Francesco Guardi, 1712 Venedig – 1793 ebenda, zugeschrieben RARA VEDUTA CON PIAZ…
Descrizione

Francesco Guardi, 1712 Venedig – 1793 ebenda, zugeschrieben

RARA VEDUTA CON PIAZZA VENEZIANA SUL CANALE Olio su tela. Margini raddoppiati. 26 x 30 cm. Con annotazioni manoscritte al verso sulla tela originale. In cornice di profilo dorata. Raffigurazione a pennello di una piazza, presumibilmente esistente all'epoca, con una schiera di personaggi, in parte danzanti, in parte intenti ad affari. Sul fondo si trova una torre con arco a tutto sesto, in cui è incorporato un dipinto sacro in un timpano a punta. A destra una gondola proveniente dal canale, che passa sotto un ponte sullo sfondo, con il Campanile in secondo piano. La sua formazione e gran parte del suo lavoro fino al 1760 si svolse insieme al fratello maggiore Giannantonio, che gestiva la bottega di famiglia. Rispetto al fratello, mostra fin da subito una sensibilità diversa, con una pennellata veloce e spezzata che riflette il legame tra figure e atmosfera. L'interesse per i paesaggi lo porta ad avvicinarsi al vedutismo intorno al 1755. Propone un'interpretazione personale che sostituisce la componente documentaria a favore di una rappresentazione atmosferica capace di riprodurre la particolare vivacità della luce della laguna e dei suoi abitanti. Guardi iniziò probabilmente a produrre le sue prime vedute per attingere al lucroso mercato dei visitatori stranieri, che si era liberato in quegli anni a causa della partenza di Canaletto per l'Inghilterra. Le sue prime opere si rifanno alle composizioni di Canaletto e Marieschi, la composizione pittorica è fluida e controllata, ancora lontana dallo stile nitido e stenografico che lo renderà famoso. Tuttavia, il suo stile unico era già evidente in alcune di queste prime opere, in cui le figure costruite con spumeggianti impasti di colore rivelano un vivido timbro cromatico. Nascono così capolavori come le due "Vedute della Ca' d'Oro" o quelle conservate nei musei di tutto il mondo. Il suo periodo di maggior successo si colloca tra il settimo e l'ottavo decennio del XVIII secolo: nel 1764 gli vengono commissionate due grandi vedute di Piazza San Marco per un inglese. Poco dopo realizzò i dodici dipinti della Festa del Doge su disegno del Canaletto, incisi da Giambattista Brustolon. Dalle stampe Francesco Guardi ricavò i suoi dipinti, oggi conservati al Louvre: Il risultato è davvero sorprendente e rivela il potere trasfigurante e fantastico del pittore. Nel 1782 gli vengono commissionati quattro dipinti per commemorare la visita di Papa Pio VI a Venezia. Per l'artista ormai settantenne si trattava finalmente di una commissione ufficiale, seguita dai dipinti celebrativi dell'arrivo a Venezia degli arciduchi di Russia, giunti in incognito con il nome di Conti del Nord. I dipinti destinati a commemorare il matrimonio tra il duca Armando di Polignac e la baronessa Idalia di Neukirchen non furono mai realizzati, ma i magnifici fogli preparatori sono conservati nella sala delle stampe del Museo Correr. Con il passare del tempo, il suo stile personalissimo diventa sempre più libero e allusivo: le proporzioni tra i vari elementi vengono liberamente alterate, la struttura prospettica diventa elastica e deformata senza alcun legame con la realtà. Alla fine, le figure diventano semplici schizzi di colore, un rapido scarabocchio bianco o un punto nero tracciato con un pennarello tremolante. Dipinse anche alcuni meravigliosi quadri di ville in mezzo al verde del paesaggio veneziano. Provenienza: Lempertz Colonia, 1959, collezione privata, Renania. Lempertz Colonia, 20 marzo 2013, lotto 24. Collezione privata, Germania. (14001412) (13)

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Francesco Guardi, 1712 Venedig – 1793 ebenda, zugeschrieben

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