FRANCISCO RODRIGUEZ SANCLEMENT Elche (1893) / Santa Pola (1968) "Il rapimento"
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FRANCISCO RODRIGUEZ SANCLEMENT Elche (1893) / Santa Pola (1968) "Il rapimento" Olio su tela Firmato in basso a destra Misure: 74 x 93 cm

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FRANCISCO RODRIGUEZ SANCLEMENT Elche (1893) / Santa Pola (1968) "Il rapimento" Olio su tela Firmato in basso a destra Misure: 74 x 93 cm

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FRANCISCO HOHENLEITER DE CASTRO (Cadice, 1889 - Siviglia, 1968). "Majos". Olio su pannello (x2). Firmato in basso a destra. Misure: 31 x 20 cm (x2); 40 x 29 x 3 cm (cornici, x2). Francisco Hohenleiter inizia la sua formazione a El Puerto de Santa María e nel 1918 si trasferisce a Siviglia, stabilendosi definitivamente in città. Pittore elegante e colorato, diventa presto una figura di spicco nella decorazione murale e, soprattutto, nei manifesti, nell'illustrazione di riviste e libri. Le sue opere combinano influenze di stili diversi come il modernismo, la pittura di genere e il romanticismo. Con i suoi manifesti, negli anni Venti, reinventa la Settimana Santa di Siviglia, con opere basate sull'uso del colore e delle linee decorative. Come pittore si concentra sulla ritrattistica, sul paesaggio e sulla rappresentazione di tipi popolari, soprattutto majos, oltre che su scene di genere. Realizza anche nudi, interni di chiese e nature morte. Nel corso della sua carriera espose le sue opere in varie città spagnole e anche a Parigi, con una mostra eccezionale alla galleria Charpentier nel 1932. La pittura di Francisco Hohenleiter affonda le sue radici in quella di Jiménez Aranda e García Ramos e si ispira a Goya e Alenza. Diventa il glosador della Siviglia romantica, il ritrattista dell'Andalusia musicata da Albéniz. Attualmente le sue opere sono sparse in tutta l'Andalusia: murales, manifesti, programmi a mano, ecc. Oggi è rappresentato in vari musei e collezioni private.

Scuola sivigliana; ultimo terzo del XVII secolo. "Annunciazione". Olio su tela. Rilegato. Ha una cornice del XVIII secolo. Misure: 37 x 48 cm; 43 x 55 cm (cornice). Esteticamente quest'opera si iscrive, quindi, nel barocco sivigliano. La scena principale è situata in un interno in cui, sul lato destro, la Vergine è inginocchiata davanti a un leggio. Un vaso di gigli, simbolo della purezza mariana, si trova tra lei e l'arcangelo che le porta la buona novella. San Gabriele punta verso l'alto, dove Dio Padre e lo Spirito Santo, appena percepibili, esplodono in un'esplosione di gloria dorata. L'Annunciazione è un episodio ampiamente rappresentato nella storia dell'arte cristiana, dato che rappresenta uno dei principali dogmi della Chiesa, quello dell'Incarnazione. Inoltre, è inserita sia nel ciclo della vita di Cristo che in quello della vita della Vergine, il che le conferisce un rinnovato significato come episodio narrativo. Fratello del pittore José Antolínez, Francisco era un avvocato di professione, anche se la sua curiosità lo portò a interessarsi a una vasta gamma di argomenti. Si dedicò anche alla pittura, ottenendo successo con opere di piccolo formato, in genere con piccole figure su uno sfondo paesaggistico o architettonico. Ceán Bermúdez ha dichiarato che, dopo aver studiato legge a Siviglia, imparò a dipingere alla scuola di Murillo e frequentò l'accademia istituita nella Casa Lonja della stessa città, che risulta aver frequentato nel 1672. Nello stesso anno deve essersi trasferito a Madrid per raggiungere José Antolínez, anche se è probabile che dopo la morte di Antolínez sia tornato per qualche tempo nella sua città natale. Alla fine si stabilì definitivamente a Madrid. Francisco Antolínez riuscì a guadagnarsi da vivere con la pittura, ma nonostante ciò non firmò le sue opere, preferendo presentarsi come avvocato. Antolínez è erede dello stile fiammingo di Ignacio de Iriarte nei suoi paesaggi e degli sfondi architettonici di Matías de Torres. Le sue figure hanno un chiaro carattere muriliano. Francisco Antolínez è attualmente presente nel Museo del Prado, nel Museo Castrelos di Vigo, nel Museo Provinciale di Ciudad Real, nel Palazzo Episcopale di Huesca, nella chiesa parrocchiale di Santa Ana a Brea de Aragón, nella chiesa di Nuestra Señora de los Remedios a Zamora e in altri centri religiosi e collezioni pubbliche e private.