Null Elisabetta Sirani, 1638 Bologna – 1665 ebenda, zugeschrieben
SANTO GERONIMO…
Descrizione

Elisabetta Sirani, 1638 Bologna – 1665 ebenda, zugeschrieben SANTO GERONIMO IN PREGHIERA Olio su tela. Doppiato. 110 x 85 cm. Non incorniciato. Accompagnato da una perizia con esempi comparativi di Alessandro Delpriori, Matelica, in copia. Il santo come eremita in una landa desolata, sotto il cielo della sera, davanti a un masso piatto, come se fosse un altare, sul quale si trova una piccola croce con la scritta "INRI" e un libro aperto, apparentemente una Bibbia o un messale, adagiato su un teschio. Ha i capelli bianco-grigi, la barba folta, indossa un lungo mantello rosso sulla schiena del busto nudo, tiene un rosario con la mano sinistra, davanti al quale giace una pietra, e si stringe o si batte il petto con la mano destra. Ha girato la testa e guarda verso il cielo con gli occhi umidi del suo volto espressivo, nel quale si riconosce una fanfara nell'angolo superiore sinistro. Pittura di alta qualità con un sapiente uso della luce. Secondo Delpriori, l'opera è destinata a una devozione domestica, intrisa dell'influenza di Guido Reni (1575- 642); per lui è quindi possibile che l'artista sia Elisabetta Sirani, una delle più importanti seguaci di Guido Reni, e assegna il dipinto agli anni 1660/65. (14008913) (18)

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Elisabetta Sirani, 1638 Bologna – 1665 ebenda, zugeschrieben SANTO GERONIMO IN PREGHIERA Olio su tela. Doppiato. 110 x 85 cm. Non incorniciato. Accompagnato da una perizia con esempi comparativi di Alessandro Delpriori, Matelica, in copia. Il santo come eremita in una landa desolata, sotto il cielo della sera, davanti a un masso piatto, come se fosse un altare, sul quale si trova una piccola croce con la scritta "INRI" e un libro aperto, apparentemente una Bibbia o un messale, adagiato su un teschio. Ha i capelli bianco-grigi, la barba folta, indossa un lungo mantello rosso sulla schiena del busto nudo, tiene un rosario con la mano sinistra, davanti al quale giace una pietra, e si stringe o si batte il petto con la mano destra. Ha girato la testa e guarda verso il cielo con gli occhi umidi del suo volto espressivo, nel quale si riconosce una fanfara nell'angolo superiore sinistro. Pittura di alta qualità con un sapiente uso della luce. Secondo Delpriori, l'opera è destinata a una devozione domestica, intrisa dell'influenza di Guido Reni (1575- 642); per lui è quindi possibile che l'artista sia Elisabetta Sirani, una delle più importanti seguaci di Guido Reni, e assegna il dipinto agli anni 1660/65. (14008913) (18)

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