Null Antica giara greca micenea con beccuccio a staffa, 1425-1100 a.C. Circa. Co…
Descrizione

Antica giara greca micenea con beccuccio a staffa, 1425-1100 a.C. circa. Con due manici a cinghia che fiancheggiano il falso collo e un beccuccio che fuoriesce dalla spalla. Decorata lungo i lati con motivi circolari e a strisce. Venivano spesso utilizzati per trasportare oli durante la tarda età del bronzo. Altezza: 5 1/2 in x larghezza: 5 in x profondità: 5 in.

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Antica giara greca micenea con beccuccio a staffa, 1425-1100 a.C. circa. Con due manici a cinghia che fiancheggiano il falso collo e un beccuccio che fuoriesce dalla spalla. Decorata lungo i lati con motivi circolari e a strisce. Venivano spesso utilizzati per trasportare oli durante la tarda età del bronzo. Altezza: 5 1/2 in x larghezza: 5 in x profondità: 5 in.

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VASO A MANO GRANATA, c. 10°-15° SECOLO GRENATA A MANO IN VASO, DAL 10° AL 15° SECOLO C.A. Presumibilmente dell'impero bizantino. In terracotta grigia non smaltata, il corpo piriforme cavo è scolpito con quattro uccelli alternati con volti umanoidi e piumaggio stilizzato. La parte superiore presenta un'apertura per il riempimento con "fuoco greco". Provenienza: Collezione del Museo dell'Oro del Sud-Est Asiatico Zelnik István. Collezione d'arte istituzionale in Belgio, acquisita dal suddetto. István Zelnik, presidente dell'Istituto ungherese di ricerca sull'Asia meridionale e sudorientale, è un ex diplomatico ungherese di alto livello che ha trascorso diversi decenni nel Sud-est asiatico, costruendo la più grande collezione privata di arte asiatica conosciuta in Europa. Condizioni: Buone condizioni, con vecchia usura, crepe di cottura, piccole perdite, segni di erosione e invecchiamento, piccole scheggiature, graffi superficiali e incrostazioni di terra. Peso: 765 g Dimensioni: Lunghezza circa 17 cm Un gran numero di vasi simili, sia completi che frammentari, sono stati ritrovati in tutta l'Asia centrale, comprese alcune zone della Russia. Un tempo si discuteva se si trattasse di contenitori per mercurio o acqua santa, di lampade o di granate progettate per essere caricate con materiale incendiario, probabilmente una miscela contenente nafta, alla base del leggendario Fuoco Greco dei Bizantini. Un articolo pubblicato da W. Arendt nel 1931 ha stabilito senza ombra di dubbio che si trattava di granate. Cfr. W. Arendt, "Irdene Granaten des 13.-14, Jahrhunderts, die an der Wolga gefunden sind", Zeitschrift für Historische Waffen- und Kostümkunde, 11 (1926-8), pp. 264-5; P. Post "Handbrandgeschoß oder Öllampe?', ibidem, 12 (1929-31), p. 42; W. Arendt, "Die Sphärisch-Konischen Gefässe aus Gebranntem Ton", ibidem, pp. 206-10; D. Ayalon, Gunpowder and Firearms in the Mamluk Kingdom, London 1956, p. 16.