Null Panca da balcone rinascimentale, Catalogna o Aragona. Spagna, 1600 ca.

Noc…
Descrizione

Panca da balcone rinascimentale, Catalogna o Aragona. Spagna, 1600 ca. Noce e bosso. Intarsio in osso. Applicazioni in ottone. Decorazione rinascimentale a intarsio. Presenta segni di uso e usura. Manico in pelle danneggiato. Misure: 130 x 140 x 60 cm. Questa panca-arco catalano-aragonese, datata intorno al 1600, è decorata con un minuzioso lavoro di intarsio geometrico, consistente nell'intarsio di piccole lastre di osso e altro legno che formano motivi geometrici. Questa decorazione affonda le sue radici nell'intarsio di Granada, un intarsio a blocchi di motivi geometrici di origine islamica. Questi intarsi combinano principalmente l'osso e vari legni, poiché questi erano i materiali principali per i mobili ispano-musulmani. L'intarsio a blocchi ha origine nella Spagna islamica e la sua tecnica consiste nel realizzare un blocco combinando vari legni per formare un disegno specifico, per poi tagliare delle sezioni che vengono intarsiate nel mobile. In questo modo si ottengono lastre o strisce di mosaico, come quelle che vediamo qui. Formalmente si tratta di un'arca sollevata su quattro piedi ad artiglio, su cui poggia un'ampia gonna. Il fronte e i fianchi sono decorati con pannelli quadrati incassati, alternati a superfici modanate dall'aspetto architettonico. La cassapanca rimane chiusa, quindi funge da seduta, e ha uno schienale con le stesse caratteristiche del resto del pezzo, che culmina in uno stemma con un motivo araldico con il cognome "Del Bosque". La cassapanca era il contenitore più importante nelle case catalane fin dal XV secolo. Veniva portato dalla sposa al matrimonio, infatti era il patrimonio che la famiglia della sposa donava allo sposo. Faceva parte di uno scambio di ricchezza tra le famiglie contraenti. Il suo ornamento era una testimonianza del livello sociale ed economico a cui apparteneva la nuova sposa.

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Panca da balcone rinascimentale, Catalogna o Aragona. Spagna, 1600 ca. Noce e bosso. Intarsio in osso. Applicazioni in ottone. Decorazione rinascimentale a intarsio. Presenta segni di uso e usura. Manico in pelle danneggiato. Misure: 130 x 140 x 60 cm. Questa panca-arco catalano-aragonese, datata intorno al 1600, è decorata con un minuzioso lavoro di intarsio geometrico, consistente nell'intarsio di piccole lastre di osso e altro legno che formano motivi geometrici. Questa decorazione affonda le sue radici nell'intarsio di Granada, un intarsio a blocchi di motivi geometrici di origine islamica. Questi intarsi combinano principalmente l'osso e vari legni, poiché questi erano i materiali principali per i mobili ispano-musulmani. L'intarsio a blocchi ha origine nella Spagna islamica e la sua tecnica consiste nel realizzare un blocco combinando vari legni per formare un disegno specifico, per poi tagliare delle sezioni che vengono intarsiate nel mobile. In questo modo si ottengono lastre o strisce di mosaico, come quelle che vediamo qui. Formalmente si tratta di un'arca sollevata su quattro piedi ad artiglio, su cui poggia un'ampia gonna. Il fronte e i fianchi sono decorati con pannelli quadrati incassati, alternati a superfici modanate dall'aspetto architettonico. La cassapanca rimane chiusa, quindi funge da seduta, e ha uno schienale con le stesse caratteristiche del resto del pezzo, che culmina in uno stemma con un motivo araldico con il cognome "Del Bosque". La cassapanca era il contenitore più importante nelle case catalane fin dal XV secolo. Veniva portato dalla sposa al matrimonio, infatti era il patrimonio che la famiglia della sposa donava allo sposo. Faceva parte di uno scambio di ricchezza tra le famiglie contraenti. Il suo ornamento era una testimonianza del livello sociale ed economico a cui apparteneva la nuova sposa.

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JOSEP MARIA TAMBURINI DALMAU (Barcellona, 1856 - 1932). "Gesù bambino", 1907. Olio su tela. Firmato in alto a destra. Opera pubblicata in "J.M. Tamburini", Jaume Soler. Fondazione Caixa de Catalunya, 1989. Riprodotto a pagina 75. Misure: 125 x 182 cm; 130 x 187 cm (cornice). Pittore e critico d'arte, figura di spicco del modernismo catalano, Tamburini iniziò la sua formazione nella Scuola de La Lonja di Barcellona, per poi completare gli studi a Parigi, con L. Bonnat, e a Roma. Collaborò come vignettista, critico d'arte e poeta con la rivista "L'Avenç", una delle più importanti pubblicazioni artistiche della Catalogna di fine secolo. Ha scritto anche per "La Vanguardia". Come pittore, iniziò la sua carriera nella pittura di storia e nel realismo aneddotico, per poi evolversi lungo le linee del simbolismo, fortemente influenzato dal preraffaellismo inglese. Il riconoscimento arriva nel 1888, quando vince una medaglia d'argento all'Esposizione Universale di Barcellona. Continua a partecipare alle esposizioni ufficiali di Barcellona e Madrid e viene nuovamente premiato all'Esposizione di Barcellona del 1898, dove riceve il Premio Straordinario della Regina Reggente. Nel 1911 riceve il Premio del Re e della Regina di Spagna. Già da pittore maturo, lavorò su temi placidamente fantastici, dettagliati e preziosi, oltre che su temi religiosi e alcuni ritratti. Fu anche membro del Consiglio dei Musei di Barcellona, consigliere dell'Accademia di Belle Arti, professore alla Scuola di La Lonja e cofondatore della Società Artistica e Letteraria della Catalogna (1911). È presente al MACBA, al Museo Nazionale d'Arte e alla Biblioteca di Catalogna, all'Accademia Reale di Sant Jordi, al Museo Casa Lis di Salamanca e ai Musei di Belle Arti di Valencia e Siviglia, oltre che in numerose collezioni private.