Null RAFAEL RUIZ BALERDI BALERDI - Composizione 273 165x110 cm Quest'opera compa…
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RAFAEL RUIZ BALERDI BALERDI - Composizione 273 165x110 cm Quest'opera compare nel Catalogo ragionato di Javier Viar. Era la copertina del catalogo della mostra Así pinta.... Rafael Ruiz Balerdi nella Sala San Prudencio di Vitoria-Gasteiz, 1985.

RAFAEL RUIZ BALERDI BALERDI - Composizione 273 165x110 cm Quest'opera compare nel Catalogo ragionato di Javier Viar. Era la copertina del catalogo della mostra Así pinta.... Rafael Ruiz Balerdi nella Sala San Prudencio di Vitoria-Gasteiz, 1985.

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FERNANDO CARRERA (Alcoy, 1866-1937). "Paesaggio. Olio su tela. Firmato in basso a destra. Presenta alcuni difetti nella cornice dorata. Misure: 39 x 47 cm; 54 x 61 cm (cornice). In questa composizione, l'autore offre una veduta parziale di un paesaggio frondoso incorniciato dai pilastri imbiancati di un patio. I colori terrosi all'ombra della veranda coperta contrastano con il verde smeraldo delle cime degli alberi e il verde lime del sottobosco. Viti fiorite pendono come un baldacchino dal tetto. Il prato sfugge al cielo azzurro della primavera. L'assenza umana enfatizza la carica poetica del paesaggio. Fernando Cabrera Cantó è stato un pittore e scultore spagnolo. Iniziò la sua formazione artistica all'Accademia Reale di Belle Arti di San Carlos a Valencia, dove fu discepolo del pittore alcoyano Lorenzo Casanova Ruiz, la completò a Madrid con Casto Plasencia e in Italia, paese in cui poté viaggiare grazie a una pensione concessa dal Consiglio Provinciale di Alicante. Collaborò con l'architetto Vicente Pascual Pastor alla decorazione della Casa del Pavo, una delle opere più importanti del modernismo di Alcoy. Nel retro di questo edificio ha collocato il suo studio di pittura. All'Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1890 vinse la medaglia d'argento con una tela intitolata Orfani e in quella del 1906 vinse la medaglia d'oro con l'opera Al abismo. Il suo lavoro è molto influenzato dal XIX secolo, soprattutto dai pittori Mariano Fortuny, Ignacio Pinazo Camarlench ed Eduardo Rosales, con connessioni moderniste. Le sue opere sono conservate nel Museo di Belle Arti di Valencia.

Scuola italiana della prima metà del XIX secolo. Dopo RAFAEL SANZIO (Italia, 1483 - 1520). "La Sacra Famiglia di Francesco I/La Grande Sacra Famiglia". Olio su tela. Misure: 104 x 137 cm; 122 x 150 cm (cornice). Quest'opera è la fedele continuazione di quella dipinta da Raffaello Sanzio nel 1518, un olio su tavola trasferito su tela oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi. In questa tela Raffaello raffigurò la Sacra Famiglia accompagnata da San Giovanni Battista bambino e da sua madre, Santa Elisabetta. La collocazione delle diverse figure riflette la gerarchia dei personaggi in questa iconografia. Così, vediamo San Giuseppe dietro, quasi nascosto nell'ombra, mentre le due donne e i due bambini rimangono in primo piano, direttamente illuminati. Queste quattro figure formano uno schema piramidale tipicamente raffaellesco, molto imitato dai suoi seguaci, chiaramente classico, che ancorano la composizione e la equilibrano. Inoltre, questo schema serve a focalizzare l'attenzione sui due personaggi principali: Gesù e Maria. Per quanto riguarda il soggetto, l'iconografia che introduce la figura di San Giovanni Battista nelle scene della Sacra Famiglia o di Maria con il Bambino non è dovuta solo alla condizione del santo come parente di Gesù, ma ha anche un significato teologico. Queste immagini presentano San Giovanni Battista come un profeta che annuncia la missione redentrice di Cristo, ed è per questo che, nonostante sia rappresentato come un bambino, prima del suo ritiro nel deserto, appare con la pelle di un agnello o di un cammello e, in genere, accompagnato dai consueti attributi iconografici nelle sue immagini, che alludono alla Passione di Cristo. Tuttavia, a differenza di quanto accade in altri dipinti, sia di Raffaello che di altri autori, qui i bambini appaiono ignari del drammatico destino di Gesù. Solo le due donne mostrano un certo dolore contenuto nelle loro espressioni che lascia intuire la pena con cui contemplano i giochi dei bambini.