Null Annibale Caro
Caro, Annibale - Commento di ser Agresto da Ficaruolo sopra l…
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Annibale Caro Caro, Annibale - Commento di ser Agresto da Ficaruolo sopra la prima ficata del padre Siceo 1540, S.n.t. In 8°. 48 cc. Legatura in piena pergamena del sec.XVIII, tagli rossi.

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Annibale Caro Caro, Annibale - Commento di ser Agresto da Ficaruolo sopra la prima ficata del padre Siceo 1540, S.n.t. In 8°. 48 cc. Legatura in piena pergamena del sec.XVIII, tagli rossi.

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Scuola di ANNIBALE CARRACCI (Bologna, 1560 - Roma, 1609) "Giovani che ridono". Olio su tela. Presenta difetti e restauri. Misure: 44 x 50 cm; 58 x 63 cm (cornice). È notevole la presenza di un doppio ritratto in quest'opera, poiché non era una rappresentazione comune all'epoca. Nel dipinto, l'artista dispone i due cavalieri in un formato quadrato con uno sfondo neutro e scuro, che dà grande risalto alla figura dei protagonisti, evitando così qualsiasi elemento aneddotico che non faccia parte delle figure principali. Ciascuno dei personaggi è disposto nelle aree laterali della composizione, occupando in una certa misura il centro della scena, poiché non c'è una grande distanza tra loro. Uno dei giovani guarda direttamente lo spettatore, mentre l'altro guarda il suo compagno, anch'egli sorridente. Questi atteggiamenti maliziosi, sommati all'abbigliamento che si intravede, indicano che si tratta di ragazzi che appartengono a una classe inferiore, risultando così un ritratto con una certa aria da costumbrista, molto in voga all'epoca. È infatti interessante mettere in relazione quest'opera con il dipinto intitolato La macelleria, realizzato da Annibale Carraci, tra il 1580-1590, che oggi appartiene alla collezione della Galleria Colonna di Roma. Il legame di Carraci con Vicenzo Campi e con il pittore Passaroti determinò la grande influenza e l'interesse dell'artista nel cogliere questo tipo di soggetti di genere. Un soggetto in cui l'artista impiega uno stile più grezzo rispetto alle sue opere più classiciste. Armonizzando così tra estetica e tema a cui era dedicato. All'inizio del XVII secolo, nello stesso periodo in cui Caravaggio si stacca dalle convenzioni manieristiche e persino rinascimentali, a Bologna si fa strada un nuovo modo di intendere la pittura, solitamente chiamato "eclettismo", sotto la guida dei Carracci. Esso cercava di integrare il meglio di ogni maestro, in particolare Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Veronese e Correggio. Tuttavia, la personalità di Annibale Carracci lo portò a evolversi verso un classicismo molto personale, che non disdegnava alcune realizzazioni caravaggesche. Presenta difetti e restauri.

Italian coins BOLOGNA Annibale II Bentivoglio (1511-1512) Ducato - CNI 250 AU (g 3,46) RRRR Annibale Bentivoglio, figlio di Giovanni II, riusci ad impadronirsi, con i suoi partigiani, di Bologna, che governò per un anno. Certamente sapeva di non essere in grado di mantenere quella posizione se non convincendo Giulio II a riconoscerla, per cui, dopo una prima fasedi aperta ribellione, cerco' un accordo con il pontefice. Nonostante i suoi sforzi, Giulio II non aveva alcuna intenzione di scendere a patti con lui e, con l'aiuto militare del Re di Napoli, riusci a cacciarlo come aveva fatto con il padre. E' probabile che Annibale, non potendo emettere monete a nome di Giulio II senza la sua autorizzazione, ne abbia emesse autonomamente. Il punzone usato per imprimere San Pietro venne modificato sensibilmente dopo l'arrivo a Bologna del nuovo cardinale legato Giovanni Medici. Mentre in precedenza la veste era raffigurata lunga sino a nascondere i piedi, in seguito si presentava piu' corta, con le caviglie scoperte. Poiché è improbabile che Giovanni Bentivoglio II abbia emesso ducati anonimi senza il proprio stemma o quello del pontefice alla fine del suo governo, si ritiene che questo bolognino d'oro debba essere attribuito ad Annibale II. E quelli con la veste corta senza nessuna armetta sono assegnabili alle Sedi Vacanti seguenti il pontificato di Leone X. Moneta di grandissima rarità e di superba qualità, in particolar modo il D/, che presenta rilievi praticamente integri e perfettamente impressi. L'unico esemplare, oltre a questo, che siamo riusciti a trovare , risulta quello dell'asta Künker del 2022, catalogato erroneamente sotto Clemente VII e che, in conservazione BB+, ha realizzato 3200 euro + diritti. - qFDC/ M.di SPL