Null FILOSOFIE. Emmanuel BERL (1892-1976). Manoscritto autografo; 4 pagine picco…
Descrizione

FILOSOFIE. Emmanuel BERL (1892-1976). Manoscritto autografo; 4 pagine piccole in-4 su 4 fogli strappati da un quaderno a spirale. Sui filosofi e l'antisemitismo. "Ero e resto convinto che i filosofi abbiano perso se stessi e noi dal momento in cui hanno voluto far emergere il molteplice dell'Uno e il reale dell'Identità. La verità è che dobbiamo scegliere tra Dio, che è uno, e il mondo, che è multiplo e diverso. [Kroner sperava di rendermi almeno sensibile alla potenza e all'architettura hegeliana. [Non mi ha convinto. Sentivo che le pietre hanno un'innocenza che le idee non hanno. L'antisemitismo e la guerra erano già in agguato intorno a me. Come possiamo opporci alla guerra se lo Stato che la conduce ha sempre ragione? Come opporsi all'antisemitismo se la distinzione tra ciò che è e ciò che non è è sfumata fino a essere cancellata? La metafisica tedesca porta in sé la guerra come una nuvola porta un fulmine, e tanto più perché è più oscura e più voluminosa"... Non è un caso che i grandi sistemi e le guerre dell'ultimo secolo siano venuti dalla Germania: "La ragione è stata resa irragionevole. Allo stesso modo, abbiamo aperto la porta alla furia. Sfrondato del suo buon senso, l'uomo non trova più alcun ostacolo a nessuna delle sue passioni. Da un punto di vista hegeliano, Auschwitz non è altro che un momento dialettico. Non avevo certo previsto né Auschwitz né Hitler, ma già sospettavo Ludendorf e Verdun. [...] È abbastanza semplice che, avendo subordinato le verità alla Vita, ora subordiniamo gli esseri viventi ad essa. È il determinismo che rende tutto rispettabile. Quando si fa della causalità una religione, come i buddisti, non si osa più schiacciare una lumaca, perché si vede in essa l'immensità delle cause che l'hanno creata. Non appena si sostituisce il determinismo - l'Evoluzione o la Dialettica - con lo slancio vitale, il Movimento e il senso della Storia, non c'è più motivo di rispettare nulla: ciò che si schiaccia non è mai più che una crosta, un prodotto di scarto della misteriosa Forza che non si raggiunge schiacciando"... Berl conclude con una piroetta: "a Friburgo come a Parigi, i miei compagni concludevano che non capivo nulla di Filosofia. Probabilmente è vero"... Si allega un'interessante L.A.S. di Maurice de GANDILLAC del 30 dicembre 1966 (2p. in-8): "Non siamo apparentemente sulla via del ritorno all'Essere compreso nel senso autentico che Heidegger cerca di restituire attraverso i poeti. Non c'è niente di più buffonesco del litigio Lacan-Sartre-Althuser-Foucault, e delle reciproche accuse di servire da alibi alla borghesia (diventata mitica come il popolo da quando l'"On" regna sovrano)"... Più una L.A.S. di Brice PARAIN relativa a un'edizione di Wittgenstein tradotta da P. Klossowski, 4 aprile 1955.

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FILOSOFIE. Emmanuel BERL (1892-1976). Manoscritto autografo; 4 pagine piccole in-4 su 4 fogli strappati da un quaderno a spirale. Sui filosofi e l'antisemitismo. "Ero e resto convinto che i filosofi abbiano perso se stessi e noi dal momento in cui hanno voluto far emergere il molteplice dell'Uno e il reale dell'Identità. La verità è che dobbiamo scegliere tra Dio, che è uno, e il mondo, che è multiplo e diverso. [Kroner sperava di rendermi almeno sensibile alla potenza e all'architettura hegeliana. [Non mi ha convinto. Sentivo che le pietre hanno un'innocenza che le idee non hanno. L'antisemitismo e la guerra erano già in agguato intorno a me. Come possiamo opporci alla guerra se lo Stato che la conduce ha sempre ragione? Come opporsi all'antisemitismo se la distinzione tra ciò che è e ciò che non è è sfumata fino a essere cancellata? La metafisica tedesca porta in sé la guerra come una nuvola porta un fulmine, e tanto più perché è più oscura e più voluminosa"... Non è un caso che i grandi sistemi e le guerre dell'ultimo secolo siano venuti dalla Germania: "La ragione è stata resa irragionevole. Allo stesso modo, abbiamo aperto la porta alla furia. Sfrondato del suo buon senso, l'uomo non trova più alcun ostacolo a nessuna delle sue passioni. Da un punto di vista hegeliano, Auschwitz non è altro che un momento dialettico. Non avevo certo previsto né Auschwitz né Hitler, ma già sospettavo Ludendorf e Verdun. [...] È abbastanza semplice che, avendo subordinato le verità alla Vita, ora subordiniamo gli esseri viventi ad essa. È il determinismo che rende tutto rispettabile. Quando si fa della causalità una religione, come i buddisti, non si osa più schiacciare una lumaca, perché si vede in essa l'immensità delle cause che l'hanno creata. Non appena si sostituisce il determinismo - l'Evoluzione o la Dialettica - con lo slancio vitale, il Movimento e il senso della Storia, non c'è più motivo di rispettare nulla: ciò che si schiaccia non è mai più che una crosta, un prodotto di scarto della misteriosa Forza che non si raggiunge schiacciando"... Berl conclude con una piroetta: "a Friburgo come a Parigi, i miei compagni concludevano che non capivo nulla di Filosofia. Probabilmente è vero"... Si allega un'interessante L.A.S. di Maurice de GANDILLAC del 30 dicembre 1966 (2p. in-8): "Non siamo apparentemente sulla via del ritorno all'Essere compreso nel senso autentico che Heidegger cerca di restituire attraverso i poeti. Non c'è niente di più buffonesco del litigio Lacan-Sartre-Althuser-Foucault, e delle reciproche accuse di servire da alibi alla borghesia (diventata mitica come il popolo da quando l'"On" regna sovrano)"... Più una L.A.S. di Brice PARAIN relativa a un'edizione di Wittgenstein tradotta da P. Klossowski, 4 aprile 1955.

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