Null VALES Edmond, 1918-2001
Oasi davanti al souk di Ksar Es, Marocco
olio su is…
Descrizione

VALES Edmond, 1918-2001 Oasi davanti al souk di Ksar Es, Marocco olio su isorel (vernice ingiallita e glitterata) firmato e situato in basso a sinistra, firmato e situato sul retro 46,5 x 122 cm

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VALES Edmond, 1918-2001 Oasi davanti al souk di Ksar Es, Marocco olio su isorel (vernice ingiallita e glitterata) firmato e situato in basso a sinistra, firmato e situato sul retro 46,5 x 122 cm

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GEORGE OWEN WYNNE APPERLEY (Ventnor, Isola di Wight, Inghilterra, 1884 - Tangeri, Marocco, 1960). "Baccante", 1942. Olio su tela. Presenta danni alla cornice. Firmato in basso a destra. Misure: 63,5 x 53,5 cm; 90 x 78 cm (cornice). La pittura di George Owen, ha sempre avuto come protagonista la donna, in molte occasioni si trattava di donne andaluse, sebbene egli abbia trattato ampiamente anche il genere del nudo. In questo caso l'autore ci presenta un'immagine idilliaca e allo stesso tempo sensuale, con protagonista una giovane donna seminuda immersa nella natura. La donna, con un gesto altero e un mezzo sorriso, copre il suo corpo con una pelle di leopardo. Accanto a lei ci sono delle foglie di vite, a indicare che si tratta della rappresentazione di una donna della corte del dio Bacco, poiché entrambi gli attributi alludono all'iconografia del dio del vino. L'uso di una baccante come protagonista rivela una giovane donna spensierata, dedita al piacere e segue a sua volta la tradizione ritrattistica iniziata nel XVIII secolo, in cui le dame di corte venivano ritratte con attributi di sante o dee del pantheon classico, anche se in questo caso l'artista si spinge oltre, alla ricerca di ciò che sotto i suoi occhi simboleggia la donna del suo tempo. George Owen Wynne Apperley apparteneva a una famiglia aristocratica gallese, che gli consentiva una situazione economica agiata. Fin da giovane fu attratto dalla pittura e, opponendosi alla famiglia, si iscrisse all'Accademia di Herkomer. La sua formazione fu ampliata dal viaggio in Italia, dove rimase affascinato dalla luce mediterranea e realizzò opere di genere e di paesaggio. Dopo essersi sposato segretamente nel 1907, si trasferisce con la moglie a Lugano (Svizzera), per poi tornare a Londra. Nel 1914 si recò in Spagna, stabilendosi definitivamente a Madrid due anni dopo, per recarsi un anno dopo a Granada, dove si stabilì e dove conobbe pittori locali come Francisco Soria Aedo e Lopez Mezquita. Quando fu proclamata la Seconda Repubblica, si trasferì a Tangeri (Marocco), dove si interessò a nuovi temi orientalisti e dove morì. La sua opera poteva essere ammirata nei diversi Paesi in cui visse, e particolarmente importante fu la mostra inaugurata nel 1918 dal re Alfonso XIII e da Victoria Eugenia de Battemberg, momento dal quale il suo prestigio aumentò. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni private e istituzioni come il Victoria & Albert Museum di Londra, il Museo di Malaga, il Palace Art Museum di Bruxelles, il Museo Municipale di Belle Arti di Tandil a Buenos Aires (Argentina), il Museo di Sydney (Australia), ecc. Presenta danni nella cornice.

JOAN ABELLÓ PRAT (Mollet del Vallés, Barcellona, 1922 - Barcellona, 2008). "A las puertas del establo", 1963. Olio su tela. Firmato e datato in alto a sinistra. Firmato, datato e titolato sul retro. Misure: 54 x 64,5 cm; 75 x 85 cm (cornice). Pittore e incisore, Joan Abelló inizia la sua formazione in modo autodidatta, avendo nei suoi primi dipinti una grande influenza le opere che Joaquín Mir realizzò a Mollet. Studia poi all'Accademia di Baixas e al Real Circolo Artistico di Barcellona (1941), per poi diventare discepolo di Pere Pruna, lavorando per due anni nel suo studio (1944-46). Pruna gli insegnò le tecniche del murale e dell'incisione, e nello studio di Miracle imparò anche il restauro. Nel 1945 espone per la prima volta le sue opere a Barcellona e l'anno successivo inizia a lavorare nello studio di Carlos Pellicer, con cui collaborerà per quattordici anni. Completa i suoi studi con viaggi a Londra, in Belgio, a Parigi e sull'Isola di Man, tra gli altri luoghi. Negli anni Sessanta torna nella sua città natale, dove si interessa nuovamente ai paesaggi delle Vallés e del Mediterraneo, pur non abbandonando i suoi lunghi viaggi in Europa, Africa, Costa d'Avorio, Marocco e Brasile. Grande collezionista, nel 1996 donò la sua collezione d'arte al Comune di Mollet, che tre anni dopo creò il Museo Municipale Joan Abelló. Al museo è annessa la casa natale dell'artista, che dal 2002 ospita un laboratorio di restauro e un centro di studi artistici. Abelló inizia la sua carriera sviluppando una certa tendenza impressionista, per approdare alla fine degli anni Quaranta al post-impressionismo senza perdere i legami con il suo linguaggio iniziale, sempre con un'esplosione di colori applicati con pennellate violente. Anni dopo il suo stile si evolverà, praticando una pittura più materica sotto l'influenza dell'informale e accentuando il suo espressionismo senza mai abbandonare la figurazione. Dal 1940, anno della prima mostra nella sua città natale, prima ancora di trasferirsi a Barcellona per studiare, Abelló ha tenuto mostre in Spagna, a Londra, Parigi, New York e Mosca. Nel 2002 è stato nominato membro dell'Accademia Reale di Belle Arti di Sant Jordi. È rappresentato nel Museo che porta il suo nome, oltre che nel MACBA di Barcellona, nella Courtauld Collection di Londra, nell'Ashmolean Museum di Oxford, nei Musei Vaticani, nel Poldersmuseum in Belgio e nel Francesc Galí Legacy.