Null INCARICO DI SCRITTURA DEL DELFINO CORRETTO DAL PADRE RE LUIGI XVI.
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Descrizione

INCARICO DI SCRITTURA DEL DELFINO CORRETTO DAL PADRE RE LUIGI XVI. LOUIS-CHARLES, Principe di Francia, Duca di Normandia (1785-1795). Compito di scrittura per il giovane Delfino di Francia, scritto durante la prigionia nella prigione del Tempio, con annotazioni e correzioni di mano del padre Re Luigi XVI (in grassetto), 4 pagine, in folio. Lievi segni di usura ai margini, ma nel complesso buono stato di conservazione. Testo della riforma: "[...] si diffuse in Francia. Nello stesso anno, alcune menti ansiose azzardarono proposte sulle indulgenze, che la Facoltà di Teologia di Parigi condannò. Nel 1521 apparve la famosa censura della Sorbona contro lo stesso Lutero, il quale, dopo aver dapprima preso questo rispettabile organismo come arbitro delle sue controversie con la Corte di Roma, riversò poi i suoi insulti contro i Giudici, che le sue insipide lodi non erano riuscite a corrompere. Il riverbero di questa censura, come di solito accade, risvegliò l'attenzione pubblica su opinioni che altrimenti sarebbero state dimenticate, o almeno trascurate: molti si lasciarono sedurre dall'appello che presentavano. Dal 1528 ebbero sostenitori nel clero, nella nobiltà e persino nel popolo. Negli anni successivi, la facoltà si occupò solo di reprimere con le sue censure i predicatori e gli Autori, che dapprima, sotto proposizioni equivoche e oscure, insinuavano significati falsi e pericolosi; presto, più audaci, presentarono apertamente [...] le foreste della Boemia e dell'Ungheria. Il loro numero, ingrossato dai settari espulsi dagli Stati cattolici, aumentò in proporzione agli attacchi che si volevano fare ai privilegi di questi popoli fieri e bellicosi: ci vollero politiche perfide, tradimenti e vili assassinii per farli sottomettere al giogo che temevano. L'eresia, trionfante in tanti luoghi, fece solo pochi progressi in Polonia, dove non c'erano partiti interessati a diffonderla: bastarono pochi esempi di severità per intimidirla e farla quasi scomparire; ma il richiamo di una corona la rese sovrana in Prussia. Questo Paese apparteneva all'Ordine Teutonico: il Gran Maestro, Amberto di Brandeburgo, abbandonò il giogo dei voti per sposarsi e rendere lo scettro ereditario nella sua famiglia. La maggior parte dei suoi cavalieri seguì l'esempio e trasmise ai propri discendenti, per via ereditaria, le commende di cui erano, in teoria, solo custodi. La fazione che portò il feroce Cristiano dalla Danimarca alla Svezia [...]". Provenienza: collezione di Jean-Baptiste Gomin (1757-1841), ceduta alla sua morte dalla vedova al visconte Alcide-Hyacinthe du Bois de Beauchesne (1800-1873), conservata dai discendenti prima di essere messa in vendita il 3 marzo 2015, al n. 173, dalla ditta Coutau-Bégarie, poi oggi dall'acquirente dell'epoca. Esposizione: questo documento è stato presentato alla mostra "Luigi XVII" organizzata dal Musée Lambinet all'Hôtel de Ville di Versailles da maggio a luglio 1989.

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INCARICO DI SCRITTURA DEL DELFINO CORRETTO DAL PADRE RE LUIGI XVI. LOUIS-CHARLES, Principe di Francia, Duca di Normandia (1785-1795). Compito di scrittura per il giovane Delfino di Francia, scritto durante la prigionia nella prigione del Tempio, con annotazioni e correzioni di mano del padre Re Luigi XVI (in grassetto), 4 pagine, in folio. Lievi segni di usura ai margini, ma nel complesso buono stato di conservazione. Testo della riforma: "[...] si diffuse in Francia. Nello stesso anno, alcune menti ansiose azzardarono proposte sulle indulgenze, che la Facoltà di Teologia di Parigi condannò. Nel 1521 apparve la famosa censura della Sorbona contro lo stesso Lutero, il quale, dopo aver dapprima preso questo rispettabile organismo come arbitro delle sue controversie con la Corte di Roma, riversò poi i suoi insulti contro i Giudici, che le sue insipide lodi non erano riuscite a corrompere. Il riverbero di questa censura, come di solito accade, risvegliò l'attenzione pubblica su opinioni che altrimenti sarebbero state dimenticate, o almeno trascurate: molti si lasciarono sedurre dall'appello che presentavano. Dal 1528 ebbero sostenitori nel clero, nella nobiltà e persino nel popolo. Negli anni successivi, la facoltà si occupò solo di reprimere con le sue censure i predicatori e gli Autori, che dapprima, sotto proposizioni equivoche e oscure, insinuavano significati falsi e pericolosi; presto, più audaci, presentarono apertamente [...] le foreste della Boemia e dell'Ungheria. Il loro numero, ingrossato dai settari espulsi dagli Stati cattolici, aumentò in proporzione agli attacchi che si volevano fare ai privilegi di questi popoli fieri e bellicosi: ci vollero politiche perfide, tradimenti e vili assassinii per farli sottomettere al giogo che temevano. L'eresia, trionfante in tanti luoghi, fece solo pochi progressi in Polonia, dove non c'erano partiti interessati a diffonderla: bastarono pochi esempi di severità per intimidirla e farla quasi scomparire; ma il richiamo di una corona la rese sovrana in Prussia. Questo Paese apparteneva all'Ordine Teutonico: il Gran Maestro, Amberto di Brandeburgo, abbandonò il giogo dei voti per sposarsi e rendere lo scettro ereditario nella sua famiglia. La maggior parte dei suoi cavalieri seguì l'esempio e trasmise ai propri discendenti, per via ereditaria, le commende di cui erano, in teoria, solo custodi. La fazione che portò il feroce Cristiano dalla Danimarca alla Svezia [...]". Provenienza: collezione di Jean-Baptiste Gomin (1757-1841), ceduta alla sua morte dalla vedova al visconte Alcide-Hyacinthe du Bois de Beauchesne (1800-1873), conservata dai discendenti prima di essere messa in vendita il 3 marzo 2015, al n. 173, dalla ditta Coutau-Bégarie, poi oggi dall'acquirente dell'epoca. Esposizione: questo documento è stato presentato alla mostra "Luigi XVII" organizzata dal Musée Lambinet all'Hôtel de Ville di Versailles da maggio a luglio 1989.

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