1 / 7

Descrizione

Giacomo & Giovanni ZOFFOLI (1731/1745-1785/1805), nach, 'Skulptur der Agrippina Minor' / after 'Sculptur of Agrippina Minor', 19. Jh. Materiale: bronzo, montato su una base di marmo, Firma: nessuna, iscrizione "Opfertag Wiesbaden Mai 1916" in oro sul basamento inferiore, Dimensioni: 27,5 x 27,5 x 11,5 cm, Stato di conservazione: buono, bordi della base in marmo scheggiati

Tradotto automaticamente con DeepL.
Per visualizzare la versione originale, clicca qui.

530994 
Vai al lotto
<
>

Giacomo & Giovanni ZOFFOLI (1731/1745-1785/1805), nach, 'Skulptur der Agrippina Minor' / after 'Sculptur of Agrippina Minor', 19. Jh. Materiale: bronzo, montato su una base di marmo, Firma: nessuna, iscrizione "Opfertag Wiesbaden Mai 1916" in oro sul basamento inferiore, Dimensioni: 27,5 x 27,5 x 11,5 cm, Stato di conservazione: buono, bordi della base in marmo scheggiati

Stima 240 - 360 EUR
Base d'asta 240 EUR

Escluse le commissioni di vendita.
Consulta le condizioni di vendita per calcolare l’importo delle spese.

Spese di vendita: 29.75 %
Fai un'offerta
Iscriversi all’asta

In vendita il sabato 13 lug : 09:00 (CEST)
mannheim, Germania
Auktionshaus Schwab 2
+4962112805394
Visualizza il catalogo Consulta le CGV Informazioni sull’asta

Consegna a
Modifica dell'indirizzo
Questa soluzione di spedizione è facoltativa..
Potete utilizzare un corriere di vostra scelta.
Il prezzo indicato non include il prezzo del lotto o le commissioni della casa d'aste.

Forse ti piacerebbe anche

Attribuito a GIACOMO e GIONANNI ZOFFOLI (Roma, XVIII secolo). Da un originale di "GIAMBOLOGNA", JEAN DE BOLOGNE (Douai, Fiandre, 1529 - Firenze, 1608). "Mercurio", 1800 ca. Scultura in bronzo. Occhi in argento. Base in marmo serpentino. Misure: 115 x 27 cm. L'officina di fonderia degli Zoffoli era una delle più famose e prolifiche di Roma durante il XVIII secolo. L'opera è modellata sulla scultura originale dell'artista di origine fiamminga Jean de Bologne, meglio conosciuto con la forma italianizzata del suo nome, "Giambologna", oggi conservata al Museo del Bargello di Firenze. L'opera, realizzata originariamente nel 1567, presenta la divinità classica Mercurio (versione romana del greco Hermes), il messaggero degli dei. L'artista ha cercato di tradurre la leggerezza e la velocità del personaggio attraverso una postura di grande audacia. Il dio sfida le leggi della gravità appoggiandosi solo sulla punta dei piedi, che toccano appena la base della scultura, costituita da una testa maschile che espira una boccata d'aria. È la personificazione del vento del sud, figura divinizzata anche nella mitologia classica e alleata di Mercurio nella propagazione delle notizie, buone e cattive. Nonostante la base ridotta, l'artista è riuscito a creare un'opera molto equilibrata, dove i gesti delle braccia e delle gambe sono perfettamente bilanciati per permettere al bronzo di sostenersi senza bisogno di elementi aggiunti. Così, il braccio destro si alza verso il cielo in un gesto espressivo, mentre il braccio sinistro si sposta indietro e lo bilancia, tenendo l'asta emblematica dell'araldo. Con quest'opera, ricca di movimento, grazia e delicatezza, in cui l'artista lavora mirabilmente anche il nudo, si riassumono alcuni dei contributi più rilevanti del Rinascimento classico italiano: il recupero dell'antichità, sia nei temi che nelle forme, la scultura monumentale libera o il nudo, maschile e femminile. D'altra parte, la ricerca del movimento, del dinamismo, persino dell'instabilità della figura, preludono ad alcuni aspetti del manierismo e delle tendenze barocche del tardo Cinquecento e del Seicento.