Descrizione
CINA. Stanislas JULIEN (1799-1873) orientalista. 3 L.A.S., [1850?]-1857; 6 pagine e mezzo in-8, l'ultima su carta intestata Collège impérial de France. Bella serie. Autore di numerose opere sulla Cina, Stanislas Julien fu titolare della cattedra di lingua e letteratura cinese e tartaro-mantovana al Collège de France, dove succedette ad Abel Rémusat nel 1832. Dal 1833 era anche membro dell'Académie des inscriptions et belles-lettres. 5 maggio, al medico, naturalista e viaggiatore Désiré Roulin (1796-1874), a proposito della ricerca di una parola greca: "Ho trovato nel dictre greci di Henry Estienne (ed. Allo storico e avvocato Charles Read (1819-1898), in merito a una richiesta di prestito di libri: "Mi dispiace comunicarle che, nonostante le mie sollecitazioni, il Conservatorio ha persistito nel suo rifiuto, basandosi su un articolo del regolamento che è assoluto e richiede perentoriamente che il richiedente abbia pubblicato qualche opera nota. Alcuni membri, avendo appreso che lei ha il vantaggio di essere il genero del signor Cordier, le hanno fatto notare che potrebbe prendere in prestito i libri di cui ha bisogno a suo nome, munendosi per la prima volta di una lettera che la autorizzi a firmare per lui"...17 marzo 1857, a Marie-Félicité Brosset (1802-1880, specialista in studi georgiani e armeni; residente in Russia, membro dell'Accademia Imperiale delle Scienze di San Pietroburgo), offrendogli il primo volume delle Mémoires sur les voyages des pèlerins bouddhistes di Hianen-Thsang, che pubblicò grazie alle sottoscrizioni della Compagnie des Indes e della Société Asiatique. Offre inoltre al collega pietroburghese Schiefner la traduzione italiana della magnifica edizione del poema indiano Ramayana, e prosegue parlando del litigio avuto con Vassili Vassiliev per la sua traduzione dello Hianen-Tsang, deplorando gli "attacchi ingiusti e offensivi di Vassiliev [...]. Non ho attaccato, ho solo usato il diritto di legittima difesa"... Aggiunge che Vassiliev "ha dimostrato una così scarsa attività scientifica da lasciar passare 22 anni (dal 1835) senza pubblicare una sola riga dell'opera dello Hianen-Thsang, le cui difficoltà ha avuto il vantaggio di farsi spiegare da due lama thibetani che cita, senza capire il significato di tale ammissione"... Ci sono due dediche manoscritte a Benjamin Duprat sul falso titolo di un'opera sui gelsi e i bachi da seta e sulla copertina di Blanche et bleue (1834). Inoltre una pagina manoscritta in-4 di calligrafia cinese (piccole corrosioni dell'inchiostro) comprendente 17 ideogrammi scritti in inchiostro nero su tre colonne, accompagnata da una nota a matita che fornisce la traduzione del testo.
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CINA. Stanislas JULIEN (1799-1873) orientalista. 3 L.A.S., [1850?]-1857; 6 pagine e mezzo in-8, l'ultima su carta intestata Collège impérial de France. Bella serie. Autore di numerose opere sulla Cina, Stanislas Julien fu titolare della cattedra di lingua e letteratura cinese e tartaro-mantovana al Collège de France, dove succedette ad Abel Rémusat nel 1832. Dal 1833 era anche membro dell'Académie des inscriptions et belles-lettres. 5 maggio, al medico, naturalista e viaggiatore Désiré Roulin (1796-1874), a proposito della ricerca di una parola greca: "Ho trovato nel dictre greci di Henry Estienne (ed. Allo storico e avvocato Charles Read (1819-1898), in merito a una richiesta di prestito di libri: "Mi dispiace comunicarle che, nonostante le mie sollecitazioni, il Conservatorio ha persistito nel suo rifiuto, basandosi su un articolo del regolamento che è assoluto e richiede perentoriamente che il richiedente abbia pubblicato qualche opera nota. Alcuni membri, avendo appreso che lei ha il vantaggio di essere il genero del signor Cordier, le hanno fatto notare che potrebbe prendere in prestito i libri di cui ha bisogno a suo nome, munendosi per la prima volta di una lettera che la autorizzi a firmare per lui"...17 marzo 1857, a Marie-Félicité Brosset (1802-1880, specialista in studi georgiani e armeni; residente in Russia, membro dell'Accademia Imperiale delle Scienze di San Pietroburgo), offrendogli il primo volume delle Mémoires sur les voyages des pèlerins bouddhistes di Hianen-Thsang, che pubblicò grazie alle sottoscrizioni della Compagnie des Indes e della Société Asiatique. Offre inoltre al collega pietroburghese Schiefner la traduzione italiana della magnifica edizione del poema indiano Ramayana, e prosegue parlando del litigio avuto con Vassili Vassiliev per la sua traduzione dello Hianen-Tsang, deplorando gli "attacchi ingiusti e offensivi di Vassiliev [...]. Non ho attaccato, ho solo usato il diritto di legittima difesa"... Aggiunge che Vassiliev "ha dimostrato una così scarsa attività scientifica da lasciar passare 22 anni (dal 1835) senza pubblicare una sola riga dell'opera dello Hianen-Thsang, le cui difficoltà ha avuto il vantaggio di farsi spiegare da due lama thibetani che cita, senza capire il significato di tale ammissione"... Ci sono due dediche manoscritte a Benjamin Duprat sul falso titolo di un'opera sui gelsi e i bachi da seta e sulla copertina di Blanche et bleue (1834). Inoltre una pagina manoscritta in-4 di calligrafia cinese (piccole corrosioni dell'inchiostro) comprendente 17 ideogrammi scritti in inchiostro nero su tre colonne, accompagnata da una nota a matita che fornisce la traduzione del testo.
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