Null Marc-Antoine JULLIEN de Paris (1775-1848) politico e pubblicista, incaricat…
Descrizione

Marc-Antoine JULLIEN de Paris (1775-1848) politico e pubblicista, incaricato di importanti missioni durante il Terrore. L.A.S., Gênes 21 messidor VII (9 luglio 1799), all'amico BRIOT del Conseil des 500; 4 pagine grandi fol. su carta intestata e vignetta. Interessante e lunga lettera sulla situazione catastrofica dell'Italia, dove l'esercito è in completa indigenza. ... "Temo più i dormienti che gli allarmisti. Abbiamo dormito per tanto tempo e l'abisso si sta approfondendo... e i cospiratori che hanno venduto il sangue dei nostri soldati, quello del popolo, e della Svizzera, dell'Italia e della Francia, stanno trionfando... la libertà sta perendo [...] e nessuna azione decisiva è stata ancora intrapresa [...] l'esercito di MACDONALD ha evacuato la Toscana [....] non abbiamo più alcuna comunicazione con l'infelice Repubblica Napoletana, che è coperta di insurrezioni e che non è quasi altro che una Vandea Reale [...] la triste Repubblica Romana è uno scheletro spelacchiato [...] senza pane, senza oro, senza energia, senza spirito pubblico"... L'insurrezione era ovunque, i nemici guadagnavano terreno; i rinforzi non arrivavano, l'anarchia dilagava nell'esercito, e così via. "Il nostro modo di evacuare fu il massimo dell'orrore. Abbiamo imposto e saccheggiato. [...] Il nome francese è disonorato, la libertà è infangata; stiamo perdendo tutto, anche il nostro onore"... Jullien traccia un quadro critico dell'Italia regione per regione. Condanna "l'empia guerra della Svizzera e la disastrosa e impolitica spedizione in Egitto". Delinea un piano di salvataggio, le misure urgenti da prendere, indica le leggi da promulgare ed esclama: "Proclamate la R[epubli]ce italiana, e offrirete un potente movente a uomini scoraggiati e disperati che d'ora in poi sapranno per quali interessi possono dare la loro vita. Si formerà un'assemblea di Nale e un esercito italiano. Non perdete un momento"...

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Marc-Antoine JULLIEN de Paris (1775-1848) politico e pubblicista, incaricato di importanti missioni durante il Terrore. L.A.S., Gênes 21 messidor VII (9 luglio 1799), all'amico BRIOT del Conseil des 500; 4 pagine grandi fol. su carta intestata e vignetta. Interessante e lunga lettera sulla situazione catastrofica dell'Italia, dove l'esercito è in completa indigenza. ... "Temo più i dormienti che gli allarmisti. Abbiamo dormito per tanto tempo e l'abisso si sta approfondendo... e i cospiratori che hanno venduto il sangue dei nostri soldati, quello del popolo, e della Svizzera, dell'Italia e della Francia, stanno trionfando... la libertà sta perendo [...] e nessuna azione decisiva è stata ancora intrapresa [...] l'esercito di MACDONALD ha evacuato la Toscana [....] non abbiamo più alcuna comunicazione con l'infelice Repubblica Napoletana, che è coperta di insurrezioni e che non è quasi altro che una Vandea Reale [...] la triste Repubblica Romana è uno scheletro spelacchiato [...] senza pane, senza oro, senza energia, senza spirito pubblico"... L'insurrezione era ovunque, i nemici guadagnavano terreno; i rinforzi non arrivavano, l'anarchia dilagava nell'esercito, e così via. "Il nostro modo di evacuare fu il massimo dell'orrore. Abbiamo imposto e saccheggiato. [...] Il nome francese è disonorato, la libertà è infangata; stiamo perdendo tutto, anche il nostro onore"... Jullien traccia un quadro critico dell'Italia regione per regione. Condanna "l'empia guerra della Svizzera e la disastrosa e impolitica spedizione in Egitto". Delinea un piano di salvataggio, le misure urgenti da prendere, indica le leggi da promulgare ed esclama: "Proclamate la R[epubli]ce italiana, e offrirete un potente movente a uomini scoraggiati e disperati che d'ora in poi sapranno per quali interessi possono dare la loro vita. Si formerà un'assemblea di Nale e un esercito italiano. Non perdete un momento"...

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