Null Philippe BUONARROTI (1761-1837) rivoluzionario italiano, amico e sostenitor…
Descrizione

Philippe BUONARROTI (1761-1837) rivoluzionario italiano, amico e sostenitore di Babeuf. L.A.S., Parigi 19 termidoro III (6 agosto 1795), "al suo amico Giuseppe Buonaparte"; 1 pagina in-4. Rara lettera dalla prigione di Plessis. "Da cinque mesi languisco ai ferri. Non ti parlerò dell'ingiustizia di questo trattamento, devi convincerti. Le dirò solo che sono nella più completa miseria senza alcuna speranza di aiuto. Ho provato la vostra amicizia in passato, e vi chiedo un'ulteriore prova chiedendovi di venire in qualche modo ad alleviare le mie sofferenze. In mezzo a tante tempeste sono rimasto puro: il mio cuore è in pace, e se dovrò morire sarà senza il minimo rimorso"... Vi chiede anche di fare una colletta per lui, "perché non ho nulla: ecco un famoso sperperatore"...

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Philippe BUONARROTI (1761-1837) rivoluzionario italiano, amico e sostenitore di Babeuf. L.A.S., Parigi 19 termidoro III (6 agosto 1795), "al suo amico Giuseppe Buonaparte"; 1 pagina in-4. Rara lettera dalla prigione di Plessis. "Da cinque mesi languisco ai ferri. Non ti parlerò dell'ingiustizia di questo trattamento, devi convincerti. Le dirò solo che sono nella più completa miseria senza alcuna speranza di aiuto. Ho provato la vostra amicizia in passato, e vi chiedo un'ulteriore prova chiedendovi di venire in qualche modo ad alleviare le mie sofferenze. In mezzo a tante tempeste sono rimasto puro: il mio cuore è in pace, e se dovrò morire sarà senza il minimo rimorso"... Vi chiede anche di fare una colletta per lui, "perché non ho nulla: ecco un famoso sperperatore"...

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Scuola spagnola; XVII secolo. "San Felipe Neri". Olio su tela. Rilegato. Presenta difetti nella superficie pittorica. Misure: 137 x 103 cm. Quadro devozionale di San Filippo Neri. Appartiene a un periodo successivo alla beatificazione e canonizzazione del Santo, avvenuta nel primo terzo del Seicento, tanto che nel secolo successivo fu un tema ricorrente nell'iconografia devozionale barocca. Lo sfondo scuro esalta la figura del protagonista. La scena è stata concepita da un punto di vista completamente teatrale con il busto del santo incorniciato in un portico con colonne salomoniche su ogni lato. Sopra di esso, situato nel timpano, si trova un grande bordo con all'interno la figura della Vergine, probabilmente in allusione al miracolo dell'apparizione di Maria a San Filippo. Sotto questo bordo si trova lo Spirito Santo. San Filippo Neri (Firenze, 1515-1595), noto come il "secondo apostolo di Roma" dopo San Pietro, fu un sacerdote cattolico italiano noto per aver fondato la Congregazione dell'Oratorio. Fu educato con cura e ricevette i primi insegnamenti dai frati di San Marco, il famoso monastero domenicano di Firenze. Attribuiva la maggior parte dei suoi progressi agli insegnamenti di due di loro, Zenobio de Medici e Servanzio Mini. All'età di 18 anni, nel 1533, Filippo fu mandato a casa dello zio Romolo, un ricco mercante di San Germano (l'attuale Cassino), una città napoletana vicino alla base di Monte Cassino, per aiutarlo nei suoi affari e nella speranza di ereditare la fortuna di Romolo[1]. Filippo si guadagnò la fiducia e l'affetto di Romolo, ma durante il suo soggiorno sperimentò anche una conversione religiosa. A