Null Robert de MONTESQUIOU (1855-1921). Manoscritto autografo firmato, La Délect…
Descrizione

Robert de MONTESQUIOU (1855-1921). Manoscritto autografo firmato, La Délectation Morose, 1921; quaderno a righe di [2]-17 pagine piccolo in-4, rilegatura in bradel su assi di carta marmorizzata, custodia. Divertente evocazione di un concerto sociale.Capitolo XII, completo, della raccolta di "fantasie" Les Délices de Capharnaüm (Émile-Paul frères, 1921), dedicato a Mme Émile Straus (nata Geneviève Halévy, vedova Bizet), grande amica di Marcel Proust.Il manoscritto è preceduto da una dedica a Paul-Louis Couchoud (1879-1959): "à mon cher Couchoud manuscrit original de La Délectation Morose RMontesquiou Juillet 1921 (quelques retouches et variantes)". Il manoscritto, in inchiostro nero, presenta cancellature e correzioni, con alcuni passaggi cancellati. A matita, negli spazi delle righe, Couchoud ha indicato i nomi dei modelli di alcuni personaggi: Lady Lilith (la duchessa di Clermont-Tonnerre), la poetessa Nina (Anna de Noailles), l'attrice Jeannier (Jeanne Granier), Madame Callimaque (Mme Charles Max), Mademoiselle Hermès (Léon Hermant), Atmel de Syringe (Alexandre de Gabriac), il caricaturista Japhet (Sem), il miniatore Vélin (Charles Chaplin), Madame Giacomella (Jacqueline de Pourtalès contessa Rehbinder), Aldini (Boldini)...
Durante un concerto della marchesa di Saint-Paul che si sta trascinando, Timon e il dottor Huddud fanno una scommessa per far sì che alcuni degli ospiti rivelino i segni del loro "disagio interiore". Egli coglierà una rosa "ogni volta che il test porterà a una verifica". Mme Giacomella, un tempo "come la baccante del luppolo", si presenta notevolmente dimagrita e pensa di dover rispondere a una domanda che non le viene posta: "È che sono stata molto malata"... Mme Callimaque, riferendosi a una visita a un mausoleo, parla della Morte "che consegnerà", dice "con un sospiro e come a se stessa". Il barone di Noircœur è disposto a prestare la sua auto al progetto, ma rifiuta di farne parte, come "un bambino che si rifiuta di fare il lupo"... L'attrice Jeannier, promossa "al rango di monumento storico", si riconosce con nostalgia in un ritratto giovanile di Aldini. Il disegnatore Japhet dice: "Siamo nell'epoca dei ricordi", in un "lamento implicito". L'illuminatore Vélin, "rivale di Fouquet", illumina ormai solo pubblicità di cioccolato... Quanto a Mademoiselle Hermès, pittrice di talento: "Soffrirete ancora tutti molto", dice con semplicità e allegria. I due amici si accorsero che lei aveva intuito il loro gioco crudele, che vi partecipava per proprio conto e ne traeva le dovute conclusioni". Lady Lilith, "che vede emergere fili d'argento nell'ordine dei suoi riccioli", dice a Huddud: "L'autunno mi spaventa, gli anni mi impoveriscono mentre si sommano", e Huddud risponde che, secondo lui, gli anni "si accumulano come un tesoro"... La rosa è mezza sfiorita e il concerto si conclude.

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Robert de MONTESQUIOU (1855-1921). Manoscritto autografo firmato, La Délectation Morose, 1921; quaderno a righe di [2]-17 pagine piccolo in-4, rilegatura in bradel su assi di carta marmorizzata, custodia. Divertente evocazione di un concerto sociale.Capitolo XII, completo, della raccolta di "fantasie" Les Délices de Capharnaüm (Émile-Paul frères, 1921), dedicato a Mme Émile Straus (nata Geneviève Halévy, vedova Bizet), grande amica di Marcel Proust.Il manoscritto è preceduto da una dedica a Paul-Louis Couchoud (1879-1959): "à mon cher Couchoud manuscrit original de La Délectation Morose RMontesquiou Juillet 1921 (quelques retouches et variantes)". Il manoscritto, in inchiostro nero, presenta cancellature e correzioni, con alcuni passaggi cancellati. A matita, negli spazi delle righe, Couchoud ha indicato i nomi dei modelli di alcuni personaggi: Lady Lilith (la duchessa di Clermont-Tonnerre), la poetessa Nina (Anna de Noailles), l'attrice Jeannier (Jeanne Granier), Madame Callimaque (Mme Charles Max), Mademoiselle Hermès (Léon Hermant), Atmel de Syringe (Alexandre de Gabriac), il caricaturista Japhet (Sem), il miniatore Vélin (Charles Chaplin), Madame Giacomella (Jacqueline de Pourtalès contessa Rehbinder), Aldini (Boldini)...
Durante un concerto della marchesa di Saint-Paul che si sta trascinando, Timon e il dottor Huddud fanno una scommessa per far sì che alcuni degli ospiti rivelino i segni del loro "disagio interiore". Egli coglierà una rosa "ogni volta che il test porterà a una verifica". Mme Giacomella, un tempo "come la baccante del luppolo", si presenta notevolmente dimagrita e pensa di dover rispondere a una domanda che non le viene posta: "È che sono stata molto malata"... Mme Callimaque, riferendosi a una visita a un mausoleo, parla della Morte "che consegnerà", dice "con un sospiro e come a se stessa". Il barone di Noircœur è disposto a prestare la sua auto al progetto, ma rifiuta di farne parte, come "un bambino che si rifiuta di fare il lupo"... L'attrice Jeannier, promossa "al rango di monumento storico", si riconosce con nostalgia in un ritratto giovanile di Aldini. Il disegnatore Japhet dice: "Siamo nell'epoca dei ricordi", in un "lamento implicito". L'illuminatore Vélin, "rivale di Fouquet", illumina ormai solo pubblicità di cioccolato... Quanto a Mademoiselle Hermès, pittrice di talento: "Soffrirete ancora tutti molto", dice con semplicità e allegria. I due amici si accorsero che lei aveva intuito il loro gioco crudele, che vi partecipava per proprio conto e ne traeva le dovute conclusioni". Lady Lilith, "che vede emergere fili d'argento nell'ordine dei suoi riccioli", dice a Huddud: "L'autunno mi spaventa, gli anni mi impoveriscono mentre si sommano", e Huddud risponde che, secondo lui, gli anni "si accumulano come un tesoro"... La rosa è mezza sfiorita e il concerto si conclude.

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