JUAN ANGEL GOMEZ ALARCON Albacete (1882) / Gerona (1971) "Country landscape"
Oli…
Descrizione

JUAN ANGEL GOMEZ ALARCON Albacete (1882) / Gerona (1971) "Country landscape" Olio su cartone telato Misure: 26 x 33 cm

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JUAN ANGEL GOMEZ ALARCON Albacete (1882) / Gerona (1971) "Co

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Croce processionale italiana in rame Sulmona, inizio XV secolo Altezza massima compreso il supporto per l'asta: 69 cm; larghezza 33,5 cm. Peso 1520 g Realizzata in lamina di rame sbalzata, cesellata e dorata su un'anima di legno, ha una struttura a croce latina con i bracci dotati di terminali polilobati; la costola è inoltre ricoperta da lastre con ornamenti a stampo raffiguranti girali con ghiande. Sul fronte, l'iconografia della crocifissione con la figura del Cristo crocifisso all'incrocio dei bracci, la Vergine e San Giovanni all'estremità dei bracci laterali della croce-barra; due angeli in alto e in basso. Sul recto, Dio Padre è rappresentato al centro con una benedizione a figura intera e sui quattro terminali i simboli animali degli Evangelisti: in alto l'aquila che rappresenta Giovanni, in basso l'angelo, simbolo di Matteo, a sinistra il leone di Marco e sul lato opposto il toro, simbolo dell'Evangelista Luca. Degna di nota, sul verso, è la figura di Cristo al centro, che ha come riferimento un modello arcaico. L'opera si inserisce nel vasto repertorio di croci astili quattrocentesche realizzate nell'area di Sulmona, caratterizzate da questo tipo di struttura e decorazione. Nel caso qui proposto, si nota la presenza di decorazioni perimetrali fuse raffiguranti angeli al posto delle consuete sferule; queste applicazioni sono molto probabilmente sostituzioni o aggiunte di epoca successiva. A scopo comparativo, si segnalano la croce processionale conservata presso il Museo Civico di Sulmona nel Palazzo dell'Annunziata e un'altra croce sulmonese situata a Castelvecchio Calvisio (AQ). classificazione della codizione dell'oggetto: **** buona, difetti e mancanze, probabile sostituzione dei chiodi di fissaggio delle lastre.

ANTONIO FERNÁNDEZ GÓMEZ (Goián, Pontevedra, 1882 - 1970). "Le cucitrici". Roma, 1926. Carboncino e pastello su carta. Firmato, localizzato e datato in basso a destra. Misure: 74 x 83 cm; 87 x 97 cm (cornice). Il soggetto costumbrista e aneddotico di queste giovani sarte acquisisce sottilmente una patina allegorica, che ci fa pensare ai Moira. Pur essendo privo di elementi estranei allo spazio domestico, si tinge di una certa cadenza metafisica. Questo grazie alla capacità di Antonio Fernández Gómez di congelare il gesto quotidiano e sublimarlo. Antonio Fernández Gómez emigra in Brasile a soli dodici anni e a San Paolo riceve lezioni di disegno e pittura dall'artista tedesco Ernesto Papf. Ben presto allestisce le sue prime mostre, che però non hanno successo. Tuttavia, Fernandez non si perde d'animo e continua a dipingere e a girare il Paese con i suoi quadri, venendo accolto molto meglio nelle città di Para e Manaus. Infine, a Rio de Janeiro le sue opere vengono premiate ed egli vende tutti i suoi dipinti. Incoraggiato dal successo e interessato a vedere il mondo, Fernandez torna in Europa e in Italia scopre un piccolo villaggio di montagna, Anticoli Corrado, dove lavorerà instancabilmente in mezzo alla pace assoluta. Al ritorno in Spagna, partecipa alle Esposizioni Nazionali e ai Salones de Otoño, nella cui settima edizione viene nominato membro di merito. Allo stesso tempo, continua a esporre in Brasile, per mantenere i contatti e il prestigio che aveva raggiunto in quel Paese. Nel frattempo, continua a riscuotere successo in Spagna. Stabilitosi nella nativa Goian, lavora instancabilmente e con lui si formano pittori come Xavier Pousa. Poco prima della sua morte, il Círculo Mercantil de Vigo organizza una mostra antologica del Goianese, che è l'ultima apparizione pubblica dell'artista, già consumato dal lavoro e dagli anni. Attualmente le sue opere sono presenti nei principali musei galiziani, oltre che in numerose collezioni private in Brasile, nella collezione Nova Caixa Galicia e in altre.