dalla regina Isabella II. Durante il decennio degli anni Cinquanta continuò la sua carriera di palazzo, venendo nominato perito delle Pitture nere di Goya nel 1855, lo stesso anno in cui partecipò all'Esposizione universale di Parigi, dove le sue opere furono accolte molto bene dalla critica francese. Dal 1868, anno della rinuncia al trono da parte di Isabella II, iniziò il suo declino parallelamente a quello della monarchia. Negli anni Sessanta, da buon romantico, compì diversi viaggi, tra cui spiccano i soggiorni in Italia, Marocco e Parigi. Nella capitale francese incontrò anche uno dei maggiori esponenti dell'impressionismo francese, Edouard Manet. Morì nel 1870, lasciando in eredità un'opera importante e variegata in cui si intravede un uomo di indubbia originalità e a cui nessun campo era estraneo. Le sue opere sono caratterizzate dall'uso di una pennellata vivace e di uno stile disinvolto, senza preoccupazioni disegnative, con una materia densa e impastata di grande ricchezza cromatica e con la presenza di forti chiaroscuri. Ottenne un grande successo come pittore di maniere e di scene di carattere fantastico e sinistro, anche se è vero che fu anche un eccellente paesaggista e ritrattista. L'opera di Lucas Velázquez è molto ben rappresentata al Museo del Prado, ma anche in altri centri come il Museo di Belle Arti di Bilbao, il Museo Nazionale d'Arte della Catalogna, il Museo Lázaro Galdiano, il British Museum, il Metropolitan Museum di New York e il Museo Goya di Castres (Francia).