IGNACIO PINAZO CAMARLENCH (Valencia, 1849 - Godella, Valencia, 1916). 

"Ritratt…
Descrizione

IGNACIO PINAZO CAMARLENCH (Valencia, 1849 - Godella, Valencia, 1916). "Ritratto di Luis de Góngora. Olio su tela. Conserva la tela originale. Presenta restauri. Provenienza: Collezione del visconte di Casa Aguilar Don Florestán Aguilar y Rodríguez 1872-1934, nella sua proprietà del palazzo Fuentepizarro de Villalba (Madrid) fino al 2020. Firmato in basso a sinistra. Misure: 42 x 34 cm; 49 x 41 cm (cornice). L'estetica rinnovatrice di Pinazo trova le sue fonti nei grandi geni spagnoli, come egli stesso definisce in questa citazione: "Oggi i pittori hanno molte pretese perché dipingono all'aria aperta, senza pensare che Goya e Velázquez hanno fatto tutto meglio". Senza dubbio, la modernità del maestro sivigliano ha giocato un ruolo fondamentale nello stile di Pinazo, come si evince da opere precoci e rilevanti come Desembarco de Francisco I en el puerto de Valencia, 1876 (Museo Provincial de Valencia), la cui chiara ispirazione è La resa di Breda. L'opera che presentiamo è di fondamentale importanza per comprendere sia le fonti di Pinazo sia lo sviluppo della sua pittura. Nel caso di questa tela, l'artista non agisce come un semplice copista, riproducendo fedelmente l'immagine, ma va oltre il modello di Velázquez, apportando la propria impronta personale. In questo modo il modello sembra quasi tratto dalla natura e non da una tela del Secolo d'Oro. Il dipinto che deve essere servito da modello per questa tela è probabilmente quello conservato al Museo del Prado (P001223) proveniente dalla collezione reale ed esposto in modo abbastanza accessibile fino al 1900. Attualmente quest'opera è considerata una copia precoce di Velázquez e il modello originale nel Museo di Boston intorno al 1622, durante il suo primo soggiorno a corte. Esiste un altro esemplare nella collezione Lázaro Galdiano (anch'esso una copia antica), ma è più ragionevole supporre che si tratti di quello del Prado, dato che José Lázaro lo acquistò nel 1912, troppo tardi e con meno facilità di copia, dato che si trattava di una collezione privata. Sebbene il modello con cui si trova ci presenti lo stile del giovane Velázquez ancora vicino al suocero Pacheco, Pizano reinterpreta il personaggio con una tecnica più avanzata: una pennellata sciolta, impastata e con tratti diretti e decisi. Ricorda in parte il Velázquez maturo e allo stesso tempo l'impronta moderna e libera della pittura di fine Ottocento. Conserva la tela originale. Presenta restauri.

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IGNACIO PINAZO CAMARLENCH (Valencia, 1849 - Godella, Valenci

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FERNANDO CARRERA (Alcoy, 1866-1937). "Paesaggio. Olio su tela. Firmato in basso a destra. Presenta alcuni difetti nella cornice dorata. Misure: 39 x 47 cm; 54 x 61 cm (cornice). In questa composizione, l'autore offre una veduta parziale di un paesaggio frondoso incorniciato dai pilastri imbiancati di un patio. I colori terrosi all'ombra della veranda coperta contrastano con il verde smeraldo delle cime degli alberi e il verde lime del sottobosco. Viti fiorite pendono come un baldacchino dal tetto. Il prato sfugge al cielo azzurro della primavera. L'assenza umana enfatizza la carica poetica del paesaggio. Fernando Cabrera Cantó è stato un pittore e scultore spagnolo. Iniziò la sua formazione artistica all'Accademia Reale di Belle Arti di San Carlos a Valencia, dove fu discepolo del pittore alcoyano Lorenzo Casanova Ruiz, la completò a Madrid con Casto Plasencia e in Italia, paese in cui poté viaggiare grazie a una pensione concessa dal Consiglio Provinciale di Alicante. Collaborò con l'architetto Vicente Pascual Pastor alla decorazione della Casa del Pavo, una delle opere più importanti del modernismo di Alcoy. Nel retro di questo edificio ha collocato il suo studio di pittura. All'Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1890 vinse la medaglia d'argento con una tela intitolata Orfani e in quella del 1906 vinse la medaglia d'oro con l'opera Al abismo. Il suo lavoro è molto influenzato dal XIX secolo, soprattutto dai pittori Mariano Fortuny, Ignacio Pinazo Camarlench ed Eduardo Rosales, con connessioni moderniste. Le sue opere sono conservate nel Museo di Belle Arti di Valencia.