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Descrizione

Impero romano, serie di 5 follis: Diocleziano, Massimiano, Galerio e Massenzio. Provenienza : Collezione Claude e Sylvette Féraud. Artista, surrealista, cofondatore della casa editrice Fata Morgana e membro del gruppo Phase.

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Impero romano, serie di 5 follis: Diocleziano, Massimiano, Galerio e Massenzio. Provenienza : Collezione Claude e Sylvette Féraud. Artista, surrealista, cofondatore della casa editrice Fata Morgana e membro del gruppo Phase.

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Stima 60 - 90 EUR
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domenica 21 lug - 15:00 (CEST)
montpellier, Francia
Farran Enchères
+33467609018
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Testa maschile. Tardo impero romano, II-III secolo d.C. Pietra di marmo. Misure: 36 x 19 x 20 cm. Il protagonista di questa scultura, un uomo di mezza età, guarda l'osservatore in un atteggiamento tranquillo. I suoi occhi completamente aperti, in attesa e diretti verso un punto concreto, rivelano l'inquietudine del personaggio e si distinguono per il loro carattere naturalistico. I dettagli dell'esecuzione, che si riflettono soprattutto nella capigliatura individualizzata e nella fermezza espressiva del volto, dimostrano l'abile capacità di un artista pienamente formato all'insegnamento scultoreo. Il Basso Impero Romano o Tardo Impero Romano è il periodo storico che va dall'ascesa al potere di Diocleziano, nel 284, alla fine dell'Impero Romano d'Occidente, nel 476. Succede all'Alto Impero Romano iniziato da Cesare Augusto nel 27 a.C.. I Romani apportarono due importanti innovazioni al mondo della scultura: il ritratto e il rilievo storico, che non esistevano nel mondo greco. Tuttavia, essi seguirono i modelli greci per gran parte della loro produzione scultorea, una base che a Roma si sarebbe combinata con la tradizione etrusca. Dopo i primi contatti con la Grecia del classicismo attraverso le colonie della Magna Grecia, nel 212 a.C. i Romani conquistarono Siracusa, una ricca e importante colonia greca situata in Sicilia, ornata da un gran numero di opere ellenistiche. La città fu saccheggiata e i suoi tesori artistici portati a Roma, dove il nuovo stile di queste opere sostituì presto la tradizione etrusco-romana che aveva prevalso fino ad allora. Catone stesso denunciò il saccheggio e la decorazione di Roma con opere ellenistiche, che considerava una pericolosa influenza sulla cultura autoctona, e deplorò il plauso dei Romani per le statue di Corinto e Atene, mentre ridicolizzava la tradizione decorativa in terracotta degli antichi templi romani. Tuttavia, queste reazioni oppositive furono vane; l'arte greca aveva sottomesso l'arte etrusco-romana in generale, al punto che le statue greche erano tra i premi di guerra più ambiti, venendo esposte durante il corteo trionfale dei generali conquistatori.