Collana himalayana con perline in turchese, corallo e argento e con tipica chius…
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Collana himalayana con perline in turchese, corallo e argento e con tipica chiusura in argento Collana himalayana con perline in turchese, corallo e argento e con tipica chiusura in argento

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Collana himalayana con perline in turchese, corallo e argent

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Arte e oggetti asiatici - Cina - Collana di corte cinese in smalto cloisonné, nota come "chao zhu" per un funzionario. Composta da 100 (su 108) perline piccole e da quattro grandi perline "fo tou". Le tre perline "fo tou" singole rappresentano i "Tre Santi" della Trinità buddista. La quarta perlina, con una seconda sezione a forma di zucca, è nota come Testa di Buddha e presenta un lungo prolungamento chiamato "a bei yun", che significa "nuvola nera" e che pendeva dalla parte posteriore e fungeva da contrappeso oltre che da ornamento. Ai lati della testa del Buddha pendono tre fili contati di dieci perline ciascuno. Le perline sono realizzate in smalto cloisonné blu su metallo argentato traforato, il "fu tou" con pipistrelli. Un ornamento ovale in cloisonné traforato è presente sull'"a bei yun", decorato con una cara e una gru su un lato e una gru singola sul retro, mentre all'estremità è presente un ornamento a forma di goccia con una gru su entrambi i lati. La testa del Buddha presenta caratteri cinesi nella parte adiacente, purtroppo illeggibili. Cina, dinastia Qing (1644-1911), XIX secolo -Collana: circa 150 cm; 'a bei yun': 52 cm, 8 perline mancanti, una piccola perlina rotta, una piccola perlina con un'ammaccatura, restringimento -. Storia Nel 1643 il Dalai Lama inviò al primo imperatore Qing, Shunzhi (1644-1661), un rosario buddista che si sviluppò nel "chao zhu". A volte viene chiamato "catena del mandarino" e faceva parte dell'abbigliamento ufficiale della famiglia imperiale e dei funzionari, inizialmente come segno di pietà e successivamente come decorazione e status. Il "Huangchao Liqi Tushi" (Illustrazioni dell'armamentario rituale imperiale) descrive chi doveva indossare il "chao zhu" e come doveva essere indossato. Solo l'imperatore poteva indossare perle orientali, cioè perle d'acqua dolce provenienti dalla Manciuria, ma gli altri membri della famiglia imperiale e gli ufficiali civili di quinto grado e oltre potevano indossare qualsiasi pietra preziosa desiderassero. Queste includevano ambra, giada, lapislazzuli, smalto in filigrana e legni intagliati. In origine le corde di conteggio erano utilizzate per tenere traccia del numero di volte in cui venivano recitate le preghiere a Buddha, ma in tempi successivi vennero utilizzate al posto dell'abaco per effettuare calcoli rapidi e discreti, utili soprattutto ai mandarini in servizio. Una collana di corte smaltata quasi identica è illustrata e descritta nella pubblicazione di Elizabeth Herridge "Bringing Heaven to Earth - Chinese Silver Jewellery and Ornament in the Late Qing Dynasty" (Portare il cielo in terra - Gioielli e ornamenti d'argento cinesi nella tarda dinastia Qing), Ianthe Press ltd., Londra, 2016, pagg. 170-173, voce di catalogo 50.