CANALETTO. Le Procuratie Nuove e San Giminiano.
Etching, 209x143 mm. Small margi…
Descrizione

CANALETTO. Le Procuratie Nuove e San Giminiano. Etching, 209x143 mm. Small margins. Bottom centre: 'Le Procuratie niove e S. Ziminian V'. Bottom left: 'A. Canal f'. State I/II. Good condition. It is part of the splendid series of 31 views that Canaletto engraved between 1740 and 1746.Succi: “L’occhio dell’artista si sofferma attentamente sugli elementi architettonici, accuratamente ripresi e sulla pittoresca folla che anima la piazza”.

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CANALETTO. Le Procuratie Nuove e San Giminiano.

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Max Pollack, La ballerina Mary Ley Ballerina piroettante con ampia gonna, acquaforte in rosso, 1920 circa, firmata "Max Pollak" a matita sotto l'immagine a destra, dimensioni dell'immagine 26,5 x 18 cm circa, dimensioni del foglio 38,5 x 29 cm circa. Informazioni sull'artista: anche Max Pollack, pittore e grafico ceco-tedesco.Pittore e grafico ceco (1886 Praga-Vinohrady - 1970 Sausalito, vicino a San Francisco/USA), studiò all'Accademia di Vienna sotto la guida di William Unger e Ferdinand Schmutzer, ricevette numerose borse di studio, tra cui la borsa di studio Wildschgo-Rom dell'Accademia di Vienna nel 1910, la borsa di studio Blumenfeld nel 1911 e il premio Rothschild nel 1912, partecipò alle mostre della Secessione di Vienna a partire dal 1910, intraprese viaggi di studio in Olanda, Belgio, Bosnia, Italia, Svezia, Danimarca e Germania, divenne pittore di guerra in Austria durante la Prima guerra mondiale. Fu nominato pittore di guerra dell'Austria durante la Prima guerra mondiale, trascorse gli anni 1924-27 a Parigi, 1928-30 negli Stati Uniti, poi lavorò a Vienna, in seguito si trasferì a Sausalito, vicino a San Francisco, negli Stati Uniti, membro dell'Associazione degli artisti tedeschi in Boemia, membro della Chicago Etching Society e della California Etching Society, noto per le sue serie di ritratti di attrici, ballerine, ritratti di uomini, nonché per i suoi paesaggi e vedute, rappresentato in musei di Londra, New York, Chicago, Praga e Vienna, fonte: Thieme-Becker, Vollmer, Dressler e Internet.

Scuola di Valladolid del XVI secolo. "San Pietro e San Paolo". Coppia di rilievi in legno intagliato. Misure: 106 x 34 cm (ciascuno). Entrambe le placche a rilievo, provenienti da una pala d'altare, rappresentano San Pietro e San Paolo in due nicchie con smerli. La Spagna è, all'inizio del XVI secolo, la nazione europea meglio preparata a ricevere le nuove concezioni umanistiche della vita e dell'arte grazie alle sue condizioni spirituali, politiche ed economiche, anche se dal punto di vista delle forme plastiche il suo adattamento a quelle impiantate dall'Italia fu più lento a causa della necessità di apprendere le nuove tecniche e di modificare il gusto della clientela. La scultura riflette forse meglio di altri campi artistici questa smania di ritorno al mondo classico greco-romano che esalta nei suoi nudi l'individualità dell'uomo, creando un nuovo stile la cui vitalità supera la semplice copia. Ben presto si cominciano a valorizzare l'anatomia, il movimento delle figure, le composizioni con senso della prospettiva e dell'equilibrio, il gioco naturalistico delle pieghe, gli atteggiamenti classici delle figure; ma la forte tradizione gotica mantiene l'espressività come veicolo del profondo senso spiritualistico che informa le nostre migliori sculture rinascimentali. Questa forte e sana tradizione favorisce la continuità della scultura religiosa in legno policromo che accoglie la bellezza formale offerta dall'arte rinascimentale italiana con un senso di equilibrio che evita il suo predominio sul contenuto immateriale che anima le forme. Nei primi anni del secolo, le opere italiane arrivarono nelle nostre terre e alcuni dei nostri scultori si recarono in Italia, dove appresero di persona le nuove norme nei centri più progressisti dell'arte italiana, a Firenze o a Roma, e persino a Napoli. Al loro ritorno, i migliori, come Berruguete, Diego de Siloe e Ordóñez, rivoluzionarono la scultura spagnola attraverso quella castigliana, avanzando persino la nuova derivazione manierista, intellettualizzata e astratta del Cinquecento italiano, quasi contemporaneamente alla produzione italiana.

BRUSTOLON, Giambattista. Prospectuum aedium, viarumque insigniorum Urbis Venetiarum nautico certamine, a nundinis adiectis. [Venice], apud L. Furlanetto, 1763. Venezia, Lodovico Furlanetto, 1763 In-folio oblungo; 470x360 mm. Legatura coeva in mezza pelle avana e cartonato marrone, dorso a sei nervi von filetti e fregi in oro, titolo in oro su tassello in marocchino rosso. Frontespizio inciso e 21 Tavole, approssimativamente di 280x420 mm. Ogni tavola è intitolata e firmata sulla lastra "Jo. Bap. Brustoloni sculp" sul margine inferiore destro; sotto, l’indirizzo dello stampatore “Apud Ludovicum Furlanetto supra Ponteme vulgo dictum dei Baratteri C.P.E.S.” Le tavole non sono numerate. Filigrane e contromarche: 3 mezzelune crescenti; ‘W’ sormonontata da un motivo floreale; iniziali ‘V’ e ‘I’ sormontate da 3 stelle; lettera ‘A’. Alla fine sono aggiunte quattro incisioni: due vedute ottiche di Vienna, disegnate da d’Erl, incise da Sicerist e stampate ad Augsburg; due vedute incise da M. Sichnit, Vienna 1774. Ex libris ‘Charles d'Oultremont de Wegimont ‘ nel contropiatto. Buono stato di conservazione, tavole con ampi margini. Rarissima raccolta completa delle splendide vedute di Venezia di Giambattista Brustolon, incise all’acquaforte e bulino. Serie nel primo stato del Furlanetto, con le tavole senza la numerazione progressiva, aggiunta nel secondo stato. Il bel frontespizio architettonico è derivato da un disegno del Visentini: le vedute sono tratte da quadri di Canaletto, Marieschi e Moretti. Alpago-Novello elogia le superiori doti dell’artista rispetto ad altri incisori dell’epoca e il Pignatti sottolinea: “Brustolon seppe rendere spesso la trasparenza dei cieli del Canaletto, e la luminosa brillantezza delle architetture. Fece uso notevole del bulino e di ripetute morsure, spesso avvicinandosi ad effetti di acquatinta, tipici d’altronde delle tecniche più evolute nell’incisione veneta sulla fine del secolo”. Questo esemplare contiene in più quattro vedute di VIenna del XVIII secolo, aggiunte alla fine del volume.Succi, Da Carlevarijs ai Tiepolo, 1983, pp. 81-84. Oblong in-folio; 470x360 mm. Contemporary quarter brown leather and brown hardback binding, spine with six ribbs with gilt rules and friezes, gilt title on red morocco label. Engraved title page and 21 plates, approximately 280x420 mm. Each plate is titled and signed "Jo. Bap. Brustoloni sculp" on the lower right margin; below, the printer's address "Apud Ludovicum Furlanetto supra Ponteme vulgo dictum dei Baratteri C.P.E.S." The plates are not numbered. Watermarks and countermarks: 3 crescent moons; 'W' surmounted by a floral motif; initials 'V' and 'I' surmounted by 3 stars; letter to'. At the end four engravings are added: two optical views of Vienna, drawn by d'Erl, engraved by M. Sicerist and printed in Augsburg; two views engraved by M. Sichnit, Vienna 1774. Bookplate ‘Charles d'Oultremont de Wegimont ‘ on the inside cover. Good condition, plates with wide margins. First edition. Very rare complete collection of Giambattista Brustolon's splendid views of Venice, etched and engraved. Series in the first state of Furlanetto, with the plates without progressive numbering, added in the second state. Very rare complete collection of the splendid views of Venice by Giambattista Brustolon, engraved in etching and burin. The beautiful architectural titlepage is derived from a drawing by Visentini: the views are taken from paintings by Canaletto, Marieschi and Moretti. Alpago-Novello praises the artist's superior skills compared to other engravers of the time and Pignatti underlines: "Brustolon was often able to render the transparency of Canaletto's skies, and the luminous brilliance of the architecture. He made notable use of the burin and repeated bites, often approaching aquatint effects, typical of the most advanced techniques in Venetian engraving at the end of the century". This copy also contains four 18th century views of Vienna, added at the end of the volume.