Null ANDREA SCACCIATI, bottega di 
(Firenze 1642 - 1710) 
 
NATURA MORTA DI FIOR…
Descrizione

ANDREA SCACCIATI, bottega di (Firenze 1642 - 1710) NATURA MORTA DI FIORI ENTRO VASO SBALZATO Olio su tela, cm. 63 x 47,5 PROVENIENZA Famiglia romana CONDITION REPORT Rintelo novecentesco. Restauri integrativi in alto, due punti di restauro quasi ossidati in basso a destra CORNICE Cornice modanata in legno dorato, del XVIII secolo

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ANDREA SCACCIATI, bottega di (Firenze 1642 - 1710) NATURA MORTA DI FIORI ENTRO VASO SBALZATO Olio su tela, cm. 63 x 47,5 PROVENIENZA Famiglia romana CONDITION REPORT Rintelo novecentesco. Restauri integrativi in alto, due punti di restauro quasi ossidati in basso a destra CORNICE Cornice modanata in legno dorato, del XVIII secolo

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Dopo ANDREA DEL VERROCCHIO (Firenze, 1435 - Venezia, 1488). "Il Condottiero Bartolomeo Colleoni". Bronzo. Ferdinand Barbedienne Fondeur. Misure: 16 x 43 x 17 cm. Replica in medio formato del monumento equestre in bronzo dedicato al Condottiero Bartolomeo Colleoni, alto 395 cm senza il piedistallo, realizzato da Andrea del Verrocchio tra il 1480 e il 1488 e situato a Venezia, nella piazza dei Santi Giovanni e Paolo. Si tratta della seconda statua equestre del Rinascimento, dopo il monumento al Gattamelata di Donatello a Padova, 1446-53. La sua storia risale al 1479, quando la Repubblica di Venezia decretò la realizzazione di un monumento equestre dedicato al Condottiero, morto tre anni prima, da collocare nella Piazza dei Santi Giovanni e Paolo. Nel 1480 ne fu incaricato il Verrocchio, che iniziò il lavoro nella sua bottega di Firenze. Nel 1481 il modello in cera fu inviato a Venezia, dove l'artista si recò nel 1486 per dirigere personalmente la fusione del modello finale, in bronzo a cera persa. Andrea Verrocchio morì nel 1488 con l'opera incompiuta, anche se il modello in cera sarebbe rimasto, e nel suo testamento stabilì che Lorenzo di Credi avrebbe dovuto continuare il progetto. Tuttavia, la Signoria veneziana preferì l'artista locale Alessandro Leopardi, pittore e scultore, multidisciplinare in senso moderno, come lo era stato lo stesso Verrocchio. L'artista fiorentino basò la creazione del monumento sulla statua equestre del Gattamelata di Donatello, sulle antiche statue di Marco Aurelio e dei cavalli di San Marco (XIII secolo) e del Regisole (opera tardo antica di Pavia, perduta nel XVIII secolo). Vi erano anche affreschi di Giovanni Acuto, Paolo Ucello e Andrea del Castagno. C'era, d'altra parte, l'importante problema tecnico di rappresentare il cavallo con la zampa anteriore sollevata, in una maestosa posizione avanzata, che Donatello aveva prudentemente risolto ponendo una sfera sotto la zampa sollevata. Verrocchio sarà il primo a riuscire a erigere una statua equestre sostenuta solo da tre gambe.