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Aubusson - Arazzo - XIX secolo, Francia, arazzo tessuto a mano, bordo floreale, nel campo un paesaggio idilliaco con pescatore, gru e personale architettonico, foderato sul retro, colori un po' sbiaditi, segni dell'età, circa 198 x 238 cm

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Aubusson - Arazzo - XIX secolo, Francia, arazzo tessuto a mano, bordo floreale, nel campo un paesaggio idilliaco con pescatore, gru e personale architettonico, foderato sul retro, colori un po' sbiaditi, segni dell'età, circa 198 x 238 cm

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In vendita il venerdì 19 lug : 10:00 (CEST)
nurnberg, Germania
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Arazzo Aubusson francese, XIX secolo. "Paesaggio con castello". Lana annodata a mano. Misure: 215 x 296 cm. La raffinatezza di questo arazzo tessuto a mano testimonia l'alta qualità degli arazzi di Aubusson. Un giardino lussureggiante si apre davanti a noi mostrando un piccolo lago con ponti sulle sue sponde e un castello sullo sfondo. Fiori di ciliegio e cespugli di rose delimitano il laghetto. Il paesaggio è stato risolto con facilità e precisione descrittiva, in toni riccamente contrastanti con una predominanza di verde, blu e toni terrosi, con dettagli rosa. Il soggetto è in linea con il gusto aristocratico del XIX secolo. La città di Aubusson agglutinava numerosi laboratori di arazzi, creati da tessitori fiamminghi che si stabilirono nella zona alla fine del XVI secolo. Si trattava di un'attività rudimentale, rispetto alla Manifattura Reale di Gobelins: non avevano pittori, tintori, né una struttura commerciale, per cui i loro arazzi venivano venduti nelle locande, a una clientela privata di basso livello, principalmente aristocratici di provincia. Nel XVI e XVII secolo, le botteghe di Aubusson si specializzarono in arazzi vegetali (con decorazioni eminentemente floreali), ma la situazione cambiò radicalmente quando, a metà del XVII secolo, questo centro fu riorganizzato da Jean-Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV, con l'obiettivo di convertire questi laboratori in manifatture reali. Egli sottopose quindi le botteghe di Aubusson e Felletin a un regolamento di corporazione e, in cambio, promise di fornire loro un pittore e un tintore. Questa promessa, tuttavia, diventerà effettiva solo nel XVIII secolo: una svolta per le botteghe marchigiane, che vedranno aumentare notevolmente la qualità dei loro arazzi potendo contare su un pittore dedicato alla realizzazione di cartoni e su un tintore che produrrà tinture di qualità superiore a quelle utilizzate fino ad allora.