Caraffa con l'effigie del re Nâser ed-Din Shâh Qâjâr (r. 1848-1896), Boemia per …
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Caraffa con l'effigie del re Nâser ed-Din Shâh Qâjâr (r. 1848-1896), Boemia per l'Iran, XX secolo Vetro trasparente color granato con decorazione dipinta in policromia e dorata di due medaglioni ovoidali contenenti il ritratto dello scià dell'Iran Nâser ed-Dîn Shâh in costume da cerimonia con le sue decorazioni e il suo copricapo aigrette. Altezza totale: 44,7 cm Lievi danni alla base del tappo, doratura leggermente sbiadita in alcuni punti. Bottiglia in vetro di Boemia e tappo affusolato con medaglione con ritratto di Nâser ed-Din Shâh Qâjâr, XX secolo

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Caraffa con l'effigie del re Nâser ed-Din Shâh Qâjâr (r. 184

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Statua equestre di Alberto I, re dei Belgi. Bronzo con patina verde-bruna sfumata (usura) con iniziali "A.V" e timbro del fondatore "CIRE PERDUE BISCEGLIA". La base in marmo bianco (piccoli incidenti) e l'iscrizione "LE ROI A SA PLACE DANS / TOUS LES COEURS FRANÇAIS / TANT QU'IL Y AURA UNE FRANCE / Elle APPRENDRA A SES ENFANTS / A L'HONORER ET A L'AIMER". Altezza : 37 cm 37 cm - Larghezza: 20 cm - Profondità: 10,5 cm Letteratura correlata: -" Discorsi pronunciati al Dîner annuel de la revue", in Revue des Deux Mondes, huitième période, vol. 18, n. 4, 15 dicembre 1933, pp. 1-8. Nel febbraio 1935, la città di Parigi organizzò un concorso per l'erezione di un monumento commemorativo in onore dell'ex re dei Belgi, Alberto I, in riconoscimento del suo ruolo durante la Prima guerra mondiale. Un anno dopo, il comitato convocato dal maresciallo Lyautey scelse il progetto dello scultore Armand Martial, premiato con il Grand Prix de Rome nel 1913. Il monumento equestre fu inaugurato il 12 ottobre 1938 nel Cours la Reine. Sebbene la nostra statuetta in bronzo riproduca la composizione del monumento, con la base in marmo e l'atteggiamento del cavallo, il re non è rappresentato in costume militare. La nostra opera potrebbe essere il progetto di uno dei partecipanti al concorso, tra cui Maurice Prost (progetto in terracotta conservato al museo Robert Dubois-Corneau di Brunoy, inv. 2008.0.184.S). La citazione incisa sul fronte della base si trova nel discorso tenuto alla cena annuale della Revue des Deux Mondes nel dicembre 1933 da René Doumic, direttore della rivista, con il re Alberto I come ospite d'onore.