Descrizione

Religione. "Esposizione della dottrina cattolica sui dogmi della religione". . Libri . Volumi I e II. Messico, Imprenta de Tomás S. Gardida, 1856. 2 volumi in folio minore. IV + 521 p. + VIII; 356 p. + VIII. Pelle con ruote dorate, deteriorata e con difetti. Lotto da esaminare.

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Religione. "Esposizione della dottrina cattolica sui dogmi della religione". . Libri . Volumi I e II. Messico, Imprenta de Tomás S. Gardida, 1856. 2 volumi in folio minore. IV + 521 p. + VIII; 356 p. + VIII. Pelle con ruote dorate, deteriorata e con difetti. Lotto da esaminare.

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Scuola spagnola; XVII secolo. Cristo. Legno intagliato e policromo. Presenta difetti. Misure: 40 x 11 x 9 cm. La crocifissione di Cristo è il tema centrale dell'iconografia cristiana e soprattutto cattolica. Cristo fu sottoposto alle sofferenze che toccavano agli schiavi fuggitivi o ribelli, una condanna essenzialmente romana ma di origine persiana. Questo episodio della vita di Cristo è il fatto storico più rigorosamente provato ed è anche l'argomento principale per la redenzione della dottrina cristiana: il sangue di Dio incarnato come uomo viene versato per la redenzione di tutti i peccati. La rappresentazione della crocifissione ha subito un'evoluzione parallela alle variazioni liturgiche e teologiche della dottrina cattolica in cui vorremmo sottolineare tre tappe fondamentali: inizialmente l'arte paleocristiana ometteva la rappresentazione della figura umana di Cristo e la crocifissione veniva rappresentata attraverso l'"Agnus Dei", l'agnello mistico che porta la croce del martirio. Fino all'XI secolo Cristo era rappresentato crocifisso ma vivo e trionfante, con gli occhi aperti, in accordo con il rito bizantino, che non considerava la possibilità dell'esistenza del cadavere di Cristo. In seguito, sotto la considerazione teologica che la morte del Salvatore non è dovuta a un processo organico ma a un atto di volontà divina, Cristo viene rappresentato, come nella nostra opera, già morto con gli occhi chiusi e il capo caduto sulla spalla destra, mostrando le sofferenze della Passione, provocando la commiserazione, come fa riferimento il Salmo 22 quando prega: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (...) una folla di uomini malvagi mi è vicina: hanno trafitto le mie mani e i miei piedi (...) si sono divisi le mie vesti e hanno tirato a sorte la mia tunica".

Scuola spagnola o italiana; XVII secolo. Legno intagliato e policromo. Presenta difetti. Misure: 94 x 40 x 20 cm. La crocifissione di Cristo è il tema centrale dell'iconografia cristiana e soprattutto di quella cattolica. A Cristo fu inflitta la sofferenza che corrispondeva a quella degli schiavi fuggitivi o in rivolta, una condanna essenzialmente romana ma di origine persiana. Questo episodio della vita di Cristo è il fatto storico più rigorosamente provato ed è anche l'argomento principale per la redenzione della dottrina cristiana: il sangue di Dio incarnato come uomo viene versato per la redenzione di tutti i peccati. La rappresentazione della crocifissione ha subito un'evoluzione parallela alle variazioni liturgiche e teologiche della dottrina cattolica in cui vorremmo evidenziare tre tappe fondamentali: inizialmente l'arte paleocristiana ometteva la rappresentazione della figura umana di Cristo e la crocifissione veniva rappresentata attraverso l'"Agnus Dei", l'agnello mistico che porta la croce del martirio. Fino all'XI secolo Cristo era rappresentato crocifisso ma vivo e trionfante, con gli occhi aperti, in accordo con il rito bizantino, che non considerava la possibilità dell'esistenza del cadavere di Cristo. In seguito, sotto la considerazione teologica che la morte del Salvatore non è dovuta a un processo organico ma a un atto di volontà divina, Cristo viene rappresentato, come nella nostra opera, già morto con gli occhi chiusi e il capo caduto sulla spalla destra, mostrando le sofferenze della passione, provocando la commiserazione, come riferito nel Salmo 22 quando dice: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (...) una folla di malvagi mi è vicina: hanno trafitto le mie mani e i miei piedi (...) si sono divisi le mie vesti e hanno tirato a sorte la mia tunica".

Scuola spagnola del XVII secolo. "Cristo". Legno intagliato e policromo. Presenta ridipinture. Misure: 80 x 32,5 x 17 cm. La crocifissione di Cristo è il tema centrale dell'iconografia cristiana e soprattutto di quella cattolica. A Cristo fu inflitta la sofferenza che corrispondeva agli schiavi fuggitivi o in rivolta, una condanna essenzialmente romana ma di origine persiana. Questo episodio della vita di Cristo è il fatto storico più rigorosamente provato ed è anche l'argomento principale per la redenzione della dottrina cristiana: il sangue di Dio incarnato come uomo viene versato per la redenzione di tutti i peccati. La rappresentazione della crocifissione ha subito un'evoluzione parallela alle variazioni liturgiche e teologiche della dottrina cattolica in cui vorremmo evidenziare tre tappe fondamentali: inizialmente l'arte paleocristiana ometteva la rappresentazione della figura umana di Cristo e la crocifissione veniva rappresentata attraverso l'"Agnus Dei", l'agnello mistico che porta la croce del martirio. Fino all'XI secolo Cristo era rappresentato crocifisso ma vivo e trionfante, con gli occhi aperti, in accordo con il rito bizantino, che non considerava la possibilità dell'esistenza del cadavere di Cristo. In seguito, sotto la considerazione teologica che la morte del Salvatore non è dovuta a un processo organico ma a un atto di volontà divina, Cristo viene rappresentato, come nella nostra opera, già morto con gli occhi chiusi e il capo caduto sulla spalla destra, mostrando le sofferenze della passione, provocando la commiserazione, come riferito nel Salmo 22 quando dice: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (...) una folla di malvagi mi è vicina: hanno trafitto le mie mani e i miei piedi (...) si sono divisi le mie vesti e hanno tirato a sorte la mia tunica".