ALESSANDRI LORENZO
Torino 1927 - 2000 Giaveno (TO)
"Perla" 1975
50x35, matita su…
Descrizione

ALESSANDRI LORENZO Torino 1927 - 2000 Giaveno (TO) "Perla" 1975 50x35, matita su carta Opera firmata in basso al centro verso a destra e intitolata, datata e numerata in basso a destra Etichetta dell'artista al retro

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ALESSANDRI LORENZO

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GODOFREDO ORTEGA MUÑOZ (San Vicente de Alcántara, Badajoz, 1899 - Madrid, 1982). "Paesaggio del Lago Maggiore", 1920 ca. Olio su cartone. Provenienza: -Collezione privata, Massimo Uccelli, Italia. Ereditato dai nonni, che a loro volta lo ricevettero dal pittore mentre abitava nella sua casa di Via Antonio Rosmini, a Stresa, vicino al Lago Maggiore (Italia). -Collezione privata, Torino. Con certificato della Fondazione Ortega Muñoz. Con permesso di esportazione dall'Italia e dalla Spagna. Misure: 34 x 43 cm. Ortega Muñoz immortala in questo dipinto un'ampia veduta panoramica dell'idilliaco paesaggio montuoso del Lago Maggiore, delineato sullo sfondo dalle motañas bluastre delle cime innevate. Ortega visse in questa zona dell'Italia settentrionale, vicino al confine con la Svizzera, e la ritrasse in numerose occasioni, dimostrando una grande capacità di gestire le sfumature e le luci di questa regione ghiacciata. Ortega, erede della scuola di Vallecas, ha spesso privilegiato questo tipo di paesaggi spogli, realistici ma tutt'altro che accademici, uno spazio solitario con cui cercava di risvegliare le emozioni dello spettatore. Ortega Muñoz è stato uno dei grandi creatori del paesaggio spagnolo contemporaneo. Si avvicinò all'arte ancora bambino, da autodidatta, e nonostante i consigli del padre, nel 1919, all'età di vent'anni, decise di trasferirsi a Madrid per dedicarsi alla pittura. Lì si dedicherà fin dal primo momento a realizzare copie dei grandi maestri nel Museo del Prado e nell'antico Museo d'Arte Moderna. Continua la sua formazione da autodidatta e inizia a dipingere all'aperto nei dintorni della Dehesa de la Villa, accompagnato da altri giovani artisti come il filippino Fernando Amorsolo. Un anno dopo decide di trasferirsi a Parigi, dove incontra l'amico di sempre, il poeta Gil Bel. A Parigi conosce anche l'opera di Van Gogh, Gauguin e Cézanne, ma allo stesso tempo vive la crisi formale e ideologica che si sta sviluppando in questo periodo tra le due guerre, che lo porterà a lasciare la Francia per recarsi a sud, in Italia, dove troverà nei maestri del passato valori più autentici di spiritualità, semplicità e purezza. Ortega Muñoz attraverserà l'Italia da nord a sud tra il 1921 e il 1922, e nel Lago Maggiore incontra il pittore inglese Edward Rowley Smart, con il quale trascorrerà un breve periodo di apprendistato. Con lui Ortega Muñoz giunge alla conclusione che, di fronte all'apparente irragionevolezza dell'arte contemporanea, è necessario tornare alla natura e restituire l'autenticità delle verità spirituali e delle emozioni semplici. Nel 1926 torna in Spagna, dove è protagonista di una delle escursioni fondative della Scuola di Vallecas. Poco dopo, nel 1927, tiene la sua prima mostra al Círculo Mercantil di Saragozza. Poi lascia di nuovo la Spagna e questa volta viaggia attraverso l'Europa centrale, passando per Zurigo, Bruxelles e diverse città tedesche. Nel 1928, a Worpswede, entra in contatto con una colonia di artisti dal linguaggio espressionista, interessati ai paesaggi e alla vita contadina, come reazione contro i sofisticati artifici e le raffinatezze dell'avanguardia. Fortemente influenzato dall'esperienza a Worpswede, Ortega Muñoz torna in Francia nel 1928, e tra il 1930 e il 1933 continua a viaggiare tra l'Europa centrale e l'Italia settentrionale; arriva infine al Cairo nel 1933, data in cui le sue capacità di ritrattista gli hanno garantito uno stile di vita agiato e contatti importanti. Espone ad Alessandria con un enorme successo, che lo porterà a ripetere l'esperienza un anno dopo, presentando una mostra quasi antologica in cui si possono già apprezzare l'amore per la natura, l'equilibrio tra colore e umore, l'atmosfera di quiete e tristezza caratteristica del suo linguaggio. Nel 1935 torna in Spagna e l'anno successivo presenta una mostra al Círculo de Bellas Artes di Madrid. Tuttavia, la guerra civile lo costringe a lasciare la Spagna; dopo la guerra torna nella sua città natale, e finalmente si ricongiunge con la distesa silenziosa e solitaria del suo paesaggio e con la stretta realtà di quel mondo che sente come autenticamente suo.

BOCCACCIO, Giovanni. Ameto. Venezia, Gregorio de Gregori, 1526 In 8vo. 150x100 mm. Legatura in Marocchino marrone decorato a secco ed in oro. Cornici concentriche in oro, quella esterna con decorazione a volute, quella interna a filetto con fleuron agli angoli. Al centro dei piatti la "Fortuna" cavalca un delfino e il motto VIRBIAM SERVO. Carte 95, 1 bianca. Frontespizio racchiuso entro cornice xilografica con elementi fitomorfi e uccelli. Colophon a carta 95. Annotazione di mano antica alla prima carta. Alla terza carta nota di possesso coeva di G. Giacomo Bosso. Difetti alla legatura, internamente lievi tracce uso, qualche macchietta, esemplare genuino. Unito con: BOCCACCIO, Giovanni. Fiammetta Amorosa … Nouamente ricorretta. Venezia, Bindoni e Pasini, 1527 Carte 88 non numerate. Segn.: A-L8. Colophon a carta L8 recto. Frontespizio entro cornice xilografica con colonne, putti e altre decorazioni. Capilettera xilografiche su fondo criblé. Taglio a carta B4. Buona conservazione. Magnifica legatura veneziana della seconda metà del secolo XVI, eseguita a Venezia, del genere "aldino". L'impianto ornamentale ricorda le legature eseguite a Venezia dal legatore Andrea di Lorenzo, attivo tra il 1520 ed il 1550 ca. Hobson: "L'aspetto della Fortuna che i legatori italiani amano far risaltare è la fuggevolezza, perciò la mettono sul dorso di un delfino, simbolo della velocità". Di essa, si conoscono numerose versioni nelle varianti maschile e femminile. In Italia la Fortuna si trova prevalentemente su legature in marocchino bruno o rossiccio, ma anche bianco, della prima metà del XVI secolo, eseguite a Venezia, Padova e Bologna.”Sander 1058. Cfr. Mostra di manoscritti, documenti e edizioni, Certaldo, 1975, v. 2, n. 72.Per la legatura: A. Hobson, Humanists and bookbinders: the origins and diffusion of the Humanistic bookbinding 1459-1559 …, 1989, pp. 163-164. In 8vo. 150x100mm. Brown morocco binding gilt and blind tooled. Concentric gilt frames, the external one with volute decoration, the internal one with fillet with fleuron at the corners. At the center of the covers, "Fortuna" rides a dolphin and the motto VIRBIAM SERVO. 95 leaves, 1 blank. Title page enclosed within a woodcut frame with plant elements and birds. Colophon on leaf 95. Ancient handwritten note on first leaf. On the third leaf contemporary note of possession of G. Giacomo Bosso. Defects on the binding, internally slight traces of wear, some stains, unsophisticated copy. Bound with: Fiammetta Amorosa … Nouamente ricorretta Venice, Bindoni and Pasini, 1527 88 unnumbered leaves. Collation: A-L8. Colophon on leaf L8 recto. Title page within a woodcut frame with columns, cherubs and other decorations. Woodcut Initials a criblé background. Cut to leaf B4. Good conservation Magnificent Venetian binding from the second half of the 16th century, made in Venice, of the "Aldine" type. The ornamental layout recalls the bindings made in Venice by the binder Andrea di Lorenzo, active between about 1520 and 1550. Hobson: The aspect of Fortune that Italian binders wished to emphasise was fleetingness. They did this by placing her on the back of a dolphin. […] Fortune standing on a dolphin back was a reminder to the reader that opportunity passes in a flash”. Numerous versions of it are known in male and female variants. In Italy the Fortuna is found mainly on bindings in brown or reddish morocco, but also white, from the first half of the 16th century, made in Venice, Padua and Bologna.

BOTERO, Giovanni. Le relationi universali. Venezia, Alessandro Vecchi, 1612 4to, mm. 200x145. Legatura in piena pergamena, titolo su tassello in marocchino al dorso. 6 parti in 1 volume. I: 32, 240, 80, 4 carte di tavola ripiegate fuori testo. II: 20, 152. III: 183, 9. IV: 16, 79, 1b. V: 8, 70, 2b. VI: 8, 95, 1 b. Firma di antico possessore sul Frontespizio “Candido Petrolo”. Macchie di umidità alle prime carte, pagina finale con rinforzo e piccolo foro di tarlo, difetti. Bella edizione con le mappe dei quattro continenti incise da Giuseppe Rosaccio. Di particolare interesse è la mappa dell'America che deriva dalla mappa delle Americhe di Giovanni Lorenzo d'Anania del 1582 e ulteriormente basata sulla geografia di Ortelius. Notevole il caratteristico rigonfiamento della costa occidentale del Sud America e dell'enorme continente meridionale che si collega alla Nuova Guinea. Anian e Quivira compaiono sulla costa occidentale del Nord America. Giovanni Botero (1544 – 1617) fu considerato per più di un secolo il miglior geografo esistente. Borba de Moraes I, 114: “For more than a century considered the best geographer in existence”. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 13. L’opera è un'ampia raccolta di notizie storiche, geografiche e politiche di tutte le parti del mondo conosciuto, compresi gli aspetti religiosi.P. D. Burden, The Mapping of North America, 149. 4to, mm. 200x145. Full vellum binding, title on morocco label at the spine.6 parts in 1 volume. I: 32, 240, 80, 4 folded maps o.t. II: 20, 152. III: 183, 9. IV: 16, 79, 1b. V: 8, 70, 2b. VI: 8, 95, 1b. Signature of previous owner on titlepage “Candido Petrolo”. Dampstains on the first pages, final page with reinforcement and small worm hole, defects. Beautiful edition with maps of the four continents engraved by Giuseppe Rosaccio. Beautiful edition with maps of the four continents engraved by Giuseppe Rosaccio. Of particular interest is the map of America which is derived from Giovanni Lorenzo d'Anania's 1582 map of the Americas and further based on the geography of Ortelius. Most notable is the characteristic bulge to the west coast of South America and the huge Southern Continent that attaches to Nova Guinea. Anian and Quivira appear on North America's bulbous western coast. The map of Africa extends to show the Arabian Peninsula and parts of Brazil. Giovanni Botero (1544 – 1617) was considered the best existing geographer for more than a century. Borba de Moraes I, 114: “For more than a century considered the best geographer in existence”. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 13. The work is a large collection of historical, geographical and political information from all parts of the known world, including religious aspects.

BINI, Pietro. Memorie del calcio fiorentino tratte da diverse scritture. Firenze, Stamperia di S.A.S. alla Condotta, 1688 In 4to. 234x168 mm. Legatura posteriore in mezzo marocchino verde con angoli, fregi e titolo in oro al dorso. Pagine [12], 118, 2 tavole incise in rame fuori testo. Segnatura: §⁶ A-F⁴ G-K² L⁴ M² N-P⁴ Q⁴(-Q4) R⁴ S²; la carta §3 segnata §. Carattere Italico, Greco e Romano. Iniziali ornate, Testatine e Finalini tipografici. Stemma dei Medici sul Frontespizio inciso in rame da Francesco Nacci. Le due tavole incise contengono la Veduta di piazza Santa Croce, disegnata da Alessandro Cecchini e la Pianta con gli schieramenti tattici delle due squadre all’inizio della partita. A pagina 64 Finalino inciso in rame. Sporadico lieve foxing, bell’esemplare con buoni margini. Rara edizione figurata, la più pregiata. Si tratta del più importante trattato sul gioco del calcio fiorentino, pubblicato per le nozze di Ferdinando principe di Toscana e Violante Beatrice di Baviera. I giocatori di questo gioco celebrativo erano tutti membri dell'aristocrazia fiorentina e sono tutti elencati alla fine, nelle due formazioni ‘Europei’ (colore Rosino) e ‘Asiatici’ (Colore Verde)'. Le opere di questa antologia includono una nuova edizione ampliata del "Discorso" di Bardi, originariamente pubblicato nel 1580 e che fu il primo libro stampato sul calcio. Esiste anche un trattato latino sul giuoco del gesuita G.B. Ferrari, una descrizione del gioco in versi greci di Georgios Koresios seguita da una traduzione in dialetto toscano di A.M. Salvini, e una 'Cantata in musica' di Jacopo del Borgo.Vinciana: “È noto come il gioco del calcio descritto corrisponda a quella gioconda festa che i Greci chiamavano Sferomachia e i Latini Arpasto … Ristampa assai pregevole. Le tavole sono identiche a quelle della precedente edizione ma intagliate con miglior gusto”. Gamba: «assai più copiosa di ogni altra» Il nome del curatore, Pietro di Lorenzo Bini, è in calce alla dedica, a carta §3v. Cicognara, 1570; Gamba, 99; Moreni I, 84 (nota); Pinto, Nuptialia, 462; Vinciana, 127. In 4to. 234x168mm. Later binding in half green morocco with gilt corners, gilt title and ornaments on the spine. Pages [12], 118, 2 plates engraved in copper out text. Collation: §⁶ A-F⁴ G-K² L⁴ M² N-P⁴ Q⁴(-Q4) R⁴ S²; the §3 leaf marked §. Italic, Greek and Roman type. Ornate initials, typographical head and tailpieces. Medici coat of arms on the title page engraved in copper by Francesco Nacci. The two engraved plates contain the View of Piazza Santa Croce, designed by Alessandro Cecchini and the Plan with the tactical line-ups of the two teams at the start of the match. On page 64 copper engraved tailpiece. Slight foxing, fine copy with wide margins. Rare illustrated edition, the most valuable. This is the most important treatise on the game of historic football of Florence, published for the wedding of Ferdinando prince of Tuscany and Violante Beatrice of Bavaria. The players of this celebratory game were all members of the Florentine aristocracy and are all listed at the end, in the two formations 'European' (Rosino colour) and 'Asiatic' (Green colour)'. The works in this anthology include a new expanded edition of Bardi's "Discorso", originally published in 1580 and which was the first printed book on football. There is also a Latin treatise on the game by the Jesuit G.B. Ferrari, a description of the game in Greek verse by Georgios Koresios followed by a translation in Tuscan dialect by A.M. Salvini, and a 'Cantata in musica' by Jacopo del Borgo.Vinciana: “È noto come il gioco del calcio descritto corrisponda a quella gioconda festa che i Greci chiamavano Sferomachia e i Latini Arpasto … Ristampa assai pregevole. Le tavole sono identiche a quelle della precedente edizione ma intagliate con miglior gusto”. [It is well known that the game of football described corresponds to that merry party which the Greeks called Spheromachia and the Latins called Arpasto ... Very valuable reprint. The plates are identical to those of the previous edition but carved with better taste]. Gamba: «assai più copiosa di ogni altra» [much more abundant than any other].The name of the editor, Pietro di Lorenzo Bini, is at the bottom of the dedication, on page §3v.