FEULARD Jean-Pierre (1790-1849) Coppia di ritratti del duca e della duchessa Édo…
Descrizione

FEULARD Jean-Pierre (1790-1849)

Coppia di ritratti del duca e della duchessa Édouard d'Avaray. Miniature ovali su avorio, firmate dall'artista su una in basso a sinistra "Feulard" e datate 1822 e sull'altra, in basso a destra, ma non identificata, datate 1831, conservate sotto vetro nella loro cornice originale in mogano. Usura dovuta all'età, cornice mancante. Vista: H.: 10,5 cm, 11,5 cm - L.: 8,5 cm, 8 cm. Cornice: H.: 19 cm, 18 cm - L.: 15 cm. Storia: Mathilde de Rochechouart de Mortemart (1802-1887), figlia minore di Victor Louis de Rochechouart de Mortemart, conte dell'Impero (1780-1834), governatore del castello di Rambouillet, e di Anne Eléonore Pulchérie de Montmorency-Fosseux (1776-1863), sposò nel 1825 Ange Édouard de Bésiade, terzo duca di Avaray, ufficiale di cavalleria sotto Carlo X e presidente del Cercle Agricole.

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FEULARD Jean-Pierre (1790-1849)

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COPPIA DI PIAZZE DEL XVIII SECOLO Attribuito a Enrico Hugford (1695-1771) In scagliola su fondo di ardesia, raffiguranti vedute portuali con elementi architettonici, in cornici successive in legno dorato, timbri armoriali in cera rossa danneggiati al verso Marchi (su uno): iscrizione "salottino vicino al salone N°4", e "(...)guado", etichetta a stampa numerata "100". Segni al verso (sull'altro): l'iscrizione "salottino piccolo vicino al salone N°3". Dimensioni (senza cornice): 17,5 x 48,5 cm (6 ¾ x 19 in.) Provenienza: Ex collezione Azzoni, Siena. Coppia di placche in scagliola del XVIII secolo, attribuite a Enrico Hugford (1695-1771) Questa coppia di piatti è attribuibile a Enrico Hugford (1695-1771), uno dei più talentuosi maestri nell'arte delle scagliole del XVIII secolo. Nato da genitori inglesi che si trasferirono in Italia intorno al 1686 ed entrarono al servizio del granduca Cosimo III de Medici, Enrico Hugford (1695-1771) e suo fratello Ignazio (1703-1778) furono figure importanti nella Firenze di metà Settecento. Enrico entrò come monaco nell'Abbazia di Vallombrosa nel 1711. Istruito nell'arte delle scagliole dai monaci dell'Abbazia di Santa Reparata a Marradi, tornò a Vallombrosa, dove il suo talento fu presto apprezzato e riconosciuto. Enrico Hugford svolse un ruolo innovativo fondamentale nell'arte delle scagliole. Grazie alla sua tecnica raffinata, raggiunse un'estrema precisione. Trattò una varietà di soggetti, tra cui paesaggi, vedute marine e fluviali con architetture e figure (cfr. A.M. Massinelli, Scagliola:l'arte della pietra di luna, Roma, 1997, pp.28-32), fiori, animali, scene di genere, ritratti e storie di santi. Le sue eleganti vedute attingevano al repertorio vedutistico settecentesco a cui aveva accesso attraverso le opere grafiche conservate nella biblioteca del monastero di Vallombrosa e tra i disegni e i dipinti raccolti e commercializzati dal fratello. È noto infatti che il fratello Ignazio, appassionato collezionista, mercante, restauratore e figura eminente della Firenze settecentesca, riuscì a promuovere e distribuire le scagliole di Enrico soprattutto nel capoluogo toscano. La diffusione della sua opera fu resa possibile anche dalla visita al monastero di Vallombrosa di inglesi e, più in generale, di europei di passaggio nel loro Grand Tour. Subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1771, le opere di Hugford divennero ricercati oggetti da collezione: una sua veduta marina fu presentata a Papa Clemente XIV da Monsignor Cesare Massa Salazzo di Tortona e collocata nei Musei Vaticani. Anche il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo acquistò nel 1779 quattro paesaggi per la Galleria degli Uffizi, tramite l'intermediazione dell'allora direttore Giuseppe Pelli Bencivenni, dagli eredi del fratello Ignazio. Una provenienza aristocratica senese Sul retro delle cornici dei pannelli sono presenti due sigilli di cera rossa frammentari che, ricostruiti, rivelano lo stemma della famiglia Azzoni di Siena. Gli antenati di questa illustre famiglia furono Azzone di Tocchi e Pietro di Ghino, che diedero origine al ramo dei Ghinazzoni. La presenza degli Azzoni è attestata già nel XIV secolo a Monticiano, nel territorio senese, dove avevano sviluppato una redditizia attività di estrazione e lavorazione del ferro. Nel 1380 finanziarono la costruzione della facciata della chiesa conventuale agostiniana di Monticiano e abitarono in un palazzo nella piazza principale del paese. Ringraziamo la dott.ssa Anna Maria Massinelli per le sue ricerche, che ci hanno permesso di scrivere questa nota.

DODE DE LA BRUNERIE (Guillaume e famiglia). Importante raccolta di circa 850 lettere e documenti. XVIII-XIX secolo. Una raccolta molto importante, ricca di informazioni sul maresciallo e sulla sua famiglia, nonché sulla storia della regione del Delfinato, dove il maresciallo era una figura di rilievo. - Dode de la Brunerie (Guillaume). Insieme di circa 130 lettere alla famiglia, di cui 2 dall'Egitto, 3 dal lazzaretto di Marsiglia al ritorno dalla spedizione egiziana, 2 dalla campagna d'Austria (ottobre 1805 e gennaio 1806), una dalla campagna di Prussia (novembre 1806, "... dopo la battaglia non c'è stata più resistenza da parte dei prussiani... quasi tutti i corpi dell'esercito prussiano sono stati presi, sia all'ingrosso che in dettaglio.... è una vera e propria caccia, sono braccati da tutte le parti come animali selvatici, e si arrendono come pecore"), uno dalla campagna di Polonia (1807), 3 dalla Spagna (1809-1810, "questi uomini infuriati di Saragozza, che ci hanno dato tanto filo da torcere per due mesi, si sono finalmente stancati di una guerra la cui implacabilità è senza pari; hanno capitolato... Non mi rammarico di questa circostanza, perché vi ho preso parte in modo attivo e credo di aver contribuito in qualche modo al successo..."), 2 della campagna di Russia (Königsberg ed Elbing, dicembre 1812), una d'Italia (marzo 1814, "Si vorrebbe vedere in Francia questo esercito d'Italia, ma qui rende molti più servizi. Contiene due armate nemiche due volte più numerose..."), uno della Spagna (1823, "Stiamo continuando la nostra marcia trionfale tra acclamazioni, danze, canti e dimostrazioni di ogni tipo di gioia portata all'ultimo grado di esaltazione... Pensavo che sette anni di guerra e di occupazione della Spagna da parte dei Franchi e degli Inglesi... avessero cambiato di molto le idee del popolo spagnolo e ridotto considerevolmente l'influenza del clero sulla sua opinione... Le città sono rare in questo Paese e le persone illuminate sono ancora più rare nelle città. Così l'influenza del clero non ebbe difficoltà a far gridare a questo popolo ignorante e stupido 'Viva il re assoluto'..."). Con alcune note autografe e disegni relativi ad affari privati. - Corrispondenza ricevuta, principalmente da Guillaume Dode de La Brunerie, circa 230 lettere di personalità francesi e straniere: Gran Maresciallo Henri-Gatien Bertrand (1841), Ministro dell'Interno Lazare Carnot (1815, firma del segretario, relativa all'invio di una copia della Description de l'Égypte), Generale François Joseph Kirgener de Planta (1809-1810), Ministro dell'Interno Camille de Montalivet (1837), Generale Nicolas Oudinot (1849, ringraziamento per le congratulazioni relative alla spedizione a Roma da lui comandata in capo), Il generale Joseph Rogniat (1823), il generale duca Ignacio Jaime de Sotomayor (1811, ciambellano e gran cerimoniere del re Giuseppe Bonaparte), il politico e storico Adolphe Thiers (1841, per il prestito di documenti relativi alla storia della Rivoluzione e dell'Impero), il futuro maresciallo Jean-Baptiste Philibert Vaillant (1849), e così via. Un centinaio di queste lettere si congratulano con Guillaume Dode de La Brunerie per la sua elevazione al grado di maresciallo (1847). Gli sono indirizzate dal futuro maresciallo di Castellane, dal barone Pierre-Paul Denniée, da Charles Auguste Frossard (futuro generale, futuro aiutante di campo di Napoleone III e futuro governatore del Prince Impérial), il generale Gaspard Gourgaud (ex compagno di Napoleone I in esilio a Sant'Elena), il generale dell'Impero Jean-Gabriel Marchand, il generale Auguste Moreau, il futuro maresciallo Adolphe Niel, l'ammiraglio Albin Roussin, il futuro maresciallo Jean-Baptiste-Philibert Vaillant e altri. Alcune di queste lettere riguardano l'invio del suo ritratto litografato o la stesura di note biografiche. - Corrispondenza familiare: circa 300 lettere, di cui quasi 110 del maresciallo e alcune del conte Guéheneuc, suocero del maresciallo Lannes; corrispondenza relativa al nipote del maresciallo, Guzman Dode, ecc. - Carte varie, secoli XVIII-XIX, circa 120 oggetti: livre de raison et de comptes di Jean Dode, antenato del Maresciallo (prima metà del XVIII secolo, rilegato in un volume pergamenaceo in-folio, completato da altre mani), testamento del Maresciallo, testamento e inventario dei beni della Marescialla, documenti notarili, lettere commerciali, ecc. - Stampati, XIX secolo, circa 70 opuscoli rilegati: Guillaume Dode de La Brunerie, rapports et opinions à la Chambre des pairs de 1826 à 1836 (diversi duplicati); Auguste Moreau, Notice sur le vicomte Dode de La Brunerie, maréchal de France, 1852, 2 copie rilegate, ognuna con dispaccio manoscritto; una serie di opuscoli di altri autori relativi soprattutto ai temi ab