Null Barbieri, Giovanni Francesco (gen.: Guercino)
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Descrizione

Barbieri, Giovanni Francesco (gen.: Guercino) (1591 Cento - Bologna 1666) dopo. La regina Ester e Ahaserus. Qu. fol. - Foxing negli ampi margini ovest. Margini foxed, bruniti. R

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Barbieri, Giovanni Francesco (gen.: Guercino) (1591 Cento - Bologna 1666) dopo. La regina Ester e Ahaserus. Qu. fol. - Foxing negli ampi margini ovest. Margini foxed, bruniti. R

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Attribuito a FRANCESCO VANNI (Siena, 1563 - 1610). "San Francesco in estasi". Olio su rame. Cornice originale dell'epoca. Presenta al retro un'iscrizione illeggibile in italiano. Misure: 25 x 19 cm; 36 x 30,5 cm (cornice). Il dipinto appartiene alla scuola manierista toscana ed è attribuito al pittore Francesco Vanni. Un'acquaforte di questo pittore con lo stesso soggetto e trattamento compositivo, una cui copia è conservata al British Museum, potrebbe essere servita come studio preliminare per il dipinto a olio qui presentato. L'alta qualità del dipinto, in accordo con la maestria del maestro senese, mostra San Francesco d'Assisi appoggiato a una roccia, con le palpebre chiuse e le labbra socchiuse, mentre ascolta la musica celestiale del violino suonato da un angelo accanto al suo orecchio. Una delle mani del santo inizia a sanguinare, la sua ferita imita le stimmate della Passione di Cristo. Ognuno di questi dettagli narrativi segue fedelmente i passaggi descritti da San Bonaventura, biografo del fondatore dell'Ordine Francescano: essendo gravemente malato, San Francesco iniziò a sentire una musica così bella che pensò di aver già varcato la soglia del regno eterno. Sottili gradazioni di mezzitoni modellano il corpo infantile dell'angelo. Il volto serafico contrasta con i lineamenti segaligni e spigolosi del santo in estasi. Una luce ambrata emerge dallo sfondo celeste e delinea il corpo del bambino in controluce, conferendogli una grande bellezza, nella quale identifichiamo lo stile di Vanni. L'opera appartiene chiaramente alla cerchia artistica di Francesco Vanni, pittore, disegnatore, incisore, editore e stampatore italiano attivo a Roma e nella sua città natale, Siena. Vanni faceva parte di una famiglia di pittori. A 16 anni si trasferì a Bologna e poi a Roma. Nel 1579-1580 fu apprendista di Giovanni de' Vecchi, anche se fu molto influenzato artisticamente da altri pittori toscani del suo tempo. A Roma lavorò con Salimbeni, Bartolomeo Passerotti e Andrea Lilio. Papa Clemente VIII gli commissionò una pala d'altare per San Pietro, poi trasferita a mosaico, Simone il Mago rimproverato da San Pietro. Dipinse numerosi altri quadri per le chiese romane, tra cui San Michele sconfigge gli angeli ribelli per la sacrestia di S. Gregorio, una Pietà di Santa Maria alla Vallicella e l'Assunzione di San Lorenzo a Miranda. A Siena dipinse un S. Raimondo che cammina sul mare per la chiesa dei Domenicani. Vanni dipinse un Battesimo di Costantino (1586-1587) per la chiesa di S. Agostino a Siena. Fu attivo come incisore e incise tre incisioni devozionali su suo disegno. Inoltre, fu l'editore di una grande mappa di Siena in 4 tavole che egli stesso aveva disegnato e fatto incidere dall'incisore fiammingo Pieter il Vecchio. Nel 1595 chiese aiuto a Lorenzo Usimbardi per ottenere un sostegno finanziario per la pubblicazione della mappa.

Italian coins BOLOGNA Annibale II Bentivoglio (1511-1512) Ducato - CNI 250 AU (g 3,46) RRRR Annibale Bentivoglio, figlio di Giovanni II, riusci ad impadronirsi, con i suoi partigiani, di Bologna, che governò per un anno. Certamente sapeva di non essere in grado di mantenere quella posizione se non convincendo Giulio II a riconoscerla, per cui, dopo una prima fasedi aperta ribellione, cerco' un accordo con il pontefice. Nonostante i suoi sforzi, Giulio II non aveva alcuna intenzione di scendere a patti con lui e, con l'aiuto militare del Re di Napoli, riusci a cacciarlo come aveva fatto con il padre. E' probabile che Annibale, non potendo emettere monete a nome di Giulio II senza la sua autorizzazione, ne abbia emesse autonomamente. Il punzone usato per imprimere San Pietro venne modificato sensibilmente dopo l'arrivo a Bologna del nuovo cardinale legato Giovanni Medici. Mentre in precedenza la veste era raffigurata lunga sino a nascondere i piedi, in seguito si presentava piu' corta, con le caviglie scoperte. Poiché è improbabile che Giovanni Bentivoglio II abbia emesso ducati anonimi senza il proprio stemma o quello del pontefice alla fine del suo governo, si ritiene che questo bolognino d'oro debba essere attribuito ad Annibale II. E quelli con la veste corta senza nessuna armetta sono assegnabili alle Sedi Vacanti seguenti il pontificato di Leone X. Moneta di grandissima rarità e di superba qualità, in particolar modo il D/, che presenta rilievi praticamente integri e perfettamente impressi. L'unico esemplare, oltre a questo, che siamo riusciti a trovare , risulta quello dell'asta Künker del 2022, catalogato erroneamente sotto Clemente VII e che, in conservazione BB+, ha realizzato 3200 euro + diritti. - qFDC/ M.di SPL