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Descrizione

[ROME] PARASACCHI, Domenico (1618-1630); FELICE, Girolamo. Raccolta delle principali fontane dell'inclitta città di Roma dessegnate et intagliate da Domenico Parasacchi con la nuova aggiunta dis. da Girolamo Felice. Rome: Rossini, 1647. Original edition of Parasacchi's collection of engravings, enlarged with 24 plates drawn by Felice and engraved by Pierre Miotte, which can be distinguished from those of Parasacchi as they are executed in a much more lively style and often include figures engaged in various games and pastimes. 44 individual plates (OPAC SBN reports 23 oblong, two plates missing) including engraved title page, internally a fine copy. Half vellum binding, marbled edges. Provenance: Crespan (ex libris). (1)

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[ROME] PARASACCHI, Domenico (1618-1630); FELICE, Girolamo. Raccolta delle principali fontane dell'inclitta città di Roma dessegnate et intagliate da Domenico Parasacchi con la nuova aggiunta dis. da Girolamo Felice. Rome: Rossini, 1647. Original edition of Parasacchi's collection of engravings, enlarged with 24 plates drawn by Felice and engraved by Pierre Miotte, which can be distinguished from those of Parasacchi as they are executed in a much more lively style and often include figures engaged in various games and pastimes. 44 individual plates (OPAC SBN reports 23 oblong, two plates missing) including engraved title page, internally a fine copy. Half vellum binding, marbled edges. Provenance: Crespan (ex libris). (1)

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GIL DE ENCINAS (Zamora, attivo tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo). "San Bartolomeo, San Girolamo, San Sebastiano e Santa Caterina". Serie di quattro dipinti su tavola. Sarà accompagnato da una relazione della dottoressa Irune Fiz Fuertes, specialista della pittura di Zamora del XVI secolo. Provenienza: - Collezione Pellisson. Su un'etichetta attaccata alla cornice dei pannelli, iscrizione manoscritta in inchiostro blu: Mr George Pelisson. Ogni pannello ha un numero che potrebbe corrispondere al catalogo di vendita di questa collezione. Tutte queste opere appartenevano alla stessa grande pala d'altare di cui gli elementi della predella facevano indubbiamente parte. Esportabile. Presentano ridipinture e xilofagi trattati. Con mancanza di policromia e difetti nel legno di alcune cornici. Alcune parti delle cornici sono state restaurate. Le cornici sono in legno dorato e presentano iscrizioni in lettere classiche disegnate a sgraffito sul fondo in foglia d'oro. Misure: 58 x 43 cm; 72 x 52 cm (cornice). Questa eccezionale serie di quattro pannelli attribuiti a Gil de Encinas rappresenta ogni santo in piedi davanti a un muretto decorato con un portico. Ogni immagine si apre su un paesaggio lacustre o montano ed è riconoscibile per la tipologia fisica o gli attributi, descritti secondo la Legenda Aurea di Jacques de Voragine: il coltello e il diavolo in catene per San Bartolomeo, l'abito cardinalizio e il leone per San Girolamo, le frecce del martirio di San Sebastiano e il diadema della principessa, la ruota e la spada del martirio di Santa Caterina. La parte superiore di ogni pannello è ornata da un arco ornamentale che circonda le figure, scolpito in legno dorato e decorato con trafori che sormontano l'immagine di ogni santo. Gli studiosi dell'artista collegano Gil de Encinas, pittore di Zamora di cui si conosce poco la biografia, alla prolifica scuola del Maestro di Astorga, in particolare alla sua produzione a Zamora. Il Maestro di Astorga è considerato uno dei principali artisti della Castiglia rinascimentale. È vero che non si conoscono molte informazioni biografiche sull'artista, tanto che il suo nome è sconosciuto, anche se fu attivo a León all'inizio del XVI secolo. Ha dipinto la Pala di San Michele nella cattedrale di Astorga, la Natività di Cristo con San Domenico e San Lorenzo e la Storia di San Giacomo nella collezione del Museo Lázaro Galdiano e i cinque pannelli nella collezione del Museo del Prado di Madrid. Il pannello della Natività con San Domenico e San Lorenzo (Madrid, Museo Lázaro Galdiano) è particolarmente degno di nota come valido punto di confronto. Sembra esserci un eloquente confronto con la Natività, elemento del trittico Torre de Luzea (Zarauz, Guipúzcoa, Banco Hispano Americano) del Maestro di Zamora o operante nel primo terzo del XVI secolo, dove troviamo numerosi punti in comune: la stessa ambientazione, la stessa situazione delle figure all'interno dell'architettura e del paesaggio, gli identici volti oblunghi e ben caratterizzati delle figure e il simile trattamento delle vesti.