Null CINDY SHERMAN
(1954)
Cindy Sherman
1987
Catalogo monografico illustrato edi…
Descrizione

CINDY SHERMAN (1954) Cindy Sherman 1987 Catalogo monografico illustrato edito in occasione della mostra tenutasi presso la Parco Gallery, Tokyo (1987) 26 x 21 cm Edizione della galleria Pagine 96 Difetti

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CINDY SHERMAN (1954) Cindy Sherman 1987 Catalogo monografico illustrato edito in occasione della mostra tenutasi presso la Parco Gallery, Tokyo (1987) 26 x 21 cm Edizione della galleria Pagine 96 Difetti

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Albert Ebert, "La lettura dei fantasmi" Giovane uomo in un interno buio che legge un libro, circondato da due piccoli diavoli, cfr. catalogo ragionato Brade/Stula R 23, acquaforte stampata in marrone, firmata e datata "A. Ebert 1964" a matita sotto l'immagine a destra, numerata "18/20" a sinistra e intitolata "Die Gespensterlektüre" al centro, monogrammata e datata "AE (19)64" nella lastra, brunita, opacizzata e incorniciata dietro vetro. Informazioni sull'artista: pittore e grafico tedesco (1907 Halle/Saale - 1976 Halle/Saale), considerato il più importante artista naïf della DDR, nel 1921 iniziò un apprendistato incompiuto come muratore, poi lavorò come operaio occasionale e non qualificato fino al 1939, tra cui 1928-34 come commerciante indipendente di articoli di lana e come trasportatore di mobili, operaio edile, assistente al mercato ecc, 1939-45 servizio militare nella 2. Guerra Mondiale. Dopo essere stato ferito e catturato, trascorse un periodo in un ospedale militare, dove scoprì la pittura come vocazione, 1946-47 studiò all'accademia d'arte "Burg Giebichenstein" di Halle sotto la guida di Charles Crodel e Waldemar Grzimek, in gran parte da autodidatta, dal 1947 operaio edile e 1948 apprendista temporaneo in tecniche di restauro presso la Galleria di Stato Moritzburg di Halle, 1948 prima partecipazione a una mostra con l'associazione di artisti "Die Fähre" e pittore freelance fino al 1951, dal 1951 membro dell'Associazione degli artisti visivi (VBK) della DDR, 1951-52 corso di restauro con Kurt Bunge, 1954-56 lavoro come fuochista al Burg Giebichenstein e operaio edile ad Halle, dal 1956 libero professionista ad Halle con il sostegno di amici e una borsa di studio della CDU (DDR), 1973 premiato con il Premio d'arte della città di Halle, partecipa alle mostre d'arte della DDR dal 1958-77, fonte: Vollmer, Eisold "Artisti nella DDR", atlante illustrato "Arte nella DDR" e Wikipedia.

GIACOMETTI (Alberto). Serie di 6 numeri della Revue Derrière Le Miroir dedicati a Giacometti, folio in ff. con copertine illustrate da o dopo l'artista: - n°39-40, 1951, [10] pp. + un opuscolo di 4 facciate che presenta opere di Giacometti fotografate da E. Scheidegger (strappo senza mancanze), DLM pubblicato in occasione della 1° mostra di GIACOMETTI alla Galerie Maeght nel giugno 1951 che presentava 36 sculture, 18 dipinti e disegni. Testo di Michel Leiris "Pierres pour un Alberto Giacometti". 3 litografie originali in nero, di cui 1 a doppia pagina, 3 facsimili di disegni e 9 riproduzioni in nero. - n°39-40, [10] pp. + un pieghevole di 4 pagine con opere di Giacometti fotografate da E. Scheidegger, 2a edizione stampata in fototipia. - n°65, 1954, [24] pp. compresa la copertina, DLM pubblicato in occasione della mostra di sculture, dipinti e disegni di GIACOMETTI alla Galerie Maeght nel maggio 1954. Testo di Jean-Paul Sartre "Les Peintures de Giacometti". 3 riproduzioni litografiche a colori e 13 riproduzioni di cui 9 disegni inediti. - n°98, 1957, 28 pp. compresa la copertina, DLM pubblicato nel giugno 1957 in occasione della mostra di GIACOMETTI alla Galerie Maeght. Testo di Jean Genet "L'Atelier d'Alberto Giacometti". 3 litografie originali in nero di cui 1 a doppia pagina. - n°127, 1961, 28 pp. + copertina DLM pubblicato nel maggio 1961 dedicato alla mostra di dipinti e sculture di GIACOMETTI alla Galerie Maeght. 14 litografie originali di cui 3 a doppia pagina. Testo di Olivier Larronde, Léna Leclercq e Isaku Yanaihara. - n°233, 1979, 24 pp. + copertina "Les Murs de l'atelier et de la chambre", DLM pubblicato in occasione della mostra dei murs de l'atelier et de la chambre di GIACOMETTI alla Galerie Maeght nel marzo 1979. Testi di Michel Leiris "Autres heures, autres traces" e Michel G. Bourbon. 11 riproduzioni di cui 7 a colori.

URBANO LUGRÍS GONZÁLEZ (La Coruña, 1908-1973). "Alla luce della luna", 1965. Inchiostro su carta. Con poesia dell'artista. Dimensioni: 44 x 33 cm; 64 x 53 cm (cornice). Urbano Lugris inizia la sua formazione artistica sotto l'influenza di Nacho Viéitez, un uomo il cui scopo era quello di incoraggiare la pratica della pittura nelle nuove generazioni. Abbandona gli studi come perito mercantile a La Coruña per trasferirsi a Madrid nel 1930, dove entra a far parte delle Missioni Pedagogiche, con le quali gira diverse città spagnole disegnando costumi e scenografie per il teatro La Barraca. In questo periodo conosce Federico García Lorca e Rafael Alberti. Durante la guerra civile partecipò come volontario all'esercito repubblicano, andando al fronte delle Asturie. Dopo la fine della guerra, nel 1954, fonda a La Coruña la rivista Atlántida, con gli amici Mariano Tudela e José Mª de Labra, alla quale partecipa attivamente, scrivendo articoli e poesie, oltre a numerose illustrazioni e disegnando la copertina. Nel 1965 si trasferì a Vigo, dove morì il 23 dicembre 1973. Nel 1997 si è tenuta la più grande mostra dedicata a Urbano Lugrís, curata da Rosario Sarmiento e Antón Patiño, presso il Círculo de Bellas Artes di Madrid e l'Auditorio de Galicia di Santiago de Compostela. In occasione di questa mostra è stato pubblicato un importante libro-catalogo della mostra e un facsimile della rivista Atlántida. Nel 2007 è stato pubblicato il libro di Antón Patiño Urbano Lugrís, "Viaje al corazón del océano". Lugrís è stato un pittore quasi autodidatta la cui opera pittorica riflette una predilezione per i temi marini, ritratti con un'atmosfera di carattere onirico e idealizzato. I suoi quadri sono quasi sempre dipinti su tavola in formati piccoli e medi. È stato influenzato dal suo padrino, lo scrittore Francisco Tettamancy y Gastón e dai concetti della pittura metafisica italiana, in particolare Carrá e Chirico, e del surrealismo francese, i dipinti di Tanguy e Magritte. Alcuni autori hanno voluto metterlo in relazione con Dalí, sulla base dell'uso del blu come colore principale nei suoi dipinti, ma questo dettaglio non è tratto dal catalano, bensì da Platinir.