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Descrizione

STÉPHANE COUTURIER (Neuilly-sur-Seine, Hauts-de-Seine, 1957) "Seoul Yoido Dong", 1998. Fotografia. Dimensioni: 127 x 107 cm; 133 x 112 cm (cornice). Stéphane Couturier ha dedicato una serie di fotografie alla capitale sudcoreana, così come ad altre città, in cui è evidente il suo interesse per l'astrazione dei dettagli urbani. Affronta il tema delle trasformazioni metropolitane da una prospettiva unica ed è considerato il principale esponente francese dell'"archeologia urbana", al pari di Thomas Struth nel contesto tedesco. Ha iniziato a esporre temi urbani nelle gallerie parigine a metà degli anni Novanta. Specializzato in fotografia di architettura, vive e lavora a Parigi. Nel 2003 ha ricevuto il Premio Niépce. Il lavoro di Stéphane Couturier, venuto alla luce con la serie sulla fabbrica Renault di Boulogne-Billancourt, è composto essenzialmente da fotografie di grande formato scattate con una macchina fotografica o di medio formato, in cui l'occhio dello spettatore si perde, catturato dai dettagli. La forza delle sue immagini deriva da questo gioco visivo basato esclusivamente sulla pellicola, fino alla recente serie Melting Point, realizzata presso la fabbrica Toyota di Valenciennes. Qui ha sperimentato la fusione di due immagini precedentemente scansionate; il risultato è una profusione di dettagli riccamente colorati che raggiunge magicamente una grande coerenza. Stéphane Couturier si è progressivamente orientato verso la fotografia artistica: le sue fotografie di cantieri rivelano una città organica in trasformazione e colore, talvolta in dittici o trittici giganti. In Landscape, si concentra sulle nuove città della California, ma sempre sotto un cielo nuvoloso che sovrasta le diverse inquadrature. Le sue opere sono state esposte alla Bibliothèque nationale de France di Parigi (2004), al Seoul Museum of Art (2005), al Moscow Museum of Architecture (2006), all'International Center of Photography di New York (2006), all'Hôtel des Arts di Tolone (2014), la Maison Européenne de la Photographie di Parigi (2015), il Musée Nicéphore Niepce di Châlon sur Saône (2016), il Musée de la Photographie di Charleroi, Belgio (2017) e il Musée Fernand Léger di Biot (2018). Il suo lavoro è stato pubblicato in diversi libri. È rappresentato dalla Galerie Particulière 1 di Parigi, dalla Benrubi Gallery di New York, dalla Galerie Kornfeld di Berlino e dalla Galerie Christophe Guye di Zurigo. Nel maggio 2018, Stéphane Couturier ha firmato una petizione con personalità di spicco del mondo della cultura per boicottare la stagione culturale congiunta "Francia-Israele" che, secondo la petizione, funge da "vetrina" per lo Stato di Israele a scapito del popolo palestinese. Stéphane Couturier ha partecipato a numerose mostre, alcune delle quali sono elencate qui: 2021 Stéphane Couturier, Christophe Guye Galerie, Zurigo, Svizzera 2016 Alger, Climat de France, Musée Nicéphore-Niépce, Chalon-sur-Saône, Francia Anaklasis, La Galerie Particulière, Parigi, Francia; Paris Photo, Galerie Particulière Booth, Grand Palais, Parigi, Francia.

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STÉPHANE COUTURIER (Neuilly-sur-Seine, Hauts-de-Seine, 1957) "Seoul Yoido Dong", 1998. Fotografia. Dimensioni: 127 x 107 cm; 133 x 112 cm (cornice). Stéphane Couturier ha dedicato una serie di fotografie alla capitale sudcoreana, così come ad altre città, in cui è evidente il suo interesse per l'astrazione dei dettagli urbani. Affronta il tema delle trasformazioni metropolitane da una prospettiva unica ed è considerato il principale esponente francese dell'"archeologia urbana", al pari di Thomas Struth nel contesto tedesco. Ha iniziato a esporre temi urbani nelle gallerie parigine a metà degli anni Novanta. Specializzato in fotografia di architettura, vive e lavora a Parigi. Nel 2003 ha ricevuto il Premio Niépce. Il lavoro di Stéphane Couturier, venuto alla luce con la serie sulla fabbrica Renault di Boulogne-Billancourt, è composto essenzialmente da fotografie di grande formato scattate con una macchina fotografica o di medio formato, in cui l'occhio dello spettatore si perde, catturato dai dettagli. La forza delle sue immagini deriva da questo gioco visivo basato esclusivamente sulla pellicola, fino alla recente serie Melting Point, realizzata presso la fabbrica Toyota di Valenciennes. Qui ha sperimentato la fusione di due immagini precedentemente scansionate; il risultato è una profusione di dettagli riccamente colorati che raggiunge magicamente una grande coerenza. Stéphane Couturier si è progressivamente orientato verso la fotografia artistica: le sue fotografie di cantieri rivelano una città organica in trasformazione e colore, talvolta in dittici o trittici giganti. In Landscape, si concentra sulle nuove città della California, ma sempre sotto un cielo nuvoloso che sovrasta le diverse inquadrature. Le sue opere sono state esposte alla Bibliothèque nationale de France di Parigi (2004), al Seoul Museum of Art (2005), al Moscow Museum of Architecture (2006), all'International Center of Photography di New York (2006), all'Hôtel des Arts di Tolone (2014), la Maison Européenne de la Photographie di Parigi (2015), il Musée Nicéphore Niepce di Châlon sur Saône (2016), il Musée de la Photographie di Charleroi, Belgio (2017) e il Musée Fernand Léger di Biot (2018). Il suo lavoro è stato pubblicato in diversi libri. È rappresentato dalla Galerie Particulière 1 di Parigi, dalla Benrubi Gallery di New York, dalla Galerie Kornfeld di Berlino e dalla Galerie Christophe Guye di Zurigo. Nel maggio 2018, Stéphane Couturier ha firmato una petizione con personalità di spicco del mondo della cultura per boicottare la stagione culturale congiunta "Francia-Israele" che, secondo la petizione, funge da "vetrina" per lo Stato di Israele a scapito del popolo palestinese. Stéphane Couturier ha partecipato a numerose mostre, alcune delle quali sono elencate qui: 2021 Stéphane Couturier, Christophe Guye Galerie, Zurigo, Svizzera 2016 Alger, Climat de France, Musée Nicéphore-Niépce, Chalon-sur-Saône, Francia Anaklasis, La Galerie Particulière, Parigi, Francia; Paris Photo, Galerie Particulière Booth, Grand Palais, Parigi, Francia.

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