Null Alphonse ALLAIS. L.A.S., Marsiglia [1895], a Jean Stevens; 2 pagine in-8 su…
Descrizione

Alphonse ALLAIS. L.A.S., Marsiglia [1895], a Jean Stevens; 2 pagine in-8 su carta intestata del Grand Café de la Bourse (bordo un po' sfilacciato). "Penso che lei stia esagerando un po' e che l'intera faccenda non abbia un'aria da spauracchio, il che non terrorizza molto nemmeno me. [...] Ho detto alla signorina Catherine Stevens [la sorella di Jean] quanto fossi stupita e angosciata nell'apprendere che stava facendo osservazioni denigratorie e, in ogni caso, perfettamente inutili su di me e sui miei prodotti letterari. Tra le altre cose, che stavo scrivendo sul Journal vecchie storie che Ponchon aveva raccontato più di venti volte (un'affermazione completamente contraria alla verità). Se fossero arrivate da chiunque altro, queste osservazioni mi avrebbero lasciato indifferente. Ne ho visti molti altri! E questo non mi ha mai impedito di guadagnarmi da vivere dignitosamente. Ma se provengono da Mademoiselle Catherine Stevens, devo ammettere che mi hanno fatto un po' male al cuore e non ho potuto fare a meno di dirglielo. Le parole sono andate oltre o hanno tradito i miei pensieri? Non credo, ma se così fosse, mi dispiacerebbe, perché la signorina Catherine Stevens è una delle rare persone per le quali provo l'intera gamma dei migliori sentimenti, dalla più viva simpatia alla più profonda stima e, soprattutto, un'inalterabile gratitudine per la grande felicità che le devo"...

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Alphonse ALLAIS. L.A.S., Marsiglia [1895], a Jean Stevens; 2 pagine in-8 su carta intestata del Grand Café de la Bourse (bordo un po' sfilacciato). "Penso che lei stia esagerando un po' e che l'intera faccenda non abbia un'aria da spauracchio, il che non terrorizza molto nemmeno me. [...] Ho detto alla signorina Catherine Stevens [la sorella di Jean] quanto fossi stupita e angosciata nell'apprendere che stava facendo osservazioni denigratorie e, in ogni caso, perfettamente inutili su di me e sui miei prodotti letterari. Tra le altre cose, che stavo scrivendo sul Journal vecchie storie che Ponchon aveva raccontato più di venti volte (un'affermazione completamente contraria alla verità). Se fossero arrivate da chiunque altro, queste osservazioni mi avrebbero lasciato indifferente. Ne ho visti molti altri! E questo non mi ha mai impedito di guadagnarmi da vivere dignitosamente. Ma se provengono da Mademoiselle Catherine Stevens, devo ammettere che mi hanno fatto un po' male al cuore e non ho potuto fare a meno di dirglielo. Le parole sono andate oltre o hanno tradito i miei pensieri? Non credo, ma se così fosse, mi dispiacerebbe, perché la signorina Catherine Stevens è una delle rare persone per le quali provo l'intera gamma dei migliori sentimenti, dalla più viva simpatia alla più profonda stima e, soprattutto, un'inalterabile gratitudine per la grande felicità che le devo"...

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