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ERCOLE E DIOMEDE Gruppo in ghisa (?) con patina dorata raffigurante le due figure impegnate in un combattimento erotico, gli attributi di Ercole, la sua clava e la pelle del leone di Nemea ai loro piedi. H. 23 cm. (usura)

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ERCOLE E DIOMEDE Gruppo in ghisa (?) con patina dorata raffigurante le due figure impegnate in un combattimento erotico, gli attributi di Ercole, la sua clava e la pelle del leone di Nemea ai loro piedi. H. 23 cm. (usura)

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Scuola italiana; XVII secolo. "Le cavalle di Diodene". Olio su tela. Rilegato. Misure: 58 x 107 cm; 70 x 120 cm (cornice). In questo dipinto italiano di epoca barocca e di composizione dinamica appare rappresentato il soggetto della vittoria di Ercole su Diomede. Narra un episodio delle fatiche di Ercole che è stato trattato in numerose occasioni in dipinti e sculture di diverse epoche. Ci riferiamo all'ottava delle dodici fatiche dell'eroe, che consisteva nel catturare le quattro cavalle di Diomede, che mangiavano carne umana. Il loro padrone le teneva legate con catene e le nutriva con la carne dei loro ospiti innocenti. Ercole riuscì a strapparle a Diomede, che gli andò incontro con il suo esercito, ma quest'ultimo lo sconfisse e gettò il corpo, ancora vivo, alle cavalle. Dopo aver divorato il cadavere, le cavalle divennero così mansuete che Eracle riuscì a legarle al carro di Diomede e le portò a Micene, dove furono consegnate a Era. Formalmente, quest'opera è dominata dall'influenza del classicismo romano-bolognese dei Carracci e dei loro seguaci, una delle due grandi correnti del barocco italiano, insieme al naturalismo di Caravaggio. Le figure sono quindi monumentali, con volti idealizzati e gesti sereni ed equilibrati, in una rappresentazione idealizzata basata su canoni classici. Anche la retorica dei gesti, teatrale ed eloquente, chiaramente barocca, è tipica del classicismo italiano del XVII secolo. Va inoltre sottolineata l'importanza dell'aspetto cromatico, molto meditato, intonato ed equilibrato, incentrato su gamme di base intorno al rosso, all'ocra e al blu. Anche il modo di comporre la scena, con un ritmo circolare e chiuso da un lato mentre si apre al paesaggio dall'altro, è tipico di questa scuola del classicismo barocco.