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Descrizione

() Quadro con scultura di un particolare di un bassorilievo del portale di San Petronio a Bologna, da Jacopo Della Quercia H cm 36x27 - in cornice H cm 88,5x67,5 Firmato in basso. Al retro dedica.Firmato in basso. Al retro dedica.

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() Quadro con scultura di un particolare di un bassorilievo del portale di San Petronio a Bologna, da Jacopo Della Quercia H cm 36x27 - in cornice H cm 88,5x67,5 Firmato in basso. Al retro dedica.Firmato in basso. Al retro dedica.

Stima 140 EUR
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H. BELLANGÉ (1800-1866), Overgrown monument, around 1850, Pen drawing Hippolyte Bellangé (1800 Parigi - 1866 ibid.): Monumento coperto, 1850 circa, disegno a penna Tecnica: Disegno a penna su carta Iscrizione: monogrammato in basso a destra: "ht. Bgé" Data: c. 1850 Descrizione: Cosa dipinge un pittore di battaglie se non dipinge battaglie? Hippolyte Bellangé fu uno dei più importanti pittori di battaglie nella Francia di Luigi Filippo e Napoleone III. Un'opera enorme, piena di migliaia di soldati, armi e cavalli, dove l'uomo diventa massa. È molto celebrato e molto decorato per queste rappresentazioni di mega-eventi. Ma ciò che non ha perso in mezzo a tutte le sciabolate dipinte e al fumo dei cannoni tamponati è il suo occhio per i dettagli. Era in grado di dare vita a battaglie di massa da un'angolazione ampia, ma come se fosse al microscopio, era anche in grado di percepire il destino del singolo soldato. Come il suo amico Nicolas-Toussaint Charlet, ritrasse la vita dei soldati lontani dalla battaglia in numerose litografie e disegni, a volte malinconicamente compassionevoli, a volte caricaturalmente distanti. Ma sempre con un occhio di riguardo per i dettagli, che nel suo caso non si limitavano alle apparenze, ma assumevano talvolta anche tratti psicologici. Ma ora torniamo alla domanda iniziale: Cosa dipinge ora? Innanzitutto, pochissimo altro. Anche quando scivola nel genere, c'è sempre un'uniforme da qualche parte che, in un modo o nell'altro, è entrata nel quadro. Tanto più sorprendente è il nostro disegno, che mostra un'opera d'arte cristiana distrutta in quel tratto incomparabilmente nervoso. È stata decaduta e dimenticata per così tanto tempo che la natura ha allungato le sue dita delicate verso di essa. La croce giace spezzata a terra. È difficile immaginare che possa tornare al suo antico splendore. Se abbiamo familiarità con le rappresentazioni focalizzate di Bellangé, in cui sono raffigurati i soldati maltrattati che sono tornati a casa, non possiamo fare a meno di riconoscere una connotazione emotiva in questo monumento spezzato. Rotto e solo: sono parole che si possono applicare anche ai soldati. Oltre a questa dimensione emotiva, ciò che affascina particolarmente di questo disegno piccolo e incredibilmente libero è il tratto tremolante che non si ferma in nessun punto e attraversa il foglio come se fosse guidato, da cui le forme chiare emergono solo lentamente, per poi essere inghiottite di nuovo nel momento successivo da un altro tratto. Questo processo dinamico, quasi respiratorio, è il fascino particolare di questo disegno, insolito per Bellangé, ma emozionante proprio per questo. Parole chiave: Monumento, croce di via, cimitero, piccola architettura, scultura, colonna, antichità, figura, rovina, vanitas, XIX secolo, Romanticismo, Architettura, Francia, Dimensioni: Carta: 19,5 cm x 13,3 cm (7,7 x 5,2 in)

Ludovico Carracci (1555 - 1619) , attribuito a Ludovico Carracci (1555 - 1619) , attribuito a Erminia e i pastori, 1592-1593 ca. Olio su tela 93,5 x 132,5 cm Elementi distintivi: al verso, inventario d'asta "RV551" in stencil Provenienza: Osuna Gallery, Washington; Christie's, 24 aprile 1998, l. 141 (Ludovico Carracci); collezione privata Bibliografia: D. Steven Pepper, "Ludovico Carracci: A new sequence of his works and additions to his catalogue", in «Accademia Clementina. Atti e memorie», Nuova serie, XXXIII-XXXIV, 1994, pp. 63-64, appendice II, tavola IV (pubblicazione revisionata da Andrea Emiliani e Denis Mahon) ("Ludovico Carracci"); Denis Mahon, "Quando conobbi Guercino", "Quadri & Sculture", Roma, gennaio-febbraio 1999, n. 4, anno VII, pp. 32-35, ill. ("Ludovico Carracci"); Carlo Giantomassi e Donatella Zari, "Tasso a colori. I dati del restauro di un capolavoro giovanile di Ludovico Carracci che rappresenta un episodio della Gerusalemme liberata", in Quadri e Sculture, anno IX, n. 37, Roma, 2001, pp. 34-37, ill (Ludovico Carracci); Alessandro Brogi, "Ludovico Carracci", 2 voll, Ozzano Emilia, 2001, R18, p. 256. Stato di conservazione. Supporto: 80% (rintelo, forse a seguito di uno o due sfondamenti risarciti) Stato di conservazione. Superficie: 70% (numerose cadute, svelature e ridipinture distribuite in particolare nella selva, ma anche sui personaggi) Il dipinto, in prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 1999 al 2014, rappresenta "Erminia tra i pastori", un tema caro a Ludovico Carracci, mutuato dal libro VII, ottave 1-22, della "Gerusalemme liberata" di Torquato Tasso. Dopo aver assistito al duello fra Tancredi e Argante dalle mura di Gerusalemme, la principessa Erminia, segretamente e infelicemente innamorata del guerriero cristiano, esce dalla città con indosso l'armatura di Clorinda, nel tentativo di recarsi al campo crociato per curare il suo amato, ma viene avvistata dalle sentinelle e messa in fuga, mentre Tancredi la insegue credendo che si tratti della donna da lui amata. Dopo una fuga precipitosa che ricorda in parte quella di Angelica nel "Furioso", Erminia raggiunge un villaggio abitato da pastori, uno spazio idilliaco, dove viene ospitata per qualche tempo nella speranza di dimenticare il suo amore infelice. La scena rappresentata da Carracci nella nostra tela è, in particolare, descritta, nelle ottave 6-8: Risorge, e là s'indirizza a passi lenti e vede un un uomo canuto a l'ombre amene tesser fiscelle a la sua greggia a canto ed ascoltar di tre fanciulli il canto. Vedendo quivi comparir repente l’insolite arme, sbigottír costoro; ma li saluta Erminia e dolcemente gli affida, e gli occhi scopre e i bei crin d’oro: «Seguite,» dice «aventurosa gente al Ciel diletta, il bel vostro lavoro, ché non portano già guerra quest’armi a l’opre vostre, a i vostri dolci carmi.» Soggiunse poscia: «O padre, or che d’intorno d’alto incendio di guerra arde il paese, come qui state in placido soggiorno senza temer le militari offese?» «Figlio,» ei rispose «d’ogni oltraggio e scorno la mia famiglia e la mia greggia illese sempre qui fur, né strepito di Marte ancor turbò questa remota parte. La versione in asta, pubblicata per la prima volta da Steven Pepper nel 1994, venne confermata autografa separatamente da Denis Mahon, Andrea Finaldi, Andrea Emiliani e Yadranka Bentini, con visione dal vero, nonostante lo stato conservativo apparentemente precario, mentre incontrò, nel 1998, il parere negativo di Babette Bohn, espresso sulla base dell'immagine pubblicata in Pepper 1994 (comunicazioni orali). Nel 1998-1999 è stata sottoposta ad un accurato intervento di restauro da parte di Carlo Giantomassi e Donatella Zari che è riuscito a restituire la magistrale qualità dell'anziano pastore. Nel restauro è inoltre emerso che il dipinto non è finito: «La stesura pittorica è particolarmente interessante perché si tratta di un dipinto non finito (... continua: scheda completa nel catalog pdf al link https://goforarts.com/doc/VB_IT_2_2/Meraviglie_Atto_II_HR.pdf . Il catalogo include anche lotti non disponibili sulle piattaforme on line, tra cui molti dei più prestigiosi).